Ottobre 18, 2024

Bosch: L’artista enigmatico

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Un mondo fantastico e bizzarro

Curiose metamorfosi, simboli ed enigmi sono gli elementi peculiari di questo stravagante artista, che tra il Quattrocento e il Cinquecento si muove nel panorama artistico e culturale come una voce assolutamente originale e all’avanguardia rispetto ai tempi.

Biografia dell’artista

Nato in Olanda, figlio d’arte (i genitori erano entrambi pittori, così come due zii e un nonno), Jeroen Anthoniszoon van Aken firmava le sue opere con il nome di Hieronymus Bosch. Tale cognome era ricavato dall’ultima sillaba del suo paese natale ‘s Hertogenbosh e significa “bosco ducale”.

Nel 1478 sposò Alied van de Meermenne, una ricca borghese dalla quale ottenne in dote una proprietà.

Sappiamo che egli appartenne alla confraternita della «Madonna Illustre Lieve-Vouwe Broedershap» a partire dal 1486 e che due anni dopo accolse i confratelli nella sua casa adiacente alla piazza del mercato. A questa confraternita egli si legò profondamente: donò i cartoni per le vetrate della loro cappella di San Giovanni e secondo una testimonianza nello stesso luogo erano presenti anche alcuni suoi dipinti, poi distrutti durante un saccheggio dei protestanti. Inoltre Hieronymus partecipò attivamente all’allestimento scenico di alcune rappresentazioni teatrali organizzate dai confratelli chiamate ‘misteri’ e alla composizione di carri con scene religiose per alcune processioni; indubbiamente frequentare tali ambienti fu determinante per la formazione dell’immaginario artistico di Bosch.

La sua fama risulta di ampio respiro già nei primi decenni del Cinquecento: secondo alcune fonti, nel 1516 un suo dipinto era presente nella collezione dell’allora reggente dei Paesi Bassi: Margherita d’Austria; quando poi questa regione passò in mano spagnola le opere del nostro enigmatico artista divennero ancora più richieste e la sua persona godette di grande stima. (Per un breve approfondimento Hieronymus Bosch – Wikipedia)

Un mondo dominato dal simbolico

L’immaginario dell’artista è dominato da scene che evocano contemporaneamente il catastrofico e l’incantevole in una allegoria della realtà di un epoca prossima allo scadere (il Medioevo) che brulica di credenze, speranze, terrore e angosce. Nelle sue opere ribolle un’agitazione permanente, che è determinata soprattutto dall’irruzione, in un contesto religioso, della simbologia del demoniaco, dell’ossessione, dell’alchimia, del sesso. Questa commistione evoca uno stato di confusione, di stordimento, quasi come se la scena fosse sul punto di esplodere, pervasa dall’incombenza del Giudizio, tema sempre presente nei sui dipinti.

Il senso del peccato

Il senso del peccato aleggia nelle orrende metamorfosi, abominazioni e aberranti congiunzioni. Viene completamente sovvertito l’ordine del creato: enormi pesci nuotano nell’aria, frutti enormi si squarciano infestati da mostri; in netto contrasto con questo mondo infimo risaltano rosei nudi e paesaggi sereni.

Se ai nostri occhi tale immaginario può risultare quasi blasfemo e rivoluzionario non era così per le persone di quel tempo: era un’epoca in cui «il sentimento religioso era violentissimo, quasi brutale, il senso implacabile di una lotta tra il bene e il male, tra Dio e Satana si rifletteva nel contrasto tra la sensualità e il misticismo fiamminghi: costumi sfrenatamente licenziosi, balli e oscenità, estasi e bestemmie, polemica e satira contro la corruzione del clero.

Dobbiamo tenere a mente che era un’epoca in cui erano in fermento comunità e sette, circolavano scritti di mistici e visionari ed era spietata la lotta contro le pratiche magiche. Sembra plausibile che la fantasia di Bosh sia stata stimolata anche dalla condizione di storpi e mendicanti, molto diffusa in quel periodo storico.

La sua pittura, nonostante i vari e deboli tentativi di trovare delle chiare fonti di ispirazione (per es. la scuola di Anversa) o degli antecedenti, risulta del tutto nuova ed estremamente carica di fantasia pittorica. (leggi anche Bioarte, una questione di (est)etica – Antropia)

Per saperne di più:

I maestri del colore – 62 Bosch, Fratelli Fabbri editore

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