Settembre 8, 2024

Il velo si svela

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Breve storia del velo tra religione, usi e costumi di culture diverse: una riflessione sul significato di coprirsi il capo e il volto.

Il velo, nelle sue varie declinazioni, non è solo del mondo mussulmano, ma anche cristiano, ebraico, occidentale, laico. È una forma di espressione personale e religiosa, può rappresentare la tradizione, l’orgoglio, l’appartenenza etnica, ma essere anche simbolo di protezione.

Con la globalizzazione e i conseguenti flussi migratori, culture diverse sono entrate in contatto e si sono trovate a doversi confrontare, e a volte scontrare, con usi e costumi. In questa sede non affronteremo le questioni riguardanti il diritto, l’obbligo e il divieto di indossare il velo, vogliamo proporre un breve resoconto sulla consuetudine di indossare il velo con esempi da culture diverse.

Dalle origini: il velo nasce “agnostico”

Le prime testimonianze che riferiscono dell’usanza del velo le ritroviamo in Mesopotamia: nel codice di Hammurabi viene prescritto alle donne di coprirsi il capo in segno di umiltà e di sottomissione alla divinità; in una legge assira risalente al 1100 a.C. lo stesso obbligo veniva imposto alle donne sposate o vedove.

Assiri, Sumeri, Egiziani, e moltissime popolazioni dell’odierno Medio Oriente usavano il velo. Tuttavia, non era riservato solo alle donne, almeno inizialmente: coprirsi il capo era un segno di potere, indicava l’appartenenza a una classe privilegiata della società.

Verso il lato religioso del velo

Cristianesimo

In seguito questo costume si diffonde anche presso i Greci e i Romani, assumendo una nuova sfumatura di significato: viene collegato sia al mondo della religione sia alla vita quotidiana. Infatti, spesso divinità o personaggi mitologici sono raffigurati con un velo che ricopre testa e spalle.

Con l’avvento del cristianesimo si arriva all’imposizione del velo alle donne: esso rappresenta un confine tra donne e uomini, tra privato e pubblico.

Ma attenzione: il velo non lo ritroviamo nella dottrina principale cristiana. Il velo nella Bibbia viene menzionato una sola volta dall’apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi (11, versetti 5-6):

“Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.”

È necessario precisare che nella cultura dei Corinzi le donne che si rasavano i capelli erano considerate peccatrici, infatti la rasatura rappresenta una punizione ed era simbolo di prostituzione. Il velo viene interpretato come un segno di umiltà e sottomissione a Dio. Se si osservano le raffigurazioni religiose del mondo cristiano le figure femminili, come la Madonna e le sante, sono rappresentate con il capo velato. Il velo cristiano assume così anche un significato di purezza.

Islamismo

Il velo era già diffuso nell’Arabia preislamica, come già riportato, per distinguere le donne di rango nobile. Con la diffusione dell’Islam si carica di un significato religioso di protezione e purezza.

Occorre fare una distinzione delle diverse tipologie di velo della religione mussulmana.

Il burqa, diffuso in Afghanistan e Pakistan, è un mantello che copre integralmente il corpo e il volto della donna con solamente una visiera a rete sugli occhi.

Il chador, tipicamente indossato in Iran, è il tradizionale copricapo chiuso sotto il mento, simile a un mantello che si allunga fino ai piedi incorniciando il volto.

L’hijab è simile ad un foulard che copre la testa e le spalle lasciando scoperto il viso, spesso comprende un po’ tutti i tipi di indumento che coprono il capo: questo termine si trova anche nei principi di modestia e di comportamento riportati dal profeta Maometto.

Il niqāb è un velo per il viso, spesso indossato insieme all’hijab, che copre tutto tranne gli occhi.

All’interno del Corano troviamo riferimenti all’abbigliamento consono da indossare: secondo molti studiosi dalle scritture si evince che i fedeli sia gli uomini sia le donne devono portare abiti modesti e semplici. Vi è, poi, una minoranza di studiosi che interpretano il coprirsi totalmente come un segno di devozione.

Ebraismo

Nella religione ebraica viene riportato l’obbligo di coprirsi il capo all’interno della sinagoga. Il velo ebraico acquisisce un significato simbolico religioso e sociale: per la donna rappresenta la sottomissione ai voleri di Dio e dell’uomo.

Secondo i testi sacri dell’ebraismo, come la Torah e il Talmud, le donne ebree seguaci dell’hasidismo nel giorno del matrimonio avevano l’obbligo di rasarsi i capelli e indossare un velo colorato sul capo da quel momento in poi. Negli stessi testi sacri viene spesso citata la modestia come principio di condotta e coprirsi il capo come buona pratica, anche se oggigiorno solo nelle comunità ebraiche più tradizionaliste persiste questo uso.

Devozione, gioia e sofferenza

Le spose di Cristo, ossia le suore nel giorno del loro matrimonio con Dio, indossavano tipicamente i veli detti mantiglia: simili a scialli di pizzo bianco e nero, tradizionalmente portati sul capo dalle donne spagnole durante le funzioni religiose. Erano un simbolo di virtù pia e purezza.
Ancora oggi questo significato simbolico del velo si ritrova nell’abbigliamento di suore e monache, donne che si sono consacrate a Dio, che coprono il capo in segno di rispetto e devozione religiosa.

Altro esempio della pratica di coprirsi il capo, ormai quasi del tutto disancorato dai simbolismi religiosi, è rappresentato dal velo da sposa. Esso nasce dell’antica Roma: aveva la funzione di proteggere la sposa dagli spiriti maligni che volevano impedire la sua felicità durante il matrimonio. Nei riti nuziali dei primi cristiani troviamo la cerimonia della “velatio”(velazione): un velo veniva posto sul capo di entrambi gli sposi a simboleggiare la loro comunione con lo Spirito e dal quel momento la donna doveva velarsi. Al giorno d’oggi nella maggior parte dei casi è considerato un accessorio da matrimonio che comunque tende a richiamare l’idea di purezza e delicatezza della sposa.

Il velo nella sua storia ha anche ricoperto il ruolo di ornamento da lutto. In particolare in epoca vittoriana le donne ricorrevano al velo nero per proteggersi dalle avance degli uomini: infatti potevano muoversi in pubblico senza preoccuparsi di attenzioni maschili indesiderate. In generale la funzione principale è quella di nascondere il dolore e la sofferenza delle donne che hanno subito una perdita e al contempo mostrarlo pubblicamente, come espressione di sentimenti e emozioni. Jacqueline Kennedy lo ha indossato durante il funerale del presidente John Fitzgerald Kennedy nel 1963.

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