Settembre 8, 2024

Il Palazzo Pubblico di Siena

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Viaggio a Siena, città medievale unica al mondo, alla scoperta del Palazzo Pubblico e dei suoi tesori tra storia, arte e curiosità.

Il Palazzo Pubblico di Siena è da secoli la sede delle istituzioni pubbliche della città del Palio. Il Palazzo domina Piazza del Campo, una delle piazze più belle e riconoscibili al mondo, per via della caratteristica forma a conchiglia. I nove spicchi che dividono la Piazza confluiscono, idealmente e non, verso il Palazzo Pubblico, ancora oggi sede dell’amministrazione comunale. L’armonia della Piazza, frutto di ben riusciti progetti urbanistici,  è uno splendido esempio di architettura in cui nulla è lasciato al caso, nemmeno la numerologia. I nove spicchi, infatti, rimandano immediatamente al “Governo dei Nove”, forma di governo sotto la cui guida la città visse una fase particolarmente felice non solo dal punto di vista storico-politico, ma anche culturale e sociale.

Il Palazzo Pubblico

E’ proprio per volere del “Governo dei Nove” della Repubblica di Siena che si giunge alla decisione di edificare un Palazzo Comunale, la cui costruzione (perlomeno per quanto riguarda il nucleo originario) avverrà effettivamente tra il 1297 e il 1311. Realizzato in stile gotico senese, in mattoni e travertino, e più volte ampliato nel corso degli anni, il Palazzo Pubblico si erge maestoso nel Campo ed oggi come allora rappresenta il cuore della vita pubblica della città. Costituisce parte integrante del Palazzo anche l’iconica Torre del Mangia, così chiamata per via di un popolare soprannome affibbiato al suo primo campanaro, tale Giovanni di Balduccio, conosciuto in città con l’appellativo di Mangiaguadagni, per l’attitudine a sperperare in vizi i propri compensi. Si tratta di una torre civica a base quadrata, alta 87 metri, che delinea lo skyline della città collocandosi, di fatto, alla stessa altezza del campanile del Duomo, leggermente più basso, ma edificato su un terreno con un’altitudine superiore. Non è un caso: era chiara intenzione dei Governanti, infatti, simboleggiare in tal modo l’uguaglianza tra sfera politica e religiosa, quali centri di potere dotati della medesima forza.

Veduta della Torre del Mangia da uno dei vicoli adiacenti Piazza del Campo

Il “Governo dei Nove”

Espressione della classe borghese al potere, il “Governo dei Nove”(in carica dal 1287 al 1355) si distinse per la visione etica e illuminata della vita pubblica. In quest’ottica basti pensare che, al tempo, i rappresentati della città stavano reclusi nel Palazzo per l’intera durata del loro incarico, ovvero per 6 mesi. Spirito di tale consuetudine era quello di far sì che i Governanti prendessero le proprie decisioni nel bene unico ed esclusivo della città, evitando qualsiasi forma, se non proprio di corruzione, di interferenza o ingerenza esterna. A sublimare una visione così nobile della politica e in generale della res publica, tale da ispirare governanti e governati, come non citare lo splendido affresco del Lorenzetti, Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo”, voluto e commissionato dal “Governo dei Nove”, per suggellare, anche dal punto di vista artistico, il livello di splendore raggiunto dalla città.

I tesori del Palazzo Pubblico

Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo” non è certo l’unico gioiello custodito all’interno del Palazzo, o meglio, del Museo Civico ricavato al suo interno, ma è senza dubbio il fiore all’occhiello della collezione. Si tratta di un ciclo di affreschi su tre pareti, per un totale di 33 metri, che decora la Sala della Pacee raffigura le virtù perseguite dai Nove sotto il loro governo.  Un affresco dal forte impatto civico e dal chiaro messaggio politico-sociale che rappresentava un unicum per l’epoca: il primo esempio di arte civile in aperto contrasto con i canoni sacri del tempo.

Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo

All’interno della “Sala del Mappamondo” (così chiamata per la presenza, almeno in origine, di una carta geografica illustrativa del mondo fino ad allora conosciuto con Siena al centro) troviamo, invece, altri due capolavori degni di nota. Innanzitutto La Maestà” di Simone Martini, con la Madonna, al centro del dipinto, in segno di devozione da parte della città e al tempo stesso vatico di protezione per la stessa. Sulla parete opposta, dello stesso artista, troviamo poi Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi, condottiero di valore, capace di guidare Siena verso nuove importanti conquiste.

Ma i capolavori del Museo Civico e i tesori custoditi dalla città non sono certo finiti qui. Già patrimonio Unesco dal 1995, per il considerevole valore del suo centro storico, Siena è una città tutta da scoprire che non mancherà di stupirvi per l’atmosfera e la capacità di mantenere, intatta nel tempo, la sua vera essenza di città medievale.

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