Settembre 8, 2024

TECNOLOGIE DUAL USE, AD UN BIVIO TRA USO CIVILE ED USO MILITARE

4 min read

SLS space rocket in sky with clouds. Mission to Moon. Spaceship launch from Earth. Orion spacecraft. Artemis space program to research solar system. Elements of this image furnished by NASA (url: https://www.nasa.gov/sites/default/files/thumbnails/image/ksc-20220318-ph-kls03_0079large.jpg)

Le tecnologie a duplice uso sono una via privilegiata per esplorare opportunità e pericoli dello sviluppo tecnologico.

Nello scorso articolo abbiamo esaminato le implicazioni economiche di eventi climatici estremi. Anche con i conflitti bellici si può verificare un incremento del Prodotto Interno Lordo pur in presenza di eventi catastrofici.

E’ difficile delineare con precisione il volume d’affari complessivo dell’industria bellica. Essa non ingloba soltanto la produzione di armamenti in senso stretto, ma anche tecnologie militari. La categoria dei “beni a duplice uso” comprende le tecnologie ed i software suscettibili sia di uso civile, sia di uso militare. Abbiamo visto come il Global Positioning System sia suscettibile di duplice uso. Stiamo parlando di una serie di prodotti e tecnologie davvero ampia e variegata.

Un fermentatore, per esempio può essere utilizzato ai fini civili nell’industria alimentare, ma anche a scopi bellici. Alcuni fermentatori sono in grado di coltivare “microorganismi” o cellule vive per la produzione di virus.

Abbiamo detto: non solo armi, tecnologie, ma anche software. Il rischio che siano coinvolte le tecnologie di Intelligenza Artificiale è concreto?

Esiste un appello noto come “Stop killer robots“. Armi completamente autonome potrebbero decidere chi vive o chi muore, senza ulteriori interventi umani, varcando così una soglia morale.

Diversi Paesi stanno sviluppando sistemi d’arma con una significativa autonomia nelle funzioni critiche di selezione e di attacco dei bersagli. Il mondo potrebbe entrare in una destabilizzante corsa agli armamenti robotici.

Prima della guerra fredda, in buona parte dei paesi OCSE i conflitti armati erano frequenti. Verificandosi più o meno ogni trenta o quarant’anni, praticamente tutti, nessuno escluso, li vivevano da vicino. Nel resto del mondo essi, purtroppo, ancora dilagano tristemente. A chi vi abita e li vive oggi, non resta che sperare che davvero “un giorno gli ultimi saranno (siano) i primi”

Così come vi è un’età in cui prevale la legge della giungla e un’età in cui prevale la malafede o lo scontro verbale, è esistita una fase della civiltà umana in cui si sono perpetrati conflitti armati e – almeno in questa parte di mondo – è sopravvenuta una fase di guerra fredda? Eppure anche durante la guerra fredda si è assistito ad una vorticosa corsa agli armamenti.

Come è possibile, allora, frenarla se non invertirla?

E’ importante riconsiderare principio di scienza aperta ed il suo ruolo nei monopoli intellettuali e nei segreti militari.

I vantaggi militari unilaterali sono senz’altro destabilizzanti per la convivenza pacifica. 

Albert Einstein può essere considerato profeta e pacifista dei nostri tempi, oltre che grande scienziato? Nel 1940, tramite una lettera al Presidente Roosevelt, avvertiva del possibile sviluppo della bomba atomica da parte dei tedeschi, e suggeriva di intraprendere ricerche di questo tipo negli Stati Uniti.

D’altro canto, il ricorso alla fissione nucleare per uso militare è qualificabile come offensiva di ultima istanza. La concordanza di soluzioni pacifiche alle contese è la via per evitare la “morte universale”. Sempre Albert Einstein disse “Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale ma posso dirvi cosa useranno nella quarta: pietre!”. La fissione nucleare per uso civile potrebbe essere attuata in maniera crescente per sopperire ai maggiori fabbisogni energetici non più coperti – sperabilmente – dai combustibili fossili, altamente impattanti sul minaccioso riscaldamento globale.

E’ Albert Einstein in sostanza ad aver dimostrato che, oltre l’atmosfera, vi è lo spaziotempo, ossia eternità. Il divulgatore scientifico russo Isaac Asimov si è interrogato circa la possibile durata di una civiltà tecnologica, ed ha immaginato che non possa superare i mille anni. Un limite che si rivelerebbe tra l’altro ineludibile per chi spera di ricevere un messaggio da civiltà extraterrestri… Quanto al teletrasporto, Giovanni Bignami nel suo meraviglioso libro “Cosa resta da scoprire” scrisse che ” dovremo aspettare qualche giro della cometa di Halley”. Relegabile alla fantascienza, sarebbe il modo per giungere ad una “fine dei tempi” senza “morte universale”, traghettando l’umanità nello spaziotempo. Dopotutto la luce con cui le stelle ci illuminano non giunge mai dal presente.

Con la creazione della Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica venne formato un ente col compito di monitorare l’utilizzo delle tecniche a doppio uso nei paesi firmatari del Trattato di non proliferazione nucleare, per assicurarsi che il materiale utilizzato per la fissione non sia deviato a funzioni militari.

Durante la guerra fredda, gli Stati Uniti e l’U.R.S.S. spesero miliardi di dollari per lo sviluppo di tecnologie missilistiche che avrebbero portato l’uomo nello spazio e poi sulla luna.

Un progresso non solo umanistico e spirituale, ma anche materiale, perché grazie ai satelliti messi a punto in seguito allo sbarco sulla luna possiamo meglio monitorare lo stato di salute del nostro pianeta.

Di nuovo, le tecnologie a duplice uso hanno dimostrato di poter rappresentare un bivio tra progresso materiale e spirituale, ed estinzione di massa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.