Settembre 8, 2024

Oppenheimer, la “bomba” di Nolan

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Nolan ci racconta, con mirabile maestria, la coscienza tormentata di Robert J. Oppenheimer, inventore della bomba atomica
  • E ora sono diventato Morte. Distruttore di mondi. – 

Sono queste le parole che Robert. J. Oppenheimer pronuncia al momento del fatidico Trinity Test. Un bagliore immenso, infinito, che inghiotte ogni suono, ogni movimento, ogni forma di vita, per poi esplodere in un boato che sconquassa la terra.

L’inventore della bomba atomica riprende una citazione di un testo sacro indù per autodeterminarsi e dichiarare a sé stesso e a tutti i presenti che mai la sua coscienza troverà pace e salvezza.

Ed è proprio la coscienza di Oppenheimer la vera protagonista di questo biopic, che non vuole solo raccontare la vita di un uomo eccezionale e di una mente eccelsa, ma soprattutto ci mostra le molteplici sfaccettature di un desiderio di scoperta, che non si ferma nemmeno davanti all’inevitabile condanna della storia.

La genesi della necessità di arrivare all’atomica nel minor tempo possibile si presenta durante la guerra, quando i fisici nazisti riescono a realizzare la scissione dell’atomo, con l’intento di costruire un’arma micidiale. 

Il progetto Manhattan nasce con l‘esplicito intento di battere i tedeschi e la scelta di porre Oppenheimer a capo dell’operazione deriva anche dal fatto che il grande scienziato aveva portato la fisica quantistica negli Stati Uniti, fino a quel momento poco considerata; dopo aver girato diverse università europee e aver studiato con le migliori menti del tempo, il fisico americano rientra in patria con nuove eccitanti teorie, ancora sconosciute ai suoi colleghi statunitensi. Robert Oppenheimer raccoglie con entusiasmo la sfida: non solo per amore della scienza, ma anche per la chiara volontà di riscatto e vendetta nei confronti degli assassini della “sua gente”. Di origini ebraiche, il fisico americano era indignato da ciò che stava succedendo alla comunità ebraica europea e con dedizione si dedica allo studio di un’arma che possa porre fine alla barbarie nazista.

La Germania, tuttavia, viene sconfitta ancor prima che si riesca ad approdare alla costruzione della bomba e l’obiettivo di partenza viene meno; anni di duro lavoro e miliardi di dollari di investimenti non vengono però buttati via e si decide di procedere con il Giappone come bersaglio designato. La guerra sul versante pacifico languiva: nonostante la superiorità degli Stati Uniti, i giapponesi preferivano sacrificarsi pur di non arrendersi, causando notevoli perdite anche sul versante nemico. La scelta viene fatta e il presidente Truman comunica la sua nuova decisione: Oppenheimer e la squadra di scienziati che da tempo lavoravano e vivevano insieme nella piccola comunità a Los Alamos, ricevono gli ordini e galoppano per arrivare dritti alla meta. Ci sono alcuni brevi istanti in cui il Nostro tentenna, inizia a porsi alcuni interrogativi, che tuttavia spariscono, preda del desiderio di veder realizzato ciò che ha richiesto duro lavoro, passione, sacrificio. Ogni uomo di scienza sa che “la teoria è solo teoria”. Senza l’evidenza empirica si può arrivare solo fino a un certo punto. E perciò si arriva a quella notte del 16 luglio 1945, al Trinity Test, a quell’esplosione in mezzo al deserto del New Mexico, osservata in attonito silenzio attraverso dei vetri scuri. Si arriva a generare morte e distruzione.

La coscienza di Oppenheimer subisce uno scossone, la consapevolezza lo porterà a rifiutare di spingersi oltre, opponendosi alla ricerca per lo sviluppo della bomba H e facendosi diversi nemici: uno su tutti Lewis Strauss, l’imprenditore a capo della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti (AEC) e principale responsabile della rovina professionale e politica del fisico più famoso del tempo.

La guerra fredda inizia probabilmente proprio con lo scoppio delle due bombe nel cielo del Giappone; con quel gesto gli Stati Uniti lanciano una sfida all’Unione Sovietica di Stalin e a tutto il resto del mondo, come a voler definire una volta per tutte la propria supremazia. Contemporaneamente, l’ossessione del pericolo rosso inizia a farsi strada nelle menti degli americani, arrivando a costituire una vera e propria caccia alle streghe, che colpirà anche l’inventore della bomba atomica.

Uno straordinario Cillian Murphy, tormentato dal rimorso, ci mostra Robert Oppenheimer passare giorno dopo giorno in uno stanzino spoglio e ingrigito, mentre affronta il processo- farsa che gli toglierà il nulla osta di sicurezza. Robert Strauss, tuttavia, avrà poco da gongolare, poiché verrà accusato di aver pilotato la commissione in capo all’udienza per tornaconto personale, perdendo di fatto ogni chance di carriera politica.

Nolan confeziona un’opera che, come il suo protagonista, entrerà nella storia della cinematografia; non solo per la regia magistrale, la scelta degli attori che entrano ed escono di scena, rendendo incisive anche le più brevi comparse (come Gary Oldman nei panni del Presidente Truman), e la colonna sonora che contribuisce a caricare di pathos una storia già di per sé emozionante; ma soprattutto per aver portato sul grande schermo, con estrema efficacia, una pellicola storica quanto mai attuale e che ci invita a riflettere su questioni che anche oggi attanagliano il nostro presente.

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