Dicembre 21, 2024

Casa Titanus: quattro passi dentro un secolo di cinema

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Un itinerario nella storia del cinema italiano su e giù per Casa Titanus, a Roma insieme alle guide del FAI.
attori titanus

Se l’orizzonte sta in mezzo, il film è noioso” dice con convinzione granitica un John Ford intrepretato da David Lynch (!) alla fine del film The Fabelmans, ultimissimo lavoro di Spielberg. Nella scena Ford spiega l’uso del piano americano: se l’orizzonte è alto c’è drammaticità, se è basso c’è libertà e possibilità. Un insegnamento che torna utile anche quando decidi di dipingere le pareti di casa a due colori orizzontali. Questo accade quando il cinema entra nella vita di tutti i giorni e la settima arte si impasta con la realtà tanto da indirizzare alcune decisioni di banale vita quotidiana. Accade soprattutto quando il cinema è lavoro, fil rouge della vita, perno essenziale attorno al quale ruotano gli avvenimenti di una storia familiare. Sto parlando dell’epopea dei Lombardo, fondatori e presidenti della casa cinematografica italiana Titanus.

Il progetto del FAI

Recentemente ho partecipato alla bellissima visita speciale Casa Titanus e la storia del cinema italiano, organizzata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) presso il palazzo di rappresentanza della casa di produzione cinematografica, a Roma. Un’esperienza alternativa, diversa dal solito giro Navona, Trevi, Tritone, un modo laterale di approfondire le vicende storiche, culturali e di costume del nostro paese. La guida FAI ha accolto i partecipanti direttamente nell’atrio del palazzo, nel quale campeggia uno scalone, circondato e tappezzato in ogni angolo da manifesti cinematografici. Oltre ad essere un cursus honorum della Titanus, le locandine regalano anche una bella lezione di grafica dagli anni ’20 ad oggi. Più grande e spettacolare di tutti, troneggia il manifesto de Il Gattopardo (1963) film capolavoro ultra-costoso che quasi portò la Titanus al tracollo finanziario. Di fronte, un magnetico Alain Delon ci guarda dal manifesto de Rocco e i suoi fratelli (1960), più su Sodoma e Gomorra (1962) o Pane, amore e fantasia (1953).

La visita

casa Titanus

Una volta chiuso il grande portone, lasciato il frastuono della capitale alle spalle, si entra in un microcosmo fatto di racconti, aneddoti, cineprese gigantesche, sale riunioni tappezzate da seta verde che hanno ospitato Visconti e Fellini. Attraverso lo scorrere delle locandine, la guida narra la storia della Titanus. Le radici risalgono al 1904, anno in cui il fondatore Gustavo Lombardo costituisce a Napoli l’azienda che, allora, si proponeva come distributrice di pellicole e noleggio di teatri di posa. Lombardo abbandona gli studi di giurisprudenza intuendo, sagacemente, quanto il cinema sarebbe diventato essenziale nel mondo dell’intrattenimento. Più avanti (1916) Lombardo inizia a produrre in casa le pellicole creando la Teatro-Lombardo Film e, in quegli anni, conosce e sposa l’attrice Leda Gys, in precedenza legata sentimentalmente al poeta Trilussa. Nel 1928 la Lombardo Film diventa ufficialmente Titanus, seguirà di lì a poco la nascita del famoso logo con lo scudo. Nel 1931 gli studi si trasferiscono a Roma, una scelta obbligata per la politica fascista di accentramento dell’industria cinematografica. Seguiranno i difficili anni della guerra e, nel 1951, con la dipartita del fondatore Gustavo, le redini passano nelle mani del figlio Goffredo. Sarà proprio quest’uomo d’altri tempi (così descritto da molti) a rendere indelebile la firma della Titanus nel panorama del cinema italiano.

Lo studio del Presidente

studio casa Titanus

Dobbiamo infatti a Goffredo Lombardo la produzione di quel capolavoro del 1963 che è Il Gattopardo. L’importanza di questo film nella cultura italiana è tale che, nel bel mezzo della visita, la guida del FAI si fa da parte per lasciare la parola a Guido Lombardo, attuale presidente della Titanus. Il presidente ci racconta del film in prima persona, facendoci accomodare nel suo grande studio, un peculiare ambiente arredato e personalizzato da suo padre. Lo studio è tappezzato da una sontuosa boiserie in legno, al centro una grande scrivania curva e, in ogni angolo, ci sono premi, tributi, targhe, quadri…e cani. Si, lucidi cani di porcellana dipinta, di tutte le misure, di tutte le razze, di tutte le fogge. A quanto pare, patròn Goffredo adorava collezionare questo tipo di oggetti, alcuni dei quali degni del miglior artista iperrealista.

Il Gattopardo

Il presidente Guido Lombardo ci parla delle difficoltà economiche che la Titanus dovette affrontare dopo la produzione de Il Gattopardo, un vero tracollo finanziario. Una delle cause? La minuzia e precisione maniacale che Luchino Visconti aveva e pretendeva dai suoi produttori. Un esempio su tutti riguarda i costumi: le camicie rosse dei garibaldini che arrivano in Sicilia sono state tinteggiate secondo metodi e usi dell’epoca raccontata, e non in maniera industriale, per aderenza massima al realismo storico. Lombardo ci mostra anche una vera chicca: la scheda originale con le fasi di produzione del film, compilata a mano con scene, location ed attori. La casa cinematografica riuscì a non chiudere i battenti vendendo gran parte degli immobili di proprietà e grazie alla lungimiranza ed integrità del presidente che saldò tutti i conti, deciso a non dichiarare bancarotta. In una teca in legno laccato in stile giapponese sono conservati alcuni premi vinti dalla Titanus: Leoni di Venezia, Palme di Cannes, Telegatti e altri riconoscimenti. Il presidente si congeda da noi invitandoci a proseguire la visita con una nuova sorpresa.

Il documentario

La guida, infatti, ci porta al piano -1 del palazzo per introdurci in un piccolo salotto/corridoio in stile art déco. L’ambiente è tappezzato di carta da parati a motivi vegetali e arredato con divanetti in vimini e paralumi con le frange: uno stargate che ci fionda direttamente negli anni ’20! E’ l’anticamera della sala di proiezione privata della Titanus: ci accomodiamo sui divani per gustare un breve documentario (30 min) su Goffredo Lombardo, girato da Giuseppe Tornatore. Una carrellata di colleghi, registi, sceneggiatori (prima fra tutte Suso Cecchi D’Amico), collaboratori, familiari ed attori (Alain Delon, Claudia Cardinale) parlano commossi del presidente (morto nel 2005). L’immagine che viene dipinta per noi è quella di un gentiluomo, un padre premuroso, un lavoratore integro ed onesto, un uomo attaccato alla famiglia e animato da un amore viscerale per il mare che, però, gli porterà via qualcuno di molto caro (ma questa è un’altra storia).

Titanus oggi

Il documentario è delicato ed intimo, la firma è di un regista d’eccezione e rappresenta la chiusura perfetta di una visita speciale, un pomeriggio magico in un luogo dove si respira ancora un’aria fatta di passione, dedizione e rispetto per un grande passato. Un retaggio che oggi si riflette nei grandi cambiamenti che l’industria del cinema sta attraversando con l’avvento delle piattaforme di streaming con le quali le major devono confrontarsi, diversificando la propria offerta. Tutto sommato, niente di diverso da quanto sosteneva Giuseppe Tomasi di Lampedusa che, con la voce di Tancredi Falconeri, dice: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

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