SCIAMANI, COMUNICARE CON L’INVISIBILE
6 min readIl tema dello sciamanesimo ha da sempre affascinato intere generazioni di studiosi. L’incanto e il mistero dell’agire sciamanico sono stati il fulcro del dibattito scientifico per molti decenni e, in un’epoca in cui la modernità ha profondamente trasformato valori e stili di vita delle società tradizionali, il dibattito sembra essere ancora acceso e attuale. Chi è lo sciamano? Uno stregone? Un guaritore? Un veggente? Un esorcista? Oppure – com’è stato definito – un eroe culturale, un intermediario col mondo degli spiriti?1
Negli spazi suggestivi di Palazzo delle Albere a Trento e del Museo etnografico trentino a San Michele all’Adige, una straordinaria esposizione prova a dare una risposta a queste e molte altre domande, invitando il visitatore a immergersi nell’affascinante mondo degli sciamani.
La mostra, aperta fino al 30 giugno 2024, rappresenta una collaborazione tra tre importanti musei della Provincia autonoma di Trento: MUSE – Museo delle Scienze di Trento, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e METS – Museo etnografico trentino San Michele. La direzione scientifica è stata affidata a Stefano Beggiora, uno dei più grandi esperti italiani di sciamanesimo e docente di Etnografia dello Sciamanesimo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
All’interno dell’esposizione di Palazzo delle Albere l’antico e affascinante fenomeno dello sciamanesimo viene esplorato con un approccio multidisciplinare attraverso le lenti dell’antropologia, dell’etnografia, della psicologia, delle scienze, dell’archeologia e dell’arte, in una mostra unica nel suo genere. La Fondazione Sergio Poggianella ha messo a disposizione oltre cento reperti e manufatti provenienti dalla Cina, dalla Siberia e dalla Mongolia, rendendo possibile un viaggio immersivo attraverso luoghi, riti, linguaggi e oggetti delle culture mongole e siberiane che ancora oggi praticano lo sciamanesimo.
Gli sciamani e il loro rapporto con il soprannaturale
Lo sciamanesimo affonda le sue radici in una tradizione millenaria, si tratta del primo approccio dell’essere umano con la spiritualità. Gli sciamani, per le popolazioni nomadi della steppa, erano considerati uomini-medicina, dei guaritori, nonché esseri dotati di poteri soprannaturali. La pratica sciamanica era radicata nella quotidianità e si fondava sul rapporto e la relazione tra umani e non umani. La propiziazione degli spiriti e degli antenati, infatti, poteva essere effettuata da chiunque e aveva luogo indipendentemente dalla presenza degli sciamani, ma erano quest’ultimi che intervenivano qualora fosse stato necessario un contatto diretto con il mondo soprannaturale. E’ importante inoltre ricordare che oggi, come in passato, sciamani si nasce e non si diventa. 2
Allestimento
La collezione presentata a Trento è straordinaria e unica in Italia, comprende oggetti di culto come tamburi, amuleti, strumenti per la divinazione e per la cura e corredi sciamanici completi con costumi rituali, maschere, copricapi, bastoni. Il costume è arricchito spesso da pendenti metallici in grado di emettere suoni e da lunghe frange note come “serpenti”, un elemento decorativo e una manifestazione dei poteri dello sciamano. Quest’armatura sonora non solo serve da protezione contro i pericoli, ma funge anche da rappresentazione tangibile del mondo degli spiriti. In questo modo il costume diventa un simbolo e incarna la potenza e la connessione dell’individuo con dimensioni altre.
In occasione della mostra sono stati effettuati test del DNA sulle parti animali dei vari oggetti, scoprendo l’uso di pelli di lupo, capra, cervo, furetto e questo conferma una stretta connessione con la natura e la fauna tipica dell’area mongolo-siberiana. E’ molto forte la concezione del mondo come un essere vivente, in cui piante e animali possiedono uno spirito.
Oltre ai manufatti, all’interno dell’esposizione, sono stati realizzati materiali multimediali, come video didattici e di animazione che hanno aiutato ad approfondire ed analizzare il tema sotto molteplici punti di vista.
Lo stato alterato di coscienza
Una sezione della mostra si concentra sulla dimensione dello stato alterato di coscienza, elemento centrale dello sciamanesimo, se non il suo tratto distintivo, che oggi può essere studiato, interpretato e anche riprodotto grazie alla tecnologia applicata alle scienze cognitive. L’utilizzo della musica, in particolare del suono del tamburo nelle pratiche sciamaniche, aiutano lo sciamano a raggiungere più facilmente uno stato alterato di coscienza. Accompagnato dal suono del tamburo e dei sonagli presenti sull’abito, infatti, lo sciamano intraprende il cosiddetto “viaggio sciamanico” al di fuori di sé. Il suono, fondamentale in questa pratica, è in grado di stimolare la produzione di onde Thetha nel cervello e permette di raggiungere uno stato di meditazione profonda attraverso il distacco dalla mente razionale.3
A tal proposito, all’interno dell’esposizione, c’è l’opportunità di provare un’esperienza sensoriale immersiva dove, attraverso il suono del tamburo e una passeggiata virtuale in una foresta, è possibile provare una piccola esperienza di coscienza alterata, molto suggestivo.
Da un lontano passato al presente
Il percorso di visita include anche reperti archeologici datati al Paleolitico superiore raffiguranti esseri umani con maschere animali. Si può parlare di sciamanismo preistorico? All’interno della mostra viene fatta una riflessione in merito, cercando di indagare sulla spiritualità dei nostri antenati ed in seguito, saltando avanti nel tempo, soffermarsi sullo sciamanesimo contemporaneo; come ogni fenomeno, infatti, anche lo sciamanesimo si evolve e si modifica con il passare degli anni ed è tuttora una pratica molto diffusa.
Arte contemporanea
Al secondo piano di Palazzo delle Albere viene presentata la terza sezione della mostra curata dal Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto che trova come protagonista la creatività. L’arte contemporanea esposta si aggiunge alla narrazione scientifica ed etnoantropologica, contribuendo con una visione artistica dello sciamanesimo e presentando circa 40 opere di 26 artisti e artiste internazionali. Tra stili eterogenei e media diversi (pittura, scultura, video, fotografia, installazione), essi dialogano con il mondo sciamanico ispirandosi a tradizioni culturali antiche e sottolineando l’imprescindibile legame fra il mondo degli esseri umani, il mondo animale, naturale e spirituale, riflettendo su una problematica molto attuale: l’importanza di una convivenza rispettosa e consapevole.
Sciamani. Téchne, Spirito, Idea
Esiste un altro polo al museo etnografico trentino, METS, a San Michele all’Adige, che ospita un’ulteriore sezione, un’integrazione dal titolo “Sciamani. Téchne, Spirito, Idea” in cui sono esposti gli oggetti sciamanici della collezione di Poggianella in correlazione con l’arte contemporanea, la dimensione spirituale e gli oggetti della tradizione popolare.
Il mondo dello sciamanesimo è qualcosa che ha sempre interessato, spesso si è attratti da queste figure quasi leggendarie, non meno affascinanti di altri personaggi che popolano libri e film come vampiri, lupi mannari, streghe e spiriti; siamo suggestionati da tali temi, dal brivido, dal presunto mondo che i nostri occhi non riescono a vedere. La mostra “Sciamani: Comunicare con l’Invisibile” rappresenta un’opportunità unica per esplorare la complessità di uno dei fenomeni spirituali più antichi dell’umanità, aprendo finestre sulla sua storia, la scienza, la pratica contemporanea e il suo legame con l’arte.
- Stefano Beggiora, Il cosmo sciamanico. Ontologie indigene fra Asia e Americhe, Milano, Franco Angeli, 2019 ↩︎
- Lia Zola, Alcuni aspetti delle relazioni tra umani e non umani nello sciamanesimo della Siberia orientale, in «Il cosmo sciamanico. Ontologie indigene fra Asia e Americhe», 2019, pp.142-158 ↩︎
- Alessandro Norsa, Trance sciamanica e trance ipnotica: uno studio cross-culturale, in «Il cosmo sciamanico. Ontologie indigene fra Asia e Americhe», 2019, pp.311-331 ↩︎
Laurea umanistica, appassionata di cultura pop e letteratura, compro più libri di quelli che riesco a leggere.
Credo nel valore e nel potere delle storie, mi piace condividere la loro magia, ed è così che è nata l’idea di un club del libro in alta quota di cui sono la fondatrice e moderatrice. Vivo in un piccolo paese circondato dalle montagne, adoro camminare nei boschi, la natura mi rilassa e mi ricarica.