Novembre 24, 2024

L’assenzio: una fata verde bohémien

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Il proliferare dei parassiti nella stagione invernale a causa del riscaldamento globale è uno dei problemi più seri tra quelli sul tavolo dei coltivatori. Ecco scendere in campo l’assenzio , una pianta erbacea, medicinale, dalle eccellenti qualità salutari e protettive.

L’assenzio è conosciuto fin dai tempi più antichi nell’area del Mediterraneo. Eccellenti le proprietà che offre come semplice pianta da coltivare. E’ un importante insetticida per gli insetti fitofagi, elimina le larve nelle derrate, combatte il moscerino della frutta e infine è attivo anche sugli afidi. Il suo gusto amarissimo allontana i topi dalle cantine e le chiocciole dall’orto.

I singoli coltivatori e produttori, dovranno coordinarsi e mettersi in rete per fare insieme  la differenza. Cercando sinergie e facendo sì che in aree sempre più estese (e non solo su piccole proprietà) non si  utilizzino veleni.

 Il macerato di assenzio rientra nei metodi di difesa naturale meritevoli di sperimentazione in tal senso. Già il macerato di ortica (peraltro non propizio su cavoli e legumi) e di equiseto trovano più largo impiego, anche come fertilizzanti, negli orti di famiglia coltivati a livello amatoriale. Quest’ultimo è in grado, per esempio, di aumentare il contenuto di silice nel terreno. Un mix ottimale dei due prodotti, se spruzzato sulle foglie della vite è in grado di arginare e prevenire le malattie fungine. 

La Fata verde è peraltro più famosa come bevanda alcolica al sapore di anice, ed è al centro di una quantità di leggende metropolitane superiore a tutti gli altri liquori messi insieme. Tra il 1880 e il 1900 l’assenzio viene indicato come una minaccia sociale dalle associazioni contro l’uso di alcoolici e dei produttori di vino. Proprio questo periodo in Francia era caratterizzato dalla carenza di vino e da un incremento nel consumo di superalcoolici. Si era diffusa la notizia secondo cui alcuni crimini violenti sarebbero stati commessi dopo l’abuso della bevanda stesso. In realtà si tratta di persone ubriache, che avevano bevuto molto più che due bicchieri.

Siamo certi che gli ingredienti usati oggi sono gli stessi dell’assenzio del XIX secolo: non ci sono prove che contenga droghe psicoattive. Sotto accusa è il tujone, proveniente dai maggiori ingredienti dell’Assenzio maggiore. Solo in quantità particolarmente elevate può causare spasmi muscolari e convulsioni, non allucinazioni.Perfino al giorno d’oggi le distillerie devono stare molto attente con la quantità di assenzio maggiore che viene aggiunto ad ogni lotto produttivo, per far sì che non si superino i valori massimi in vigore nel paese in cui sarà venduto.

L’ Assenzio è fonte di discussione in Europa. Infatti il Parlamento Ue ha bocciato la proposta finalizzata a definire la bevanda, chiamata anche ‘Fee Verte’, o la fata verde, che più di ogni altro prodotto alcolico ha sollevato polemiche. Per 409 voti a favore, 247 contro e 19 astensioni, è arrivato il no dalla corte di Strasburgo. Quindi non esiste un parametro di riferimento per la produzione di questa bevanda.

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