Il cervello degli omosessuali
3 min read{Nell’immagine in evidenza, Diana e Callisto di Pieter Paul Rubens, 1635-1640}
Cos’è il sesso? Cosa succede al nostro corpo quando ci innamoriamo? Esistono delle differenze cerebrali fra maschi e femmine? E’ possibile riconoscere una persona omosessuale dal suo cervello? Quant’è realmente romantico l’amore che possiamo provare per un’altra persona? In questa nuova rubrica cercheremo di fare chiarezza su tematiche abbastanza complesse e di eviscerarle nel modo più limpido possibile per comprendere diversi aspetti illuminanti e curiosi. Quasi tutto il contenuto di questa rubrica è stato ricavato dalle lezioni universitarie del Professor Robert Sapolsky, con qualche eventuale integrazione da testi universitari e divulgativi.
Il dimorfismo sessuale negli omosessuali
Come abbiamo imparato nell’episodio precedente, in uomini e donne si attivano aree cerebrali diverse quando provano attrazione. Ma i due sessi o, ancora meglio, i due generi divergono anche per alcune componenti strutturali del cervello. Tali diversità sono raggruppate nell’alveo di quello che viene definito dimorfismo sessuale, che comprende quindi differenze morfologiche fra individui appartenenti alla stessa specie ma di sesso opposto.
In linea di massima è possibile affermare che non esista un cervello propriamente unisex. Durante le prime 8 settimane dal concepimento il cervello fetale si configura come femminile. A partire dalle otto settimane successive al concepimento, il cervello del feto maschile subirà un’inondazione di testosterone, che stimolerà la crescita dei centri cerebrali relativi al sesso situati nell’ipotalamo. Queste strutture esistono anche nel cervello femminile, ma la loro dimensione è dimezzata rispetto a quella degli uomini. Se il feto si trasformerà in un individuo di sesso femminile, invece, verranno rafforzate e ingrandite le connessioni cerebrali relative alla comunicazione e all’elaborazione delle emozioni.
Omosessuali e INAH-3…
Le peculiarità cerebrali di uomini e donne vengano preservate fino alla morte. Ci sono delle differenze nelle dimensioni dei nuclei, nel numero di assoni che scorrono in un fascio di fibre, ma la differenza più sostanziale e sorprendente risiede in un gruppo di piccoli nuclei nell’ipotalamo, chiamato INAH-3 (Interstitial Nucleus of the Anterior Hypothalamus) che risulta avere una grande influenza nel comportamento sessuale delle scimmie Rhesus.
L’INAH-3 presenta dimensioni ben due volte maggiori nei maschi etero rispetto alle donne e ai maschi omosessuali, che condividono pressappoco le dimensioni femminili. La ragione di tale distinzione è da ricercarsi nel maggiore grado di densità dell’impacchettamento neuronale degli omosessuali e delle donne eterosessuali.
In altre parole i maschi omosessuali e le donne in quest’area possiedono più neuroni per millimetro cubo, di conseguenza l’intera zona risulta essere più “compressa”. Diamo per scontato che questo non abbia alcun tipo di ripercussioni intellettive sugli individui, e l’intero staff prende le distanze da qualsiasi atteggiamento discriminatorio in tal senso. Ciò che cambia è esclusivamente la distribuzione spaziale dei neuroni. E’ possibile identificare il sesso di una persona anche solo osservando le dimensioni dell’INAH-3 dopo la morte del soggetto.
…E non solo
Un’altra zona del cervello le cui dimensioni dipendono dal sesso è il bed nucleus of the stria terminalis, ossia il punto in cui l’amigdala inizia ad inviare il suo flusso di ormoni nell’ipotalamo. Ancora, dei neuroni e dei particolari trasmettitori sono strettamente relativi al sesso: nei maschi sono grandi il doppio rispetto alle femmine e la loro dimensione nel cervello dei maschi omosessuali è analoga a quella nel cervello delle femmine eterosessuali. Qualsiasi considerazione fatta fin ora vale specularmente per le donne omosessuali: il loro cervello presente delle affinità con quello dei maschi eterosessuali.
La transessualità
L’osservazione post-mortem dei cervelli di alcuni transessuali ha rivelato che la loro dimensione neuronale era più affine a quella del genere a cui sentivano di appartenere, piuttosto che del loro sesso biologico natale. Si potrebbe obiettare che nel momento in cui una persona intraprende un percorso di transazione, essa venga trattata con grandi quantità di ormoni, che influenzano alcune zone del cervello. Ciò è formalmente corretto, tuttavia è stato studiato che le differenze fra le dimensioni neuronali sono presenti anche in individui transessuali che non hanno effettuato trattamenti ormonali e biochimici, e sono morti dicendo “questo non è il mio sesso, sono nato nel corpo sbagliato ma non ho mai effettuato transizioni”. Ed è una scoperta straordinaria!
Studio biotecnologie mediche. Sono un appassionato di scienze e filosofia e amo l’arte in tutte le sue forme. Sono profondamente convinto che la Bellezza debba essere il baluardo che guida ed emoziona il mondo, pertanto è necessario conoscerne le declinazioni culturali e inebriarsene. Membro del Cicap e del circolo scacchistico estense
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