Dicembre 22, 2024

I sentieri nella giungla del traffico dei rifiuti

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Un loro percorso virtuoso può avere ricadute positive sia in termini di economia circolare, sia in termini di impatto sul riscaldamento globale.

A causa di uno “stereotipo” nell’ opinione pubblica, l’inquinamento da rifiuti può essere percepito come un dilemma minoritario rispetto all’ inquinamento da riscaldamento globale. L’attenzione mediatica si sofferma peraltro spesso su quest’ultimo. In entrambi i casi le conseguenze relative ad impatto sulla biodiversità e salute sul pianeta (e, ahimè, i satelliti artificiali che lo circondano) sono deleterie.

Secondo quanto riportato dalla commissione, la temperatura superficiale globale del pianeta sarebbe aumentata di 0,74 ± 0,18 °C durante gli ultimi 100 anni, fino al 2005. Un incremento comunque capace di innescare – con il concorso di altre cause – eventi climatici estremi. Quanto al trattamento dei rifiuti, stiamo parlando di volumi, pesi e tempi (di smaltimento) davvero impressionanti. Il Global E-Waste Monitor per esempio ha stimato la consistenza planetaria dei rifiuti elettronici in “una fila di 1.115.000 autoarticolati da 40 tonnellate ciascuno…circa la metà circa della circonferenza dell’equatore”.

Non sono poche le applicazioni biotecnologiche che, per quanto possano innescare una sorta di “roulette ecologica”, – non certo a rischio 0 – promettono perlomeno di porre un argine all’inquinamento. Si potrebbero piantare alberi geneticamente modificati capaci di crescere velocemente al fine di sequestrare quantità sempre crescenti di anidride carbonica in eccesso. Nel secolo in corso si potrebbe espandere una sorta di “industria del rimedio biologico”, consistente nell’impiego di decine di migliaia di nuovi batteri, virus e animali transgenici da immettere nell’ecosistema.

Nel 2019 la giovane ricercatrice Miranda Wang ha vinto il premio “Rolex Awards” grazie alla realizzazione di un catalizzatore che permette di recuperare migliaia di tonnellate di plastica “non riciclabile” trasformandola in qualcosa di riutilizzabile in vari tipi di industria, dai tessuti ai componenti elettronici. Lei e l’amica Jeanny Yao hanno preso ispirazione proprio da un batterio in grado di mangiare la plastica, analizzato ai tempi della scuola.

Nell’ambito del trattamento dei rifiuti ancora non si intravedono percorsi realizzabili se non riducendone drasticamente l’immissione diretta nell’ambiente. Per vederci chiaro, è anzitutto necessario districarsi nella giungla creata dalla sovrapposizione tra regolamentazione normativa internazionale, nazionale, regionale e locale. Una soluzione al riscaldamento globale potrebbe derivare dall’ applicazione della legge di Navier-Stokes che descrive il moto dei fluidi. Annoverata tra le “dieci scoperte che cambieranno tutto”, consisterebbe – sebbene possa apparire ai limiti della fantasia e comunque difficilmente realizzabile entro il secolo corrente – nel trasporto di ghiaccio dall’Artico al Mediterraneo.

La definizione giuridica di cessazione della qualifica di rifiuto (“END OF WASTE” è un nodo centrale, ed è stata modificata di recente. Sono state introdotte ulteriori disposizioni all’art. 184-ter del Codice dell’ambiente, tra cui quella che istituisce un sistema di controlli ex-post sugli impianti autorizzati (cosiddette autorizzazioni “caso per caso”) ovvero in mancanza di riferimenti normativi europei e nazionali attribuendone la competenza al Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA).

Si stima che il 25 per cento delle spedizioni di rifiuti inviate dall’Ue ai paesi in via di sviluppo avvenga in violazione delle normative internazionali. Al loro arrivo, questi rifiuti sono spesso abbandonati o gestiti in maniera scorretta, con conseguenze molto gravi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Se la globalizzazione del traffico dei rifiuti è di per sé contenibile, una de-globalizzazione del riscaldamento globale è di per sé inconcepibile. Proprio lo scorso anno la Cina ha detto stop all’import di plastica e di carta riciclata.

Come avviene la classificazione merceologica dei rifiuti? Con il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), che consiste nell’assegnazione di un codice di 6 cifre. Le prime due cifre identificano la fonte, e pertanto il settore produttivo (che viene codificato anche, per intenderci, nell’ambito di un’altra nomenclatura, la classificazione ATECO).

Il CER è oggi articolato in 20 classi, 111 sottoclassi e 839 rifiuti, di cui 405 pericolosi e 434 non pericolosi. Quanto alle spedizioni internazionali di rifiuti, si ricorre alla nomenclatura combinata della Tariffa Doganale Comunitaria (l’ultimo aggiornamento risale all’11 ottobre 2018) con regolamento comunitario. Essa conta 143 occorrenze per la parola “cascami”, 82 per la parola “avanzi”, 36 per “rifiuti”, 8 per “avanzi”.

Sono queste nomenclature che si parlano tra loro? A causa delle differenze esistenti tra i prodotti contrassegnati con i codici della nomenclatura combinata di cui al regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio («codici NC»), e le voci dei rifiuti elencate negli allegati III, IV e V del regolamento (CE) n. 1013/2006 («codici dei rifiuti»), non è sempre possibile ottenere una chiara e completa corrispondenza tra loro. Laddove si verificano queste differenze, è possibile verificare la concordanza tra i codici sulla base di una approssimazione al fine di conseguire la migliore corrispondenza possibile.

Per concludere, un traffico di rifiuti virtuoso può avere ricadute positive non solo in termini di economia circolare, sia in termini di impatto sul riscaldamento globale. Oggi i “sentieri” sui quali circolano i rifiuti – che vanno considerati merci, in un’ottica di economia circolare – sono ancora troppo lunghi. Sentieri che risultano consistere da binari ferroviari soltanto per un quarto del traffico complessivo. Lo studio sulla movimentazione dei rifiuti presentato da Marco Botteri di Ecocerved, la società di analisi e studi di Unioncamere, stima che su 193 milioni di tonnellate in viaggio (+7%, in linea con le quantità prodotte) 44 milioni si spostano per più di 100 Km (+17% ) e 14 milioni (il 7% del totale) superano i 300 Km. I chilometri percorsi in un anno salgono a 1,2 miliardi, equivalenti a circa 175 mila volte l’intera rete autostradale del nostro paese!

PER SAPERNE DI PIU

https://it.wikipedia.org/wiki/Riscaldamento_globale

http://www.giovannibignami.it/i-miei-libri/214-cosa-resta-da-scoprire.html (per le “dieci scoperte che cambieranno tutto)

https://www.libraccio.it/libro/9788880898306/jeremy-rifkin/secolo-biotech-commercio-genetico-e-inizio-di-una-nuova-era.html

https://www.libreriauniversitaria.it/trash-tutto-quello-dovreste-sapere/libro/9788875787882

https://www.fondazionesvilupposostenibile.org/wp-content/uploads/dlm_uploads/2018/12/Marco-Botteri_Ecocerved.pdf

http://www.giuristiambientali.it/documenti/101212_RIF.pdf

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:L:2018:273:FULL&from=DE

https://www.certifico.com/newsletter/archive/view/listid-26-chemicals/mailid-13257-tavola-di-concordanza-codici-rifiuti-e-codici-doganali

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