Novembre 22, 2024

Tra fantascienza e attualità: la narrativa di Andreas Eschbach

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In che misura il romanzo di fantascienza può aiutare a comprendere la vita reale? Scopriamolo analizzando le opere di Andreas Eschbach.

Sin dagli esordi, la narrativa di fantascienza gode di un discreto successo di pubblico. Parallelamente al suo affermarsi come fenomeno di massa, però, la corrente si è spesso scontrata con il pregiudizio della critica; molti, infatti, nel corso degli anni, si sono mostrati ostili a essa, considerandola un mero fenomeno commerciale, inadeguata a interrogarsi circa i misteri dell’umanità.
Con l’avanzare del progresso scientifico, però, alcuni oggetti descritti nelle opere appartenenti a tale genere non sono più solamente invenzioni “da romanzo di fantascienza”; la tecnologia, infatti, è ormai parte integrante della quotidianità, ed è sempre più difficile, oggigiorno, scindere la vita umana dalla sua componente tecnologica.

Vista l’evoluzione della società, gli ultimi decenni hanno visto l’affermarsi di tale corrente, non solo in ambito letterario, ma anche cinematografico, telefilmico e videoludico. Il futuro, che contemporaneamente spaventa e incanta, è rappresentato in numerose opere, che uniscono il già citato progresso a una componente filosofica ed esistenziale.
La letteratura fantascientifica intrattiene, e al contempo fornisce spunti di riflessione circa svariati quesiti, che non riguardano solamente il futuro, ma anche il presente.
Il panorama fantascientifico è molto vasto, tanto da rendere immediato il processo di ricerca di un nome adatto a dimostrare quanto affermato. Molti nomi, però, rimangono poco noti, ma non per questo sono meno degni di analisi; lo scrittore sul quale si vuole porre l’accento, infatti, non è molto conosciuto, ma vanta una valida bibliografia, in continua crescita. L’autore in questione è il tedesco Andreas Eschbach.

Chi è Andreas Eschbach?

Nato 1959 a Ulm, l’autore ha fatto della fantascienza e della tecnologia pilastri essenziali delle sue opere. Tratti distintivi della sua narrativa sono il lessico semplice e il susseguirsi di colpi di scena, capaci di catturare il lettore fino all’ultima pagina.
L’autore è poco noto in Italia, ma in Germania gode di un cospicuo successo, dimostrato dai numerosi premi vinti durante la sua carriera; negli anni, infatti, Andreas Eschbach si aggiudica la vittoria del Deutscher Science Fiction Preis e del Kurd-Laßwitz-Preis, dove concorre nella categoria “Miglior Romanzo”. Sebbene queste competizioni siano poco conosciute in Italia, danno la giusta misura dell’ammirazione che l’autore suscita negli appassionati del genere e nella critica.

Nel 1995 viene pubblicata la sua prima opera, la cui genesi ha luogo a partire da un quesito matematico che l’autore si pone. Eschbach, infatti, si chiede quanti tappeti di capelli servirebbero a coprire un pianeta, e in seguito prova a darsi una risposta; è proprio così che nasce così Die Haarteppichknüpfer*. Il romanzo, tradotto in sette lingue, viene pubblicato anche in Italia con il titolo Miliardi di tappeti di capelli.

Un futuro lontano, una tradizione complessa

Ambientata nel 178002, in un futuro tanto remoto da sembrare irreale, l’opera presenta una struttura simile a quella della raccolta di racconti. Ogni capitolo narra la storia di un unico personaggio, ognuno dei quali svolge un ruolo fondamentale per comprendere il mistero alla base della narrazione.
I personaggi qui presenti non sempre si conoscono tra di loro, ma sono accomunati dalla sudditanza nei confronti di un onnipotente sovrano, l’Imperatore Aleksandr. Questi, sin da tempo immemore, obbliga i suoi fedeli, disseminati nell’universo, a impegnarsi nella tessitura di tappeti di capelli, utili a ornare il suo palazzo.

Nonostante la sua potenza, però, il regnante dovrà fare i conti con una rivolta, portata avanti da quanti vorrebbero liberare i popoli dal giogo dell’Impero; questo bisogno di rivalsa, però, farà luce su una questione spinosa: fino a che punto può esistere una ribellione, prima di diventare anch’essa un culto?
Quest’opera è il primo esperimento di un autore di fantascienza che riesce a divertire, ma anche a esprimersi con delicatezza su questioni esistenziali. Una tra queste è la fede, quel tipo di fede che danneggia quanti si abbandonino ciecamente alla venerazione dell’ onnipotente Aleksandr, il quale plagia i propri sudditi ma volge lo sguardo da loro. Questo sovrano, però, si rivelerà essere un personaggio interessante, grazie a un brillante monologo sul senso della vita, dal punto di vista di un essere immortale.

Le energie rinnovabili e la fantascienza

Nello scrivere Solarstation (1996), il suo secondo romanzo, Eschbach fonde il thriller con la fantascienza, ma non è solo questo l’elemento interessante della narrazione. L’opera, che inizialmente sembrerebbe un romanzo giallo, si concentra ben presto su tematiche attuali, quali il repentino peggioramento della condizione ambientale della Terra.
L’azione si svolge nel 2015, il Giappone è la prima potenza mondiale ed ha preso il posto degli USA per quanto riguarda l’espansione nello spazio. Il romanzo, difatti, si svolge all’interno della NIPPON, una sorta di centrale solare orbitale. Dal momento che i giacimenti petroliferi sono pressoché esauriti, vengono sperimentati dei nuovi metodi di approvvigionamento, tra cui quello attuato sulla già citata centrale.
Il personale della NIPPON, che è in orbita al momento della narrazione, monitora l’assorbimento dell’energia solare; successivamente, sarà tenuto a inviarla alla Terra, attraverso un potente raggio.
Protagonista dell’opera è Leonard Carr, un disilluso ex pilota dell’Air Force, che si ritrova a fare da inserviente sulla già citata centrale orbitale. Sulla NIPPON vive e opera una ristretta cerchia di scienziati giapponesi, ma ben presto il loro operato viene ostacolato da un ecoterrorista. Quest’ultimo, dati alla mano, informa il personale della centrale circa i pericoli di un uso sconsiderato del sopraccitato raggio, tanto potente da distruggere un’intera città.

Prende quindi il via un acceso dibattito, che si consuma tra i personaggi del romanzo; da una parte vi sono i sostenitori delle energie rinnovabili, pronti a sfidare la sorte in nome del bene del pianeta. Dall’altra parte, invece, vi è la figura del sabotatore, il quale teme che l’impatto del raggio di energia solare abbia unicamente risvolti catastrofici.
Tale dibattito non vuole screditare l’impiego di energie rinnovabili, ma porta a riflettere sull’importanza di valutare ogni aspetto di un elemento rivoluzionario. Solo così facendo è possibile stabilire i pro e i contro di una scelta, e, qualora il sacrificio sia inevitabile, cercare di limitare i danni.

Leggere la fantascienza di Eschbach, perché?

Come accennato, Eschbach non è il più noto esponente della letteratura fantascientifica, ma potrebbe rivelarsi interessante cimentarsi nella lettura di uno dei suoi romanzi.
Le sue opere si basano su uno stile semplice, ma mai banale. Le trame, lineari ed entusiasmanti, sono colme di digressioni sulla scienza; l’attenzione posta sui passaggi che parlano di scienza e tecnologia dimostrano la preparazione che precede ogni sua scelta narrativa. Nulla nelle sue opere è lasciato al caso, e ogni singolo elemento concorre a creare una vincente commistione tra intrattenimento e sviluppo del pensiero critico.
La prosa di Eschbach rivela degli aspetti attuali, e delle riflessioni che forse appartengono più a questo mondo, che a quelli inventati dall’autore. È proprio questo l’elemento vincente della fantascienza; sebbene le inclinazioni distopiche di questa corrente risultino spesso avverse al progresso scientifico, si rivelano efficaci nel rappresentare “i peggiori mondi possibili”.
La narrativa di fantascienza esaspera i contorni di vicende note, quali l’inquinamento, l’asservimento a un personaggio potente, la fede priva di spirito critico. Ponendo in essere vicende ai limiti del possibile viene quindi criticata la società, rappresentando ciò che potrebbe accadere se determinate situazioni sfuggissero al controllo dell’umanità.

Si tratti di un regno guidato da un Imperatore onnipotente, o di un mondo in cui le risorse sono in via di esaurimento, quanto avviene nelle opere di Eschbach non è poi così distante dalla realtà. Adesso che il mondo versa in condizioni disastrose a causa del Covid-19, è possibile notare che le catastrofi si abbattano anche sul mondo reale. Leggere romanzi di fantascienza può essere utile, in momenti come questi, per realizzare che le tragedie accadono, ma che nulla è eterno.
Nelle creazioni fantascientifiche, infatti, c’è sempre una via d’uscita, rappresentata dalla conoscenza e dallo studio, armi indispensabili per sconfiggere i mali del mondo. Facendo leva su queste “forze”, l’umanità potrà risollevarsi; ognuno farà la sua parte, e alla fine si riuscirà a riemergere da questo baratro, simile a quelli dipinti dalla penna di Andreas Eschbach. 

Informazioni aggiuntive

Annotazioni

* I tessitori di tappeti di capelli, traduzione mia.

Fonti

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