LA VITAMINA D E L’OSTEOPOROSI
3 min readLA VITAMINA D
Il termine “vitamina D” è il nome collettivo del colecalciferolo (vitamina D3) e dell’ergocalciferolo (vitamina D2). La produzione di vitamina D3 avviene nella pelle, grazie all’esposizione alla luce UV (lunghezza d’onda tra 290 ed i 315nm), mentre la trasformazione nella forma ormonale attiva, chiamata calcitrolo (1,25-diidrossivitamina D) avviene mediante una doppia idrossilazione, a livello del fegato e del rene.
La prima reazione fotochimica è molto rapida ed avviene a livello cutaneo, vede la trasformazione di 7-deidrocolesterolo in provitamina D3 e la sua efficienza di produzione è funzione della quantità di raggi UV che colpiscono la cute, mentre le reazioni successive sono più lente e possono impiegare anche 2-3 giorni. La conversione della provitamina D3 a vitamina D3 è una lenta isomerizzazione che dipende dalla temperatura e non dai raggi UV: se la cute è calda, avviene più rapidamente. Inoltre, se dopo aver formato provitamina D3 si continua ad irradiare la pelle, il rischio è quello di formare degli intermedi inattivi (lumisterol e tachisterol), impedendone la trasformazione in vitamina D.
L’esposizione alla luce solare risulta essere fondamentale a fronte della produzione di vitamina D, ma al contempo è correlata allo sviluppo di melanomi. La migliore strategia, per massimizzare la sintesi vitaminica senza correre rischi per la salute, è quella di adottare esposizioni di pochi minuti alla luce solare prima di applicare la crema con fps.
L’assunzione alimentare di vitamina D è insufficiente a coprire il fabbisogno, in quanto gli alimenti che la contengono in quantità apprezzabili sono pochi e ricchi di grassi, per questo motivo la maggior parte dell’apporto avviene tramite produzione endogena.
A COSA SERVE?
- Previene malattie come la scoliosi nei bambini, l’osteomalachia negli adulti e l’osteoporosi nell’anziano
- Raddoppia l’assorbimento di calcio a livello intestinale
- Favorisce la rigenerazione dell’osso
Da studi osservazionali, è risultato che le carenze di vitamina D siano associate ad un aumento della mortalità per tutte le cause. Gli anziani sono una categoria tipicamente carente in vitamina D a causa di diversi fattori, come la minor esposizione alla luce solare, la cute più spessa, il metabolismo meno funzionale, ecc.
L’OSTEOPOROSI
Specialmente nelle donne, è importante evitare la demineralizzazione dell’osso e quindi l’insorgenza di osteoporosi aumentando l’assunzione di calcio alimentare, poiché questa condizione patologica rende le ossa più fragili e soggette a fratture. A seguito della menopausa, le donne perdono l’1-2% della massa ossea in un anno, ovvero una quantità pari a quella che viene persa da un astronauta sulla ISS in condizioni di microgravità per un mese.
Mentre in una persona giovane la frattura di un osso è di tipo “legno verde”, ovvero si piega e si rompe ma non in maniera netta, nell’anziano l’osso è meno elastico e si frattura come se fosse di cristallo, lacerando i tessuti circostanti.
L’osteoporosi è una condizione che espone al rischio di frattura del femore, evento con indice prognostico negativo: dal 20 al 25% delle donne con frattura del femore muore entro un anno dall’evento e circa la metà accede a strutture assistite a causa dell’invalidità che ne consegue. Nonostante gli uomini abbiano una probabilità minore di andare incontro ad una frattura osteoporotica, il rischio di morte è maggiore di quello che si registra nelle donne (30-40%).
L’insufficienza di vitamina D è un problema di salute globale che affligge più di un miliardo di bambini e adulti in tutto il mondo. Le conseguenze della carenza di questa vitamina non possono essere sottovalutate: è stata trovata un’associazione con malattie acute e croniche, tra cui preeclampsia, carie dentale infantile, parodontite, malattie autoimmuni come il Lupus eritematoso sistemico, malattie infettive, cardiovascolari, tumori, diabete di tipo 2 e disturbi neurologici.
PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI
La prevenzione deve iniziare in giovane età, quando l’osso è in formazione, anche se questo rappresenta talvolta un problema negli adolescenti e soprattutto tra le ragazze, che tendono ad evitare per esempio i latticini per il loro apporto in grassi e vanno in questo modo a penalizzare anche l’apporto alimentare di sostanze funzionali. Per tutto l’arco della vita è altresì importante esporre almeno il 20% del corpo al sole per circa 15 minuti al giorno.
Mi chiamo Giulia Cinque e sono laureata in Scienze Erboristiche e in Scienze della Nutrizione Umana presso l’Università di Pisa. Sono da sempre appassionata di natura e di scienza ed ho un buon numero di interessi come la letteratura, la cucina, la musica, le serie TV, i videogiochi platform ed il calcio. Sono affamata di conoscenza e sempre alla ricerca di nuovi stimoli.
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