Novembre 21, 2024

ANSIA SOCIALE: IL DISAGIO DELLA ZONA BIANCA

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L'allentarsi delle restrizioni imposte per la pandemia da Covid-19 ed il tanto sospirato ritorno alla normalità potrebbero recare lo spettro dell'ansia sociale
Ansia sociale

All’inizio l’idea era quella. Resistere ad un paio di mesi di pandemia e poi riprendere la propria vita di tutti i giorni. Poi la seconda ondata ha segato le gambe alla speranza, e i mesi trascorsi tra semi aperture sporadiche e lunghe pause chiusi in casa hanno fatto sembrare il ritorno alla vita un miraggio. Ma era sempre lì la voglia di ricominciare a muoversi, vedere gente; la convinzione che quando, un giorno, il periodo Covid fosse finito sarebbe tornato tutto come prima, in modo facile e naturale. Ora che effettivamente si sta andando verso un via libera generale, in molti devono fare i conti con una difficoltà nuova, una specie di ansia sociale da post clausura.

Indipendentemente dalla paura del contagio, in alcune persone ancora molto viva, e anche dalla predisposizione alla socialità dell’individuo, il ritorno a situazioni di gruppo con amici, colleghi, sconosciuti, compagni di corsi o di palestra, per riunioni di condominio o spettacoli in presenza, può risultare molto faticoso. Si parla di ansia sociale, un disturbo che porta alla paura di incontrare estranei, preoccupazione di fronte a gruppi di amici e in generale ad una situazione di disagio in determinati contesti, che può portare a veri e propri attacchi di panico.

In un contesto in cui quotidianamente si incontrano decine di persone tra lavoro, hobby, impegni famigliari, burocrazia e commissioni varie, l’allenamento alla socializzazione è costante. Può essere una generalizzazione, certo, ma tendenzialmente, in una situazione normale, siamo abituati ad incontrare nella nostra vita, oltre alle persone noi care e ai nostri amici, un grosso numero di persone con cui si interagisce appena, e con cui applichiamo schemi consolidati per i quali ci alleniamo da sempre, dalla conversazione sul tempo con il vicino in ascensore allo scambio di battute con la panettiera o con il postino che consegna la multa. Queste relazioni sono un allenamento costante, che passa a livello professionista, per usare una metafora sportiva, per chi costantemente incontra, per interessi o lavoro, persone nuove. Convegni, riunioni, meeting, oppure inaugurazioni, feste, incontri, seminari; tutte occasioni che ci portano a relazionarci con persone nuove e sconosciute, e più siamo abituati a incontrare persone nuove più siamo allenati ad applicare tecniche sociali per instaurare un dialogo o una conversazione.

Anche se il mondo virtuale ha cercato in parte di sostituire il nostro mondo sociale, l’assenza di occasioni di gruppo dell’ultimo anno, la difficoltà di vivere di persona situazioni nuove e incontrare sconosciuti hanno minato i nostri ‘muscoli sociali’. Chi mai si è rotto una gamba sa che, una volta tolti gesso e stampelle, ricominciare a camminare non è facile per niente, come se il corpo avesse dimenticato cosa fare e andasse reimpostato. Allo stesso modo, ora, tornare alle pizze di gruppo o a un picnic con sconosciuti comporta una fatica che non provavamo anche solo una decina di mesi fa, come se una situazione che ha fatto parte della nostra normalità per una vita intera fosse ora in parte completamente nuova. E questa novità genera ansia.

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