Pigmalione: un viaggio nel Mito tra Arte e Letteratura
4 min readNel linguaggio odierno, il termine Pigmalione si riferisce ad un soggetto che
assume la veste di guida di un’altra persona che aiuta, modella e migliora
l’allievo favorendo le sue naturali inclinazioni. In psicologia esiste un effetto
Pigmalione che si verifica quando si è profondamente suggestionati e si adegua il
proprio comportamento all’opinione degli altri, specialmente se l’opinione
appartiene ad una figura carismatica e che ha una certa influenza verso il soggetto.
Volendo approfondire il termine consultando l’enciclopedia Treccani, risulta quanto
segue: pigmalióne, nome proprio singolare maschile (Pigmalione, gr. Πυγμαλίων,
lat. Pygmalion -onis) di un personaggio della mitologia classica, re di Cipro, che,
innamoratosi di una statua da lui stesso scolpita, ottiene da Afrodite che fosse
trasformata in donna vivente, che poi sposò.
Ovidio nel X libro delle Metamorfosi, riprende il personaggio di Pigmalione che
rifiuta la realtà dura, tetra ed imperfetta e preferisce la propria creazione che
rappresenta l’illusione e allo stesso tempo la perfezione.
L’agalmatofilia (amore per la statua) era già stata rappresentata in letteratura da
Eliano con la sua Storia varia e Ateneo nei Deipnosofisti, ma i 50 versi di Ovidio
rappresentano un capolavoro di originalità.
Ispiratosi a Ovidio, George Bernard Shaw nella sua commedia Pygmalion in 5 atti
narra la scommessa del professor Henry Higgings e dell’amico colonnello Pickering
di poter trasformare una popolana in una donna raffinata. Higgings insegna alla
popolana in questione, Eliza Doolittle, l’etichetta e l’accento usato dalle nobildonne,
il Colonello ed Eliza arriveranno al punto di rottura quando Eliza rifiuta i toni
dispostici e annuncia la sua unione con un gentiluomo nobile ma povero.
Da questa commedia venne tratto nel 1956 il musical My Fair Lady con Julie
Andrews e Rex Harrison e in seguito il film del 1964 con Audrey Hepburn.
Ancor prima di Shaw ricordiamo Jean-Jacques Rousseau con il suo melodramma
Pygmalion, scène lyrique, composto da un unico atto. In questo melodramma che
riprende la trama di Ovidio, Pigmalione trasmette tutta la la sua tristezza, sofferenza
ed inquietudine in un monologo che si svolge nel suo atelier. Egli ha coperto la
statua con un velo, non riesce ad andare avanti col suo lavoro ma nemmeno ad
andare altrove che significherebbe allontanarsi dalla statua perfetta.
Restiamo in Francia con Honorè de Balzac e il suo Le Chef-d’oeuvre inconnu,
dove si racconta la storia di Nicolas Poussin che diviene allievo del vecchio
Frenhofer. Quest’ultimo rivela al giovane di avere un dipinto al quale lavorava da
almeno sette anni ma non glielo mostra. Lo vedrà in seguito mentre gli propone che
la sua amante Gillette posi per lui. Una volta visto il quadro i due artisti non riescono
a riconoscere la figura di una donna se non solo un piede e Frenhofer vede la sua arte
risultare incompresa, scaccia Nicolas e Gillette e preso dallo sconforto brucia i suoi
quadri e muore nella notte. Ispirato a quest’opera Jacques Rivette dirige il film
Spostiamoci in Italia con Diana e la Tuda, tragedia in tre atti dedicata a Marta Abba
(1900-1988), musa ispiratrice di Pirandello. Tuda è la modella che posa per lo scultore
Sirio Dossi che sta lavorando alla sua Diana. Le sessioni sono molto lunghe e
stancanti per Tuda che vede che Sirio non è mai soddisfatto nè convinto del risultato.
Nel primo atto troviamo Sirio nel suo studio insieme a Tuda impegnati: lei a posare e
lui a lavoro sulla statua ed è ossessionato dalla perfezione che vorrebbe immortalare,
ossessione trasmessa dal suo maestro Nono Giuncano. Sulla scena si aggiungono
Caravani, un mediocre artista che si metterà a lavoro come Sirio sulla statua di
Diana, e Sara l’amante di Sirio il quale sposa Tuda solo per assicurarsi la modella
sempre a sua disposizione. Nel secondo atto Tuda si rende conto di aver sprecato la
sua vita per un qualcosa di inanimato come la statua e va via con Caravani. Nel terzo
atto Sirio va in cerca di Tuda che sembra scomparsa, mentre sulla scena Tuda posa
nuda per Giuncano. Sirio accecato dalla gelosia distrugge il quadro e sfida a duello il
vecchio pittore mentre la modella si scaglia contro la statua. Sirio cerca di fermarla
per proteggere Diana ma Giuncano, che intanto si era innamorato di Tuda, strangola
Sirio. Significativo è il destino comune dei due artisti: Giuncano che aveva distrutto le
sue opere e Sirio che finisce col distruggere la sua modella. In senso più figurato esse
rappresentano la distruzione dell’illusione pigmalionica.
Secoli di arte, storia e letteratura raccontano del Pigmalione che nelle varie rappresentazioni
risulta essere un uomo che assume il ruolo di maestro nei confronti di una persona rozza e
incolta, nella maggior parte dei casi una donna, plasmandone la personalità, sviluppandone
le doti naturali e affinandone i modi. Bisogna attendere i giorni nostri con Michela Murgia che
nella sua opera Chirù ribalta l’immaginario comune e presenta la figura del Pigmalione al
femminile con Eleonora (attrice affermata di circa 40 anni) guida del giovane Chirù
(diciottenne studente di violino al Conservatorio di Cagliari). Una relazione complicata
con risvolti drammatici che ci presenta il ruolo di una donna maestra e guida su un allievo.
Globetrotter e multipod classe ’90, sono laureata in Lingue e Letterature straniere e coltivo una grande passione per gli scrittori ispanoamericani e angloamericani. Da che ho ricordi scrivo e ho unito la predisposizione alla scrittura all’interesse per lo sport collaborando dal 2009 al 2020 come redattore su testate giornalistiche online e cartacee a tema calcio. Pratico tiro con l’arco e boxe, ho scritto un libro e ho deciso di dedicarmi attivamente all’inclusione in ogni sua declinazione e accezione.