A ognuno la sua amica geniale
3 min readCon la messa in onda del quarto capitolo della saga de L’amica geniale, “Storia della bambina perduta”, si chiude un cerchio iniziato anni fa, quando la prima stagione -tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante- sbarcò in prima serata, riscuotendo un successo clamoroso sia grazie a chi i libri li aveva già letti, sia da parte di chi era rimasto affascinato dal promo trasmesso in televisione.
La storia
I libri, narrati dal punto di vista di Elena Greco (uno dei due personaggi principali), raccontano la storia personale di Greco e della sua amicizia con Raffaella Cerullo, da lei chiamata Lila. Il background è un rione di Napoli, con qualche sporadico spostamento in altre città, quali Bologna, Firenze e Milano.
Si conoscono da bambine, e tra di loro si crea subito un filo invisibile che le ha legate indissolubilmente da quel momento in avanti: si spalleggiano, competono tra loro, sono una lo specchio dell’altra. Lila è sfacciata, coraggiosa, ma è allo stesso tempo fragile (quando va incontro alla cosiddetta smarginatura); Lenù -soprannome di Elena-, è intelligente, con un grande talento per la scrittura, ma è estremamente accondiscendente e non ha lo stesso coraggio dell’amica nell’affrontare qualsiasi tipo di situazione, anche la più incresciosa. Entrambe vorrebbero avere almeno una caratteristica dell’altra, ma è forse questo che le rende la migliore spalla, il migliore alleato che possano avere reciprocamente. Ed è per questo che, alla domanda su chi sia tra le due l’amica geniale, viene impossibile fornire una risposta che sia del tutto corretta: se proprio dovessimo farlo, si potrebbe tuttavia dire che lo sono entrambe, Elena per Lila e viceversa.
Il lettore viene pienamente coinvolto nel racconto di Elena, immedesimandosi nelle sue gioie, nei suoi dolori, nelle sue pene d’amore (specialmente durante la sua travagliata relazione con Nino Sarratore, donnaiolo seriale nonché interesse sentimentale comune delle due amiche in periodo adolescenziale) e soprattutto nel suo costante pensiero a Napoli, al rione e, inevitabilmente, a Lenù.
Ciò che ha reso la saga un bestseller internazionale è lo stile narrativo di Elena Ferrante: diretto, senza filtri, reale: Ferrante non lascia nulla al caso, ogni parola ha un suo caratteristico peso specifico, rendendo possibile ancor di più l’immedesimazione.
Chi è Elena Ferrante?
Si tratta dell’unica questione che da anni è dibattuta tra i lettori e gli appassionati della letteratura: il motivo è che chiunque abbia scritto la quadrilogia ha deciso di celarsi dietro uno pseudonimo, e nessuno ha mai avuto modo di fare la sua conoscenza personalmente. Nelle interviste e nelle comunicazioni con i registi e sceneggiatori della trasposizione sul piccolo schermo, infatti, ha sempre scelto di palesarsi via e-mail.
C’è chi pensa che sia un uomo, chi pensa che sia effettivamente una donna (per come descrive il genere maschile e per come si esprime sulla maternità e sull’indipendenza ed emancipazione femminile) che conosce molto bene Napoli e i suoi rioni e chi semplicemente non si pone la domanda, scegliendo di apprezzare semplicemente l’opera.
Sul piccolo schermo
Se tutti i personaggi descritti nel libro hanno avuto una voce e un volto è stato merito della Rai in primo luogo (e internazionalmente della HBO per la quarta stagione). con un casting scelto in modo meticoloso e che ha saputo rispettare in modo eccellente le descrizioni presenti nei romanzi.
Il successo è stato tale che i romanzi sono stati tradotti in inglese e la quarta stagione è stata trasmessa prima negli Stati Uniti e in un secondo momento in Italia (anche se ciò non ha giovato agli ascolti della prima serata).
Perché in fondo vorremmo tutti essere l’amica geniale di qualcuno (o averne una).
Sono Sara, studentessa di lingue e culture per il commercio internazionale presso l’Università di Verona. Amo scoprire nuove culture e tradizioni attraverso il viaggio, grazie al quale mi sono appassionata alle lingue straniere, ed in particolar modo all’inglese e allo spagnolo. Tra le mie passioni figurano la danza e il canto, due discipline che mi accompagnano sin da piccola e attraverso le quali riesco ad esprimere me stessa, così come la lettura di libri, trascorrere il tempo ascoltando musica e guardare film e serie TV. Uso inoltre la scrittura (creativa e non) come valvola di sfogo per fuggire dalla realtà quando mi ci sento intrappolata. Se mi chiedessero cosa è per me la comunicazione al giorno d’oggi potrei tranquillamente dire che è uno dei vettori su cui si basa la società moderna, ed è perciò di fondamentale importanza veicolarla correttamente