All Stars: l’iconografia delle stelle
6 min readDalle grotte preistoriche alle installazioni luminose contemporanee. L’iconografia delle stelle ci accompagna dagli albori della storia dell’arte, affascinando e affascinandoci.
Nel mese di agosto le stelle sono protagoniste delle serate in spiaggia, al chiaro di luna. Alziamo lo sguardo al cielo e le cerchiamo sempre, sperando e sognando che ci accompagnino e che esaudiscano magicamente i nostri desideri. Per questa vicinanza ai sospiri dell’uomo, le stelle sono da sempre presenti nella raffigurazione artistica, sin dagli albori hanno rappresentato uno stimolo per chi incideva graffiti nelle caverne fino ai grandi artisti su commissione.
Nel corso dei secoli, l’immagine delle stelle è cambiata radicalmente, riflettendo i cambiamenti nelle credenze, nelle conoscenze scientifiche e nelle sensibilità artistiche, ma rimangono un costante punto di riferimento per l’uomo.
La stella nella pittura rupestre
Le radici della rappresentazione delle stelle nell’arte risalgono alle preistoriche pitture rupestri. Gli antichi vedevano nel cielo stellato mistero e potenza, un riflesso delle forze cosmiche e delle divinità ancestrali che regolavano l’esistenza, attribuendo alle stelle il ruolo di guide spirituali e presagi misteriosi.
Le prime rappresentazioni delle stelle si trovano nelle pitture rupestri e nelle incisioni su rocce, risalenti al Paleolitico superiore, ben 40.000 anni fa. In questi graffiti, il cielo e le stelle non erano semplici elementi decorativi ma riflettevano una vera connessione tra l’uomo e l’universo. Le stelle erano spesso raffigurate come punti luminosi in quelle che erano – forse – rudimentali mappe celesti o segni simbolici. Queste prime forme d’arte ci danno qualche indizio sulle credenze religiose e le pratiche delle antiche civiltà.
Stelle, Bibbia, religione ed esoterismo
Le menzioni delle stelle nella Bibbia si sprecano, il testo ne è pervaso: esse sono il più delle volte simboli del potere e della presenza di Dio. Tutti conosciamo la Stella di Betlemme, che guidò i Magi dal piccolo Gesù, in questo contesto le stelle sono creazioni divine, posizionate nel firmamento per governare il giorno e la notte (Genesi 1:14-19). Nel sacro testo, si sottolinea come Dio chiami le stelle per nome, specificandone l’infinita saggezza e potenza. Le stelle, quindi, sono testimonianza del creato e della maestosità di Dio, un elemento tangibile dell’ordine cosmico stabilito dal Creatore.
Da un punto di vista esoterico, le stelle sono spesso associate a concetti di illuminazione, guida spirituale e destino. Il significato simbolico della stella a sei punte, nota anche come Stella di Davide, è l’unione degli opposti, la fusione tra il macrocosmo e il microcosmo. Il pentagramma, poligono intrecciato e stellato, con la sua punta rivolta verso l’alto, simboleggia l’elevazione dell’anima verso il divino, mentre con la punta verso il basso, può rappresentare la caduta nell’ignoranza o nella materia.
Le stelle hanno anche un ruolo importante nella cabala, dove rappresentano emanazioni divine, che collegano l’uomo al divino: secondo questa lettura la stella è una porta tra i mondi, un simbolo di connessione tra il visibile e l’invisibile.
Medioevo longobardo e iconografia delle stelle
Il Medioevo, sotto molti punti di vista un periodo luminoso e tutt’altro che oscuro, ha lasciato in Italia alcuni dei più mirabili esempi scultorei di gusto nordico. Uno si essi, di età longobarda, è l’Altare del Duca Ratchis (Duca del Friuli), conservato presso il Museo Cristiano di Cividale del Friuli. Si tratta di uno dei pochi esempi scultorei integri di periodo longobardo, databile 730-740 d.C. L’altare è un parallelepipedo decorato in tutti i suoi lati, in particolar modo nella lastra frontale (il paliotto) con l’immagine del Cristo in Gloria e in una laterale che rappresenta l’Adorazione dei Magi. Nella prima scena le stelle servono a decorare i vuoti tra un soggette e l’altro, nella seconda hanno un aspetto diverso e diventano protagoniste: sono le stelle che guidano il viaggio dei Magi.
L’altare del Duca Ratchis, Museo Cristiano di Cividale del Friuli, artesvelata.it
Le stelle gotiche
L’affresco del Giudizio Universale nella Cappella degli Scrovegni di Giotto (1303-1305) è uno degli esempi più noti dell’iconografia delle stelle nell’arte trecentesca. Le stelle sono utilizzate sia come decorazione sia per trasmettere il messaggio di ordine divino e armonia celeste. Giotto rappresenta il cielo con una profonda tonalità blu, tipica dell’epoca, materializzazione della purezza spirituale e dell’infinito, la luce divina che pervade e ordina l’universo. Qui le stelle sono proprio angeli o manifestazioni della volontà divina, guida delle anime nel viaggio dopo la morte. In questo periodo è possibile effettuare anche delle visite serali per info https://www.giottosottolestelle.it/
Giotto, Giudizio universale, Cappella degli Scrovegni, Padova, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0
Nell’arte gotica, il cielo stellato simboleggia la Gerusalemme celeste, la città eterna descritta nell’Apocalisse, dove i beati dimorano alla presenza di Dio. Le vetrate delle cattedrali gotiche ne sono un esempio perfetto: i colori vividi e traslucidi del vetro illuminano i fedeli che le guardano con stupore.
Saint Chapelle, Parigi, franciaturismo.net
La notte stellata di Van Gogh e l’uso del firmamento nella modernità
La Notte Stellata di Vincent Van Gogh è senza dubbio una delle opere più iconiche della storia dell’arte, divenuta icona pop e riprodotta su ogni tipo di supporto, pervasiva ed emozionante nella sua rappresentazione del cielo notturno. Dipinta nel giugno 1889 durante il soggiorno dell’artista nell’istituto di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence, l’opera è il riflesso artistico, l’espressione di un momento di grande turbamento interiore. Van Gogh trasforma l’idea dell’iconografia delle stelle, trasporta il cielo notturno in una tela viva, dove il cielo è letteralmente appesantito di grandi stelle vorticanti che sembrano danzare in una vertigine di energia cosmica. La visione dinamica e turbolenta riflette lo stato psicologico dell’artista e fa varcare all’arte la soglia verso un nuovo modo di rappresentare il “verosimile”.
Starry Night, Vincent Van Gogh, MOMA, New York
In una lettera al fratello Theo, Vincent Van Gogh scrisse: “Quando guardo le stelle, mi sogno dei quadri“. Per il tormentato artista, le stelle rappresentavano un rifugio dall’angoscia terrena e un mezzo per esplorare l’infinito. Questa visione soggettiva e spirituale del cielo notturno segnò un distacco dalla rappresentazione realistica del mondo, portando l’arte verso l’espressionismo e la modernità.
L’ex istituto psichiatrico Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence, Francia
Le stelle del XXI secolo: la rappresentazione scientifica
L’arte contemporanea ha esplorato le stelle attraverso molteplici prospettive, dal simbolismo esoterico alla rappresentazione scientifica, e l’iconografia e l’utilizzo delle stelle come significante ha raggiunto nuovi livelli espressivi anche grazie al progresso tecnologico.
Yayoi Kusama, con le sue Infinity Rooms, ha portato l’osservatore in un universo senza fine, dove le luci a LED rappresentano stelle che si moltiplicano all’infinito riflettendosi negli specchi. L’artista, che ha lottato contro una malattia mentale per lunga parte della sua vita, utilizza queste installazioni per esplorare il senso di isolamento all’interno della vastità del cosmo. Ogni piccola luce, ogni piccola stella è una rappresentazioni della mente umana e delle sue infinite possibilità.
Infinity Mirrored Room – A Wish for Human Happiness Calling from Beyond the Universe, Yayoi Kusama
Le scoperte scientifiche degli ultimi secoli, in particolare quelle relative all’astronomia e alla cosmologia, hanno influenzato l’arte contemporanea. La consapevolezza dell’infinità dell’universo e della presenza di galassie lontane hanno aperto nuove prospettive per gli artisti, che ora esplorano temi come il tempo e lo spazio attraverso il prisma delle stelle. Oggi, grazie alla scienza, studiamo e capiamo le stelle come entità fisiche ma il loro potere simbolico e straordinariamente accattivante rimane sicuramente intatto.
Laureata in Lettere con indirizzo Artistico nel 2008 presso l’Università degli Studi di Bari. Mi sono occupata a lungo di CRM e in seguito di Revenue Assurance per una grande azienda pubblicitaria. Nel 2022 ho dato una svolta alla mia carriera scegliendo la scrittura: oggi scrivo contenuti web, mi occupo di Copywriting nel settore Arte e Design e sono alle prese con un master in Web Content Management. Amo viaggiare, i gatti, il Giappone e la letteratura fantasy. Credo nel potere della gentilezza e dell’apertura al mondo, penso che siano essenziali nei rapporti interpersonali e nella conoscenza di sé.