Settembre 8, 2024

Alla ricerca dell’amicizia

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L'amicizia serve all'uomo come l'aria che respira. Ogni amicizia ci aiuta a comprenderci meglio e a crescere.

Il nostro mondo ormai viaggia sempre più veloce, la necessità del tutto e subito ci rende, forse, più bisognosi, forse più superficiali, anche in relazione al tema dell’amicizia. Siamo sempre connessi e mai attenti, molti alla ricerca di qualcuno con cui parlare, qualcuno che li possa capire attraverso uno schermo. A volte, persone di passaggio nella nostra vita o altre che non conosciamo veramente per quello che sono nella realtà vengono definite “amici”. Ma cosa significa “amicizia”?

Aveva ragione Aristotele?

Facciamo un passo indietro, anzi molto indietro, riprendendo Aristotele. Nei libri VIII e IX dell`Etica Nicomachea il filosofo si sofferma sul concetto di amicizia che considera “una   cosa   non   soltanto   necessaria, ma anche bella”. Il termine necessario riporta ai bisogni primari dell’uomo, tra i quali ritroviamo il creare relazioni sociali con altri membri della propria comunità. Lo stesso Aristotele descrive l’uomo come animale sociale, nella sua Politica, per natura sente il bisogno di aggregarsi con altri individui. In effetti nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, anche se potesse disporre di tutto il necessario, parafrasando il filosofo. Gli amici sono necessari sia nella buona sia nella cattiva sorte, nella giovinezza come nella vecchiaia, nella vita privata come in quella pubblica. Gli amici sono il più grande dei beni esterni.

Secondo Aristotele le tipologie di amicizia sono essenzialmente tre e si differenziano in base al valore su cui si fondano: sul piacere reciproco, sull’utile o sulla virtù. Le prime due risultano accidentali e temporanee, destinate a cessare una volta che il piacere o l’utile che ha dato inizio all’amicizia viene meno. Spesso parliamo o sentiamo parlare di persone che strumentalizzino altre, nella speranza di ottenere qualcosa in cambio, che si tratti di aiuto, fiducia, condividere una passione, un momento, passare il tempo in compagnia. La persona cerca un beneficio, una volta ottenuto l’interesse svanisce.

Nel caso specifico in cui l’amicizia sia fondata sul piacere l’obiettivo finale è trascorrere momenti piacevoli. Le persone decidono di stare con gli altri per momenti di relax, complicità gioiosa e benessere. Ma se l’altra persona coinvolta ha bisogno di un vero sostegno o aiuto, quando si verifica un problema o quando le cose si complicano, il rapporto cessa di esistere.

L’amicizia fondata sulla virtù invece è perfetta, è la più stabile. Secondo il filosofo, l’amicizia è una virtù indispensabile all’uomo, all’uomo felice non servono amici per utilità o piacere, perché dispone già beni legati a queste due dimensioni. Questa amicizia si fonda su un sincero apprezzamento per l’altro così com’è, anche nei momenti di difficoltà. Si percepisce quasi un senso di altruismo in questo rapporto in cui non si cercano vantaggi, il fine ultimo è condividere momenti insieme, la vita quotidiana, ed essere anche un punto di riferimento permanente per ricevere sostegno.

Le parole di Aristotele restano attuali e utili alla riflessione. Come suggerisce lo scrittore Arthur C. Brooks in un suo articolo pubblicato su The Atlantic, le amicizie legate all’utilità non sono sempre soddisfacenti e quelle fondate sul piacere restano superficiali, ma sono comunque entrambe molte importanti. Infatti, possono aiutarci a progredire nel nostro sviluppo emotivo e sociale e, banalmente, sono necessarie per mantenere rapporti sociali senza eventuali complicazioni legate a confronti e maggiore intimità. Mentre le amicizie per virtù, quelle che potremmo definire ideali, sono essenziali per la nostra esistenza, ci permettono di raggiungere, insieme alle altre, una piena soddisfazione delle proprie necessità sociali.

Chi possiamo definire “amico”?

Secondo gli esperti di The Dorm, un’organizzazione che si occupa di salute mentale e supporto psicologico, esistono quattro tipi di amicizia che sono parte della nostra vita.

I “conoscenti” sono amici che abbiamo incontrato un paio di volte, spesso grazie ad amici in comune. Conosciamo qualcosa della loro vita, ma non sappiamo nulla di profondo o personale. Si tratta di interazioni sociali superficiali che non comportano coinvolgimento emotivo, ma ci offrono la possibilità di piacevoli interazioni sociali, sia di persona sia online, e di creare connessioni con altre persone, in relazione a lavoro, hobby, passioni, ecc.

Gli “amici sociali o occasionali” sono persone con cui instauriamo un rapporto di amicizia in certe circostanze, ad esempio in ufficio, in palestra, a lezione, ecc. Conosciamo più dettagli della vita di queste persone rispetto ai “conoscenti”, ma l’amicizia resta legata all’ambiente o alla circostanza in cui si è sviluppata e in cui si svolge la maggior parte delle interazioni. Si tratta quasi più di un legame situazionale che personale. Queste amicizie forniscono momenti di compagnia reciproca, condivisione di interessi, conversazioni piacevoli e leggere, danno vita a un rapporto in generale privo di stress.

Gli “amici stretti” sono coloro che fanno parte appunto della nostra cerchia ristretta. Il rapporto si crea molto velocemente, le interazioni sono frequenti e la condivisione non si ferma a interessi, ma riguarda anche i momenti difficili, le proprie paure e i propri desideri. Spesso si condividono anche gli stessi valori. In questo tipo di amicizia ritroviamo non solo il divertimento e il cosiddetto “tempo di qualità”, ma anche il supporto emotivo, la fiducia, il conforto, i consigli e l’affidabilità.

Infine, gli “amici per la vita”, di solito persone con cui l’amicizia è nata già durante l’infanzia, sono coloro con i quali possiamo essere la versione più autentica di noi stessi senza paura di giudizi. Sono rapporti costanti nel tempo, quasi simili ai legami familiari, e diventano punti di riferimento. Si condividono spesso esperienze personali che sono state formative per il singolo, e che, vissute insieme, permettono lo sviluppo del rapporto stesso. L’amicizia di questo tipo ci fa sentire parte di una “micro” comunità, come se si creasse un vero e proprio senso di appartenenza nei confronti dell’altra persona. L’amico non solo entra nella nostra vita, ma spesso anche nella vita della nostra famiglia, un passaggio decisamente importante. Con la creazione di ricordi ed esperienze comuni, questa amicizia diventa insofferente al tempo e alla distanza.

L’amicizia può cambiare e cambiarci?

Queste categorie non sono immutabili e precise come potrebbero sembrare. Nella vita assistiamo e subiamo un’infinità di cambiamenti, ed è logico dedurre che anche i rapporti di amicizia passano variare nel tempo. Le amicizie possono svilupparsi e crescere o cessare se un rapporto non viene coltivato, in particolare con la condivisione, il supporto e l’intimità. Capita spesso di soffermarsi a pensare a quel caro amico che non si vede o sente più e chiedersi come mai si sia perso il legame che, per un certo periodo di tempo, sembrava forte, quasi indissolubile. Come tutti i rapporti umani, anche l’amicizia si trova ad affrontare alti e bassi, in relazione anche al proprio percorso di crescita e formazione. L’amicizia, in ogni sua forma, costituisce un tassello fondamentale della nostra vita e ci arricchisce, sia nel bene sia nel male. Si potrebbe interpretare in questo senso anche il detto “chi trova un amico trova un tesoro”: quando si trova e crea un’amicizia si può ricavare sempre qualcosa di utile e interessante per migliorare, imparare e conoscersi meglio, anche se dura quanto un battito di ciglia.

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