Bloomsday per James Joyce e il suo Ulisse postmoderno
8 min readIl Bloomsday è una celebrazione che si tiene ogni anno il 16 giugno per festeggiare la vita e le opere dello scrittore irlandese James Joyce, in particolare il suo capolavoro Ulisse. Perché si festeggia proprio in questa giornata? Il 16 giugno 1904 lo scrittore incontrò la sua futura moglie, Nora Barnacle, e proprio in questa data scelse di ambientare la narrazione di Ulisse, la storia del giovane Leopold Bloom, da cui il nome Bloomsday (Bloom’s day, ossia il giorno di Bloom).
Il libro già dal titolo ci riporta al classico della mitologia greca e in effetti ci presenta un’odissea, il viaggio di uomo tra strani accadimenti e riflessioni personali, ma in questo caso lunga un giorno, dalle otto del mattino fino a notte fonda. Le prime pubblicazioni non ottennero il favore della critica e nemmeno dei lettori; infatti, fu ritenuto troppo lungo (oltre 1000 pagine) e complicato e fu censurato perché considerato osceno a causa dei molteplici richiami alla sessualità e all’erotismo.
Ulisse e il flusso di coscienza
L’opera fu pubblicata a Parigi nel 1922, dopo sette anni di lavoro, e rappresenta la massima espressione dello stream of consciouness (flusso di coscienza), caratteristica che rende molto complicata la comprensione unitamente al linguaggio e alla punteggiatura, che sembrano in certi passaggi privi di logica. Il flusso di coscienza è una tecnica narrativa sviluppatasi verso la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo: permette all’autore di riportare il continuo flusso dei pensieri della mente umana giocando liberamente con immagini e associazioni, una sorta di soliloquio della mente con se stessa. Il lettore viene così catapultato nella mente dei personaggi in modo da riuscire a seguire l’ininterrotto fluire dei loro pensieri, che improvvisamente compaiono e svaniscono, una condivisione della coscienza. Questa tecnica trae ispirazione dalle nuove teorie in ambito psicologico introdotte da Freud e Jung proprio a cavallo dei due secoli.
Ulisse ci propone un viaggio nella coscienza dei tre personaggi principali che ricalcano i personaggi dell’opera omerica. L’azione del romanzo si svolge principalmente nelle menti dei personaggi e si esprime con il monologo interiore, i pensieri si mischiano con una cornice di simboli e riferimenti al mondo esterno che coinvolgono i personaggi attraverso i luoghi di Dublino presentati nei minimi dettagli.
Ulisse e i suoi protagonisti
Stephen Dedalus, il cui cognome riecheggia Dedalo, l’architetto ateniese che costruì il labirinto di Creta e padre di Icaro, è uno squattrinato poeta e intellettuale in esilio dalla famiglia e dal suo paese alla ricerca di una figura paterna, corrisponde a Telemaco. È il protagonista di un altro romanzo di Joyce, Ritratto dell’artista da giovane (1916), nonché alter ego dell’autore.
Leopold Bloom è un venditore di spazi pubblicitari ebreo che rappresenta la modesta middle class irlandese di inizio XX secolo, in cerca di un figlio, anche a causa della morte del suo secondo genito Rudy. Coincide con Ulisse ed è il personaggio su cui l’opera si focalizza.
Molly Bloom è una cantante di opera, moglie di Leopold e rappresenta Penelope ma in chiave parodica; infatti, è opposta alla controparte greca in quanto a stile di vita, mentalità e sentimenti. La fedele Penelope che tesse la tela è sostituita da la fedifraga Molly che tradisce il marito con Blazer Boylan, il suo manager.
Ulisse e Odissea
Il romanzo è modellato sul classico Odissea anche dal punto di vista della struttura. L’opera si divide infatti in tre sezioni principali a loro volta suddivise in episodi.
Telemachia: la sezione che apre il romanzo si concentra su Stephen che si trova a fronteggiare l’esclusione dalla propria residenza da parte del coinquilino, le difficoltà del proprio ruolo di insegnante e l’idea che il mondo cambia faccia in base alla realtà, una lunga riflessione sulla sua vita e sul suo presente, attraverso un complesso monologo interiore, chiude la prima parte.
Odissea: la seconda sezione introduce Leopold, il protagonista, che lascia la sua casa e inizia a vagare per le strade di Dublino dove affronta situazioni che ripercorrono le imprese di Ulisse, ad esempio, le sirene dell’Odissea diventano cameriere, il cui canto viene riprodotto attraverso la scelta delle parole e della loro musicalità. I due personaggi principali, Leopold e Stephen, si incontrano solamente di sfuggita in diverse occasioni. Verso la fine di questa parte nel quartiere a luci rosse Leopold salva Stephen, inibito da un insieme di alcolici e quasi diventato una bestia nel suo comportamento e nel suo linguaggio a tratti incomprensibile, come fece Circe coi compagni di Ulisse tramutandoli in maiali dopo averli storditi.
Nostos: nell’ultima sezione Stephen e Leopold sono finalmente insieme e le due personalità tendono a confondersi e mischiarsi. I loro flussi di coscienza sono intrecciati e sviluppano una relazione padre-figlio, anche se solo temporanea, passando la serata insieme a casa Bloom. La giornata si conclude con il monologo interiore di Molly a letto, una riflessione complessa sulla sua vita e tutte le sue varianti, sulle relazioni sociali e intime che ha con suo marito, con l’amante e quelle che immagina con Stephen. Questo episodio è reso ancora più complesso dalla mancanza quasi totale di punteggiatura
La narrazione è nel complesso molto frammentaria, gli episodi avvengono uno dietro l’altro e spesso sono interrotti da monologhi interiori e divagazioni. Non stupisce che i lettori lo ritengano un’opera estremamente complicata.
Bloomsday da Dublino a Tokyo
Il Bloomsday è oggi una delle celebrazioni letterarie e culturali più importanti al mondo.
La prima celebrazione ufficiale si svolse a Dublino nel 1954 in occasione del cinquantesimo anniversario del Bloomsday: un gruppo di scrittori visitò Torre Martello, dove abita Stephen e luogo in cui si apre il romanzo, proseguendo poi al Davy Byrnes pub, dove si reca Bloom per pranzo, leggendo estratti dell’opera e, in linea con il romanzo, bevendo molto. In origine l’idea era di completare il tragitto fino al quartiere a luci rosse di Dublino, ma il tasso alcolemico dei partecipanti non permise di portare a termine l’impresa.
Con il centenario della nascita di Joyce nel 1982, il Bloomsday ottenne molta più pubblicità, aumentò la quantità di materiale commemorativo ed eventi ad hoc, anche nella prospettiva di risvegliare l’interesse degli irlandesi verso il romanzo: il conservatorismo della società strideva con l’opera di Joyce e per questo non aveva avuto molto successo sul grande pubblico. Verso la fine degli anni ottanta la percezione dell’opera cambiò e il Bloomsday divenne una celebrazione annuale ufficiale per giungere fino al primo Bloomsday Festival nel 1994, una serie di manifestazioni ed eventi per una intera settimana.
A Dublino il Bloomsday è accolto ogni anno con grande partecipazione. Per l’occasione sono organizzate letture, drammatizzazioni di Ulisse e molte attività culturali collaterali. Alcuni organizzatori e fan indossano abiti d’epoca per riprodurre le atmosfere del tempo e si visitano i diversi luoghi del romanzo. Si svolgono mostre, letture, seminari, attività per bambini, performance teatrali e musicali, tour a piedi o a bordo di bus speciali, proiezioni cinematografiche e perfino lezioni di yoga e nuotate a Sandycove Beach, proprio il luogo con cui inizia l’opera.
Ma il Bloomsday non è più soltanto irlandese, è diventato una celebrazione a livello mondiale. Col passare del tempo, infatti, il Bloomsday divenne sempre più popolare. Già nel 1962 per la prima volta fu celebrato negli Stati Uniti a New York dove si svolse una lettura integrale dell’opera, tradizione presente anche ai giorni nostri. Si festeggia in America Latina, da Buenos Aires a Rio de Janeiro, negli Stati uniti, da New York a Los Angeles, in Asia da Pechino a Tokyo, in Australia e Nuova Zelanda. Ovviamente anche in moltissime città europee viene festeggiato il Bloomsday.
Le celebrazioni assumono varie forme: rappresentazioni in costume di alcuni passaggi dell’opera, che in base all’episodio prescelto possono coinvolgere decine e decine di persone, a volte anche centinaia; persone che si vestono in abiti d’epoca per visitare le location a Dublino; tour dei luoghi visitati dai personaggi. Oltre a letture e performance di vario genere, alcune persone festeggiano questa giornata facendo la stessa colazione di Leopold Bloom che apre la seconda sezione Odissea, nonché la prima descrizione del personaggio. Una colazione non per tutti i gusti, poiché a base di rognoni, ma sicuramente una variante originale per omaggiare il personaggio.
Bloomsday in Italia
La prima città che viene in mente pensando a Joyce, ovviamente dopo Dublino, è Trieste. Lo scrittore si trasferì qui nel 1905 insieme alla moglie Nora. Lavorò come insegnante di lingua e letteratura inglese. L’incontro con Italo Svevo del 1907 influenzò molto Joyce e i due scrittori divennero ottimi amici. In Ulisse si può intravedere un riflesso di questa amicizia nei due personaggi: l’ebreo Leopold Bloom (Svevo) e l’irlandese Stephen Dedalus (Joyce). Proprio a Trieste nel 1914 inizia a scrivere il suo capolavoro. Nel 1915, la guerra lo costringe a lasciare Trieste per Zurigo, dove conosce Pound e intreccia molte altre amicizie.
Nell 2004 in occasione del centenario del Bloomsday fu inaugurato il Museo Joyce di Trieste con manifestazioni in tutta la città. La prima vera e propria edizione del Bloomsday si svolse nel 2010 con esposizioni artistiche di pittori, illustratori e disegnatori allestite in diversi luoghi della città. Per l’edizione di quest’anno è stato scelto l’episodio 8 Lestrigoni: all’ora di pranzo i pensieri di Leopold Bloom si concentrano sul cibo e stridono con la vista di uomini che si abbuffano nel ristorante dell’Hotel Burton, lo assale un disgusto tale che lo porta a dirigersi verso il Davy Byrne pub per gustarsi un buon panino al gorgonzola e un bicchiere di bordeaux. L’edizione si caratterizza per appuntamenti per colazioni, pranzi, cene e spuntini che diventano eventi culturali e spettacoli.
Per le molte iniziative e le numerose edizioni, quasi venti, a partire dal 2006, Genova è una delle città che ha più celebrato il Bloomsday in Italia. La città ospita le peregrinazioni dei personaggi di Ulisse grazie al supporto e al lavoro di decine di volontari che danno vita ai diciotto capitoli del romanzo, dalla mattina fino a notte fonda, in luoghi genovesi simili a quelli dublinesi. Ad esempio, il Cimitero monumentale di Staglieno è la location prescelta per l’episodio 6 Ade, in cui Bloom e altri personaggi seguono il funerale di Patrick Dignam. Nel 2022 per il centenario della pubblicazione dell’opera Genova organizzò con una lettura quasi integrale del romanzo nel centro storico. Sicuramente Joyce avrebbe anche apprezzato il fatto che proprio quell’anno il 16 giugno fosse un giovedì proprio come l’originario Bloomsday del 1904.
Anche altre città, nel corso degli ultimi dieci anni, hanno fatto proprio il Bloomsday. Ravenna dal 2013 celebra questa giornata e nel 2016 organizzò anche una manifestazione un po’ più “personale”: per la città vennero distribuiti gratuitamente gli estratti dell’opera per dare vita a letture silenziose, molto più intime, per i tanti partecipanti. Anche Salerno dal 2015 si unisce al Bloomsday e quest’anno ha organizzato una mostra di artisti salernitani, un’opera per ogni episodio del romanzo, concerti, dibattiti, spettacoli teatrali, cortometraggi. In occasione del centenario della prima pubblicazione nel 2022 anche Torino ha iniziato a organizzare il proprio Bloomsday tra performance teatrali, musicali, letture, concerti e conferenze sui temi del libro e sul flusso di coscienza.
Ulisse rappresenta la massima espressione dell’uomo, in tutti i suoi aspetti positivi e negativi, include tutte le personalità e ci offre un punto di vista per riflettere sull’animo umano e le sue sfaccettature. Proprio queste sue caratteristiche ne fanno un capolavoro senza tempo in grado di catturare l’interesse di tutto il mondo a tal punto da volere essere celebrato ogni anno nel Bloomsday.
Sono laureata in traduzione e interpretariato con specializzazione in inglese e in russo. Adoro viaggiare per entrare in contatto con culture diverse e comprenderne gli usi e i costumi, infatti ho vissuto per un certo periodo a San Pietroburgo. Tra i miei maggiori interessi ci sono lo studio delle lingue, il cinema e la danza.