BUNGEE JUMPING : LA TRADIZIONE DEL CORAGGIO
3 min readIl bungee jumping è un’attività sportiva che consiste nel lanciarsi da un luogo elevato, solitamente un ponte, dopo essere stati imbracati con una corda elastica. Un’estremità della corda è fissata al corpo della persona che si lancia e l’altra al punto da cui avviene il lancio. Ci si lancia nel vuoto e si prova l’ebrezza di saltare nel vuoto! Una vera prova di coraggio .
Pochi sanno che si tratta di un rito nato in una nazione situata nella zona meridionale dell’Oceano Pacifico: Vanuatu. Si tratta infatti di una tradizione che si celebra ogni anno nell’isola di Pentecoste, ovvero il Naghol.
Cos’è?
In poche parole, il Naghol è considerato il nonno del Bungee Jumping. Infatti ogni anno, nel periodo di raccolto dell’ igname ovvero della “patata dolce”, che costituisce la base dell’alimentazione degli abitanti dell’isola, gli uomini vanuatesi si esibiscono in questo rito propiziatorio nonché dimostrazione di coraggio e virilità. Per i giovanissimi è anche un modo per dimostrare che sono ormai divenuti adulti e che non sono più dei bambini.
Quando e come si svolge?
Nel periodo che va da aprile a giugno, gli adolescenti della tribù Sa costruiscono alte e traballanti torri di legno appena tagliato, fissando i pezzi tra loro senza l’ausilio di chiodi o collanti. Queste torri presentano alcuni trampolini a diverse altezze, dal più basso a dieci metri fino al più alto, che può superare tranquillamente i trenta.
Ogni sabato dunque, gli adolescenti coraggiosi si recano su uno dei diversi trampolini, coprendo solo le parti intime con un astuccio penico e legandosi una liana alle caviglie, dopo alcuni canti e preghiere rivolte al cielo, si lanciano a capofitto giù dalla torre.
Come abbiamo detto il Naghol rappresenta per i giovani vanuatesi un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Il Naghol è quindi un modo per far sopravvivere l’intera comunità, infatti rappresenta una tradizione propiziatoria per garantire un ricco raccolto l’anno successivo è scacciare una eventuale carestia.
Lo scopo del salto, infatti, è arrivare a sfiorare il terreno con i capelli. Più alto sarà il salto, più prospero sarà il raccolto dell’anno seguente.
Insomma in questo salto è contenuta l’essenza della popolazione e la sua sopravvivenza.
Oggi, cosa accade?
La modernità non ha risparmiato questa bellissima tradizione poiché oggi, il Naghol è diventato soprattutto una prova di coraggio per coloro i quali amano il rischio e per chi vuole mettersi in mostra agli occhi della propria amata. Recentemente infatti questo rito è stato aperto al pubblico e ai turisti, garantendo alla comunità un certo guadagno dal settore terziario, nonostante ciò la partecipazione è proibita agli stranieri. Come rimando arcaico possiamo constatare che il rituale resta, purtroppo, interdetto alle donne.
Eppure…leggenda vorrebbe che sia stata proprio una donna a dar vita a questa tradizione: un tempo una giovane donna, in fuga dal marito, si arrampicò in cima ad un’altura. Quando l’uomo la raggiunse, lei legò due liane alle sue caviglie e si lanciò. Il marito la seguì, ma senza alcun tipo di fune. Per questo si dice che, da quel momento, gli uomini hanno imparato la lezione e le donne, dall’alto della loro consapevolezza, li accompagnano con canti e preghiere.
Oh, se vi siete chiesti quanto sia pericoloso, sappiate che questo rito si svolge da ormai molti decenni e gli incidenti mortali sono stati solamente due, uno dei quali avvenuto nel 1974, quando era in visita la regina Elisabetta.
Per fare la proporzione gli incidenti mortali con il bungee jumping moderno sono nettamente superiori nonostante si svolgano in condizioni di sicurezza più “ moderne e tecnologiche “.
Mi sono laureata in Lettere con indirizzo antropologico-geografico presso l’Università di Salerno. Ho conseguito due master: in Marketing presso lo IED di Milano e in Logistica Internazionale presso l’Università di Firenze. Ho fatto della Antropologia e della Etnografia una passione ed un lavoro. Attualmente sono docente di italiano nella scuola secondaria di primo grado, occupandomi di antropologia sociale e culturale della preadolescenza. Leggere è la mia passione, scrivere il mio impulso irrefrenabile.
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