Carla Accardi, il femminile astratto che emoziona
4 min readCarla Accardi, è stata una delle figure di spicco dell’astrattismo italiano. La sua carriera artistica, costellata di successi e riconoscimenti internazionali, ha lasciato un segno indelebile nel panorama dell’arte contemporanea. Ma cosa rende le sue opere così affascinanti e attuali?
Una vita dedicata alla sperimentazione
Carla Accardi è stata una delle figure più importanti dell’astrattismo italiano. Nata a Trapani nel 1924, si è formata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha incontrato artisti come Antonio Sanfilippo, che diventerà suo marito e compagno di vita.
La Accardi negli anni Quaranta si trasferisce a Roma, dove entra a far parte del gruppo Forma 1 (“ci interessa la forma del limone, non il limone”), un collettivo di artisti che si propone di rinnovare il linguaggio dell’arte italiana. Le sue prime opere sono caratterizzate da gestualismo – un linguaggio dell’arte moderna in cui la mano dell’artista e il colore danno vita a opere in cui prevale l’istinto – ricerca sulla materia e una palette cromatica limitata.
Negli anni cinquanta, Accardi approfondisce la sua ricerca sulla luce e sul colore, probabilmente influenzata dalla grande potenza della Pop Art e di Andy Warhol, realizzando opere sempre più complesse e sofisticate. Le sue tele diventano vere e proprie sculture luminose, dove la materia e lo spazio si compenetrano in un’unica entità.
Nei decenni successivo la Accardi inizia a sperimentare con nuovi materiali e tecniche, come i sicofoil, un materiale plastico semirigido, che le permettono di creare opere luminose e tridimensionali. È in questo periodo che realizza alcune delle sue opere più iconiche, come le “tende”, installazioni modulari che invitano lo spettatore a interagire con lo spazio.
La militanza in “Rivolta femminile”
Oltre alla sua attività artistica, Carla Accardi è stata anche una figura di spicco del femminismo italiano. Ha collaborato con riviste come “Rivolta Femminile” e si è impegnata nella promozione dei diritti delle donne. Per la rivista firma il manifesto programmatico nel 1971 insieme a Carla Lonzi ed Elvira Banotti, dove alcuni punti fermi sono incredibilmente attuali: “La donna come soggetto non rifiuta l’uomo come soggetto, ma lo rifiuta come ruolo assoluto” o “Ci basta la parità salariale quando abbiamo già sulle spalle ore di lavoro domestico?”.
L’astrazione che emoziona: un viaggio nell’inconscio
Le opere di Accardi non sono semplici composizioni astratte, ma vere e proprie esplorazioni dell’inconscio. I suoi segni, spesso bianchi su sfondo scuro, sembrano tracciare un percorso attraverso la mente dell’artista, rivelando i suoi pensieri più intimi e le sue emozioni più profonde.
Perché le sue opere hanno così tanta presa sull’osservatore? La risposta risiede nella loro capacità di evocare sensazioni universali. I colori vibranti, le forme dinamiche e le composizioni complesse creano un’esperienza visiva intensa e coinvolgente. L’osservatore è invitato a immergersi nell’opera d’arte e a trovare un proprio significato personale: è questa declinazione “democratica” a rendere le opere dell’artista leggibili da chiunque in modo autonomo.
Gli anni ’80 e ’90
Negli anni Ottanta e Novanta, l’opera di Carla Accardi subisce un’evoluzione significativa: l’artista ritorna alla tela, spesso lasciata grezza, animata da segni colorati di grandi dimensioni, talvolta monocromatici, che conferiscono alle sue opere una nuova forza e immediatezza. Questa fase è contraddistinta da una produzione artistica prolifica e da un successo internazionale crescente. Numerose mostre personali in prestigiose sedi, come la Pinacoteca Comunale di Ravenna e il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, consacrano Accardi come una delle maggiori artiste italiane.
La sua partecipazione a eventi di rilievo come la Biennale di Venezia e mostre internazionali come quella alla Royal Academy of Arts di Londra, consolidano la sua fama a livello mondiale. In questo periodo, l’artista approfondisce la sua ricerca sulla luce e sul colore, realizzando opere sempre più complesse e sofisticate, che la collocano tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano.
L’artista scompare a Roma il 23 febbraio 2014.
“D’altra parte la mia pittura non può arrestarsi su un problema, porlo e definirlo una volta per tutte. Mi piace ruotare attorno a questo problema, vederne le diverse, possibili soluzioni, essere coerente e, al tempo stesso, in grado di cambiare“. Carla Accardi, 1989.
@archivioaccardisanfilippo.it
Un lascito indelebile
Oggi le opere di Carla Accardi sono molto ricercate dai collezionisti e fanno parte delle collezioni dei più importanti musei internazionali, tra i quali il Guggenheim di New York. Tuttavia, nonostante la sua fama, ci sono ancora molti aspetti della sua vita e della sua opera da scoprire. Ad esempio, pochi sanno che Accardi fu una delle prime artiste italiane a sperimentare con l’installazione, creando ambienti immersivi che invitavano lo spettatore a interagire con l’opera d’arte.
Laureata in Lettere con indirizzo Artistico nel 2008 presso l’Università degli Studi di Bari. Mi sono occupata a lungo di CRM e in seguito di Revenue Assurance per una grande azienda pubblicitaria. Nel 2022 ho dato una svolta alla mia carriera scegliendo la scrittura: oggi scrivo contenuti web, mi occupo di Copywriting nel settore Arte e Design e sono alle prese con un master in Web Content Management. Amo viaggiare, i gatti, il Giappone e la letteratura fantasy. Credo nel potere della gentilezza e dell’apertura al mondo, penso che siano essenziali nei rapporti interpersonali e nella conoscenza di sé.