Chi ha paura dello squalene?
2 min readUtilizzato in cosmetica, integratori alimentari, vaccini e non solo, lo squalene è una molecola che al giorno d’oggi potrebbe suonarvi familiare.
Il nome SQUAL-ene ricorda i grandi re degli oceani, gli squali, e ciò non è casuale. Infatti in passato la maggior sorgente di squalene era proprio il fegato degli squali, che contiene alte concentrazioni di questa sostanza.
Oggi si preferisce usare altre fonti vegetali, come l’olio di oliva, arachidi o nocciola, i semi di amaranto ed il germe di grano.
Certe voci sostengono la pericolosità di questo attivo e leggerlo come ingrediente nell’INCI dei cosmetici suscita in alcuni spavento ed orrore: questa sostanza invece viene naturalmente prodotta dal nostro corpo e, seguendo un lungo percorso metabolico, si trasforma in colesterolo.
Lo squalene in cosmesi
Chimicamente lo squalene è un terpenoide lineare, con numerosi doppi legami: proprio questi doppi legami gli conferiscono la sua capacità antiossidante. Per lo stesso motivo, è molto importante conservarlo al riparo da luce ed ossigeno atmosferico, per evitare la sua degradazione.
Le cellule della nostra pelle producono naturalmente questo idrocarburo insaturo, che quindi viene assorbito molto bene senza l’effetto “pelle oleosa”.
Essendo inoltre un componente che siamo in grado di sintetizzare noi stessi, è ben tollerato e non si comporta da allergene. Inoltre è uno dei principali costituenti del sebo: per questo motivo nei prodotti skincare oltre ad agire come antiossidante ricostituisce la barriera lipidica della pelle e funziona da agente protettivo che aiuta a mantenere l’idratazione cutanea. L’aspetto della pelle sarà quindi più sano ed idratato.
In cosmesi si utilizza anche lo squalano, la forma saturata dello squalene senza doppi legami.
In questo caso, lo squalano non si comporta da antiossidante ma ha un miglior potere idratante ed è ottimo per pelli secche o mature. Essendo più stabile, è meno soggetto a degradazione.
Molti cosmetici al giorno d’oggi utilizzano lo squalene come principio attivo (es. rilipidizzante per pelli secche) o come veicolo/eccipiente funzionale (es. siero al retinolo in squalene).
Ora non dovrete più temerlo!
Voi lo avete mai utilizzato? Vi piace la sua applicazione in cosmesi?
Per altri articoli di cosmesi potete leggere qui: https://www.antropia.it/la-pelle-una-barriera-passiva/, https://www.antropia.it/per-creare-un-profumo-ci-vuole-testa-e-cuore/,https://www.antropia.it/lilial-nei-cosmetici-ed-infertilita-cosa-sappiamo/.
Fonti
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19169201/
Laureata in Farmacia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia UNIMORE. Innamorata della scienza, vorrei poter trasmettere agli altri la mia passione. Adoro viaggiare, conoscere nuove culture ed immortalare i momenti migliori con una fotografia. Sono convinta che la conoscenza renda liberi.