Ottobre 31, 2024

Chi può giudicare?

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Il problema principale che affrontano i giudici, e in generale tutti gli esseri umani, nel prendere determinate decisioni, riguarda il marcato ed interminabile conflitto tra intuito e pensiero razionale.

Chi può giudicare? Un dilemma che ci affligge dalla notte dei tempi.

“Compro una mazza e una palla da baseball per una sterlina e dieci centesimi. La mazza costa esattamente una sterlina in più rispetto alla pallina. Quanto costa la pallina?” L’indovinello è contenuto in un saggio dal titolo “Pensieri lenti e veloci”, dallo psicologo e premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman.

Se si pensa velocemente, la risposta istintiva è “dieci pence”; chi pensa lentamente può intuire che in realtà costa la metà. Ha pensato velocemente oltre il 70% dei giudici, e comunque più della metà delle persone a cui è stato posto l’indovinello.

I giudici sono vittime (ed indirettamente chi ne subisce le decisioni) anche dell’effetto ancoraggio. Al crescere dell’entità dei risarcimenti e delle pene detentive richiesti, cresce la propensione ad accordarli.

Anche i commercianti conoscono bene come sfruttare a proprio vantaggio la vulnerabilità dei loro clienti. Da uno studio compiuto negli anni Novanta, un avviso del tipo “non più di dodici barattoli di minestra a testa” avrebbe permesso un balzo nelle vendite, di quella determinata marca di minestra, da 3,3 a 7 per cliente.

Per la legge di Weber, un aumento di prezzo da 1,50 € a 2,50 € appare più consistente di un aumento da 88 € a 89 € agli occhi dei consumatori. In ambito giudiziario accade che all’aumentare delle pene previste, aumenti la forbice con quelle effettivamente inflitte.

L’imparzialità può essere minata da condizionamenti via via più soggettivi. Le decisioni possono essere parziali se i magistrati hanno figli maschi o figlie femmine, se la squadra del cuore ha appena perso, e se si è troppo lontano o vicino da un pasto o da una merenda. I giudici, inconsciamente, tendono a prendere decisioni che sono funzione del loro stato fisico, mentale e psicologico. Ciò potrebbe cambiare le sorti delle persone.

Anche la non uniformità nel tasso di repressione da paese a paese, può essere foriera di pericolosi squilibri e danni evidenti in ambito giudiziario.

Più concretamente, un paese esporterà criminalità, o viceversa, importerà criminalità se il tasso di repressione è troppo basso. Il tasso di repressione è influenzato sia dalla dimensione qualitativa (qualità delle decisioni, come negli esempi descritti sopra) ed anche – probabilmente in modo ancor più incisivo – dal livello quantitativo di procedimenti da prendere in carico.

Il rapido incremento del numero degli avvocati in Italia dopo il 1990 sembra seguire di qualche anno il numero dei procedimenti aperti. Secondo alcuni studi approfonditi utilizzando tecniche statistiche volte ad identificare legami di causalità, sarebbe invece il numero di avvocati a causare la maggiore litigiosità italiana. Secondo uno degli studi (citato nelle fonti), la vicinanza a una facoltà di giurisprudenza tenderebbe a ridurre i costi di divenire avvocato favorendo lo sviluppo della professione legale in un particolare mercato indipendentemente dalla domanda di servizi legali. La questione si riduce insomma al solito paradosso dell’uovo e della gallina.

Il numero dei legali è esploso negli ultimi trent’anni: siamo passati dai 48.000 del 1985 ai 237.000 del 2015. Un penalista di Londra disse che il suo compito in tribunale è quello di sfruttare il margine di incertezza del sistema. In effetti al diminuire della prevedibilità delle decisioni aumenta lo spazio per l’arte del patrocinio.

E’ probabile che l’ingiustizia rimanga parte integrante della nostra umanità per molto tempo, nonostante l’impiego di algoritmi di intelligenza artificiale. Un algoritmo ben progettato potrebbe eliminare quantomeno l’imparzialità sistematica e gli errori casuali. Un ulteriore passo nella giusta direzione, potrebbe consistere in algoritmi ancor più evoluti, seppur imperfetti, che supportino giudici sempre in carne ed ossa rimediando alla loro capacità di giudizio talvolta fallace.

PER SAPERNE DI PIU’

https://www.ibs.it/hello-world-essere-umani-nell-libro-hannah-fry/e/9788833932118

https://www.youtube.com/watch?v=Ea-upPAELg8 

https://www.ibs.it/sette-peccati-capitali-dell-economia-ebook-carlo-cottarelli/e/9788858831243

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/temi-discussione/2010/2010-0745/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102

http://eprints.lse.ac.uk/60800/

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