Dicembre 20, 2024

Come comunicare con i No-vax

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Le frange più estremiste di coloro che rifiutano la somministrazione del vaccino stanno sfociando in teorie fantascientifiche e/o comportamenti violenti.

Nonostante l’Italia risulti essere uno degli Stati europei con maggior copertura vaccinale, e il “super green pass” indetto a inizio dicembre dal Governo miri ad aumentare questa percentuale, numerosi italiani hanno deciso di non accettare la somministrazione del vaccino contro il Covid-19 (definiti come “No-vax”).

Si tratta di un numero considerevole di concittadini (circa 7 milioni includendo anche i bambini) le cui posizioni, ovviamente, non possono essere ignorate. 

Il suddetto gruppo risulta essere estremamente eterogeneo, e raccoglie al suo interno sia ragionevoli dubbi e preoccupazioni in merito alla propria salute, sia teorie in merito a fantomatiche cospirazione.  

Il problema è che spesso i media fondono le due posizioni in un’unica entità, trasformando tutto il dibattito in una sequenza di botta e risposta in cui scienziati e medici si sono trovati costretti a rispondere ad accuse in merito a microcircuiti inseriti nel sangue. Questo ha creato un astio estremamente forte anche nei confronti di tutti coloro che, invece, avrebbero voluto sollevare delle osservazioni in merito al sistema del Green pass, o in merito alla vaccinazione indiscriminata.

Inoltre, la rappresentatività dei No-vax all’interno del panorama televisivo è spesso delegata a pochi personaggi in cerca di attenzione, senza nessuna preparazione sul tema, o autori di gesti assolutamente illegali (un esempio è rappresentato dal dentista piemontese che si è recato nell’hub vaccinale con braccio in silicone per beffare le infermiere e ora è pronto ad andare da Giletti a “Non è l’arena”).

Come spiega Selvaggia Lucarelli, giornalista del quotidiano Domani: “Il giornalismo ha il dovere di raccontare i No-vax, non di dare loro la patente di interlocutori se gli argomenti sono “nei sieri genici c’è il grafene” o “stanno morendo tutti per reazioni avverse ma non lo dicono!”.

Sul tema fake news antiscientifiche è intervenuta anche l’associazione Patto Trasversale per la Scienza, fondata nel 2019, che ha lanciato un appello al giornalismo, in particolare televisivo, perché smetta di trasformare il dibattito sul tema vaccini in un ring da combattimento, escludendo gli interlocutori evidentemente antiscientifici.

Tra l’altro, esiste una sovrapposizione mediatica (non sempre reale) tra chi rifiuta il vaccino e chi rifiuta il Green pass. Contro il pass verde sono scesi in piazza anche tanti vaccinati, liberamente contrari a un provvedimento governativo, a cui è legittimo fare opposizione qualora non lo si condividesse. Ovviamente, sempre nei limiti e nei modi consentiti dalla Costituzione.

Da questo punto di vista, l’Italia non è certamente un’eccezione. Difatti, Green pass simili al modello del Governo Draghi sono stati applicati in molti altri Stati d’Europa, scatenando proteste anche molto violente, perfino in zone in cui la vaccinazione ha margini di copertura molto più bassi dei nostri, e dove i casi risalgono continuamente. Nei Paesi Bassi scontri e arresti hanno incendiato l’opinione pubblica, colpita da una nuova serie di restrizione mirate a macchia di leopardo. La Germania si è piazzata al terzo posto nella classifica mondiale per numero di No-vax, subito dietro a Stati Uniti e Russia (solo il 69% dei tedeschi ha ricevuto il vaccino). Si sono registrati anche in Belgio numerosi scontri tra i manifestanti e la polizia, così come in Francia, dove il popolo dei No-vax si aggira intorno al 13%.

Il grosso problema è che questo malcontento, nella maggior parte dei casi, trova sponda nei partiti estremisti, che già si stavano rafforzando negli ultimi anni, e che ora provano a inserirsi nel dibattito come paladini di “chi è contro”. La gestione del dibattito da parte dei governi locali e dei mass media, inoltre, non aiuta a trovare punti di incontro.

Il grosso rischio è che, a pandemia finita, l’estremizzazione tra i due poli (“si vaccino” e “no vaccino”) crei i presupposti per un dualismo fratricida.

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