Cos’è la serendipity?
4 min readFare scoperte per caso ora ha un nome. O meglio, ce l’ha da un bel po’. Il termine “serendipity” è stato inventato e utilizzato per la prima volta da Horace Walpole nel 1754 per indicare, in una lettera ad un suo amico, una scoperta piacevole di qualcosa che non stava cercando. La parola deriva dalla storia dei “tre principi di Serendip”, un racconto popolare della cultura medio orientale. La storia racconta le avventure dei tre colti e sagaci figli del re di Serendip che per completare la loro formazione ed ampliare la loro conoscenza del mondo vengono mandati lontano da casa. Durante il loro percorso in una terra straniera, incontrano un cammelliere disperato per aver perso il suo cammello. I tre si prendono gioco dell’uomo descrivendo nei particolari l’animale scomparso pur non avendolo mai visto. Questo gioco però si ritorcerà contro di loro quando verranno accusati del furto della bestia che i tre in realtà non hanno mai visto. Solo una volta portati davanti al giudice daranno una spiegazione a quella descrizione così dettagliata riuscendo ad essere assolti per il crimine non commesso. Quindi, come sono riusciti a salvarsi? Semplice, più o meno, i nostri hanno intuito il particolare carico del cammello e le sue peculiari caratteristiche fisiche dagli indizi lasciati lungo il percorso come il lato da cui è stata mangiata l’erba o da quali animali si sono cibati del carico.
Molte volte il concetto di serendipity – o serendipità nella traduzione italiana – è associato ad una piacevole scoperta avvenuta per puro caso. In realtà il concetto è un po’ più complicato di così. Come ci insegna la storia dei principi di Serendip, non è solamente il caso a determinare una scoperta ma anche il mettere insieme gli indizi, lo spirito d’osservazione e la capacità di capire quello che ci sta succedendo intorno.
Il termine serendipity nella ricerca scientifica viene utilizzato per la prima volta da un professore negli anni ’30, da allora è stata utilizzato moltissimo nell’ambito scientifico. Sì, la scoperta scientifica a volte non viaggia su binari ben definiti e lascia spazio alla creatività e alla casualità delle scoperte. Individuare e interpretare correttamente i risultati imprevisti rispetto ai dati di partenza è fondamentale.
Ohid Yaqub è un sociologo della scienza che lavora all’università del Sussex a Brighton, nel Regno Unito. Le sue ricerche riguardano il ruolo della serendipità nella scoperta scientifica. Lo scopo è approfondire i meccanismi tramite cui agisce in modo da poterli utilizzare come strumenti per l’assegnazione dei fondi di ricerca. Yaqub, partendo dalle ricerche del sociologo statunitense Merton, propone di classificare la serendipità in quattro tipologie.
Il primo tipo è la ricerca in un certo settore che porta a scoperte applicabili o che possono essere applicate in settori diversi. Un esempio è la conversione dell’utilizzo delle mostarde azotate da gas tossici a farmaci chemioterapici.
Il secondo tipo è la ricerca che, con un certo obbiettivo, porta a soluzioni attraverso un percorso inaspettato. Un esempio è la scoperta della vulcanizzazione della gomma che ne aumenta la resistenza alla trazione e l’elasticità riducendo l’abrasività e l’appiccicosità. Scoperta per errore da gomma liquida colata sulla stufa, la tecnica fu utilizzata da Goodyear per produrre pneumatici più resistenti.
Il terzo tipo è la ricerca libera che porta ad una scoperta improvvisa. La scoperta della radioattività e l’applicazione come tecnica diagnostica è avvenuta per una scoperta casuale.
Il quarto e ultimo tipo sono le scoperte che trovano soluzioni a problemi che emergono solo più tardi. Ad esempio la scoperta del vetro infrangibile da un incidente di laboratorio e successivamente sfruttato per costruire i parabrezza delle auto.
La ricerca è un processo complesso ed è influenzata da molti fattori. La casualità di alcune scoperte non deve far pensare che l’approccio razionale sia venuto meno. Come detto in precedenza e come sostenuto da chi si occupa dell’argomento, la scoperta casuale, l’”incidente felice”, è esso stesso frutto della combinazione di diversi fattori che rendono l’accadere di un avvenimento più o meno probabile. Ed è solo la punta dell’iceberg perché ciò che davvero determina il verificarsi della serendipity non è l’accadere dell’evento casuale ma è la capacità dello scienziato di riconoscere tale evento e di dimostrarne l’importanza. La storia della scoperta medico-farmaceutica è ricca di serendipità. Alcuni dei farmaci che hanno profondamente influenzato la cultura umana sono stati scoperti per caso. Uno degli esempi più famosi è la scoperta della penicillina che ha proiettato l’uomo nell’epoca antibiotica permettendo all’umanità di debellare malattie fino ad allora senza cura. Possiamo citare le benzodiazepine, farmaci ad azione ansiolitica, come Xanax e Valium, che sono entrati a far parte della cultura pop degli Stati Uniti dalla seconda metà del ‘900. L’utilizzo di gas in chirurgia, che ha dato il via allo sviluppo dell’anestesiologia moderna.
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Mi chiamo Francesco Zantedeschi e sono laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Sono da sempre affascinato dalla scienza e dalla creatività. Recentemente mi sono avvicinato alla divulgazione scientifica perché penso che la scoperta sia importante tanto quando la sua comunicazione.
Molto interessante la storia da cui prende origine il termine serendipity. Bell’articolo!
Grazie Irene, sono contento che l’articolo ti sia piaciuto!
Chi l’avrebbe detto che da una antica storia popolare medio-orientale sarebbe nata una parola di uso comune nella scienza occidentale.