Cronache dal passo pura
3 min readFriuli Venezia Giulia, Passo del Pura, Ampezzo.
Una distesa verde, al termine di una lunga serie di tornanti; sentieri che si disperdono fra i boschi, un rifugio e poche malghe. Tre anni fa, qui come in molte altre zone del Veneto del Friuli Venezia Giulia, la terribile forza della tempesta Vaia colpì con forza, abbattendo, in poche ore, migliaia di alberi. Alla gravosa impronta della calamità naturale, si sono succedute poi quelle dei grandi mezzi pesanti che, con laboriosi e continui passaggi, hanno provveduto a rimuovere ciò che rimaneva dei boschi, tramutandoli in legname. Nel silenzioso “dopo” , rimanevano un paesaggio tuttavia ancora spettacolare ed i resti, scomposti e distesi, di sovrani verdi feriti e spezzati, che lasciavano visibili al sole le loro grandi ceppaie sradicate dal suolo.
Da qui è partito il sogno della Giant Trees Foundation: quello di far nascere un bosco nuovo.
La Fondazione, particolarmente attiva, sia sul territorio nazionale che all’estero, dove ha avviato fortunate collaborazioni con diverse istituzioni universitarie e centri di ricerca, nasce dal desiderio di alcuni agronomi, studiosi ed appassionati di far conoscere e preservare i grandi alberi di tutto il mondo, quali importanti risorse dal punto di vista scientifico ed ambientale.
La sua peculiarità è quella di studiare gli alberi utilizzando il metodo del tree climbing, che permette un contatto ravvicinato con i giganti delle foreste, preservandone lo stato e non interferendo con le loro caratteristiche naturali. Il tutto utilizzando attrezzature specifiche ed alcune anche di propria progettazione. Oltre a dedicarsi alla misurazione ed allo studio degli alberi più alti e più vecchi al mondo, tanta parte dell’attività è inoltre dedicata alla divulgazione ed alla formazione; durante i periodi estivi, perciò sono nate delle sessioni propedeutiche battezzate “Forest Summer School”: cicli di sette giorni l’uno, durante i quali, unitamente a tecnici e volontari, si realizzano progetti di recupero nei boschi delle zone montane.
Le Summer School sono quindi divenute l’occasione e lo strumento per passare all’azione e creare il terreno preparatorio per lo scopo finale: aiutare la natura a far rinascere il bosco, là dove Vaia ha colpito, grazie alla creazione ad hoc di campi sperimentali, opportunamente analizzati e monitorati. È stato un percorso impegnativo e complesso, ma che procede grazie ad un appassionato impegno: lo scorso 16 ottobre infatti, per il secondo anno consecutivo, tecnici e volontari si sono presentati all’appuntamento sul Pura per la messa a dimora di milleduecento giovani alberi, che, affiancati a quelli della precedente edizione del 2020, portano a duemila il numero delle nuove piante.
“Una goccia nel mare”, come l’ha definita, con umilità, il Direttore Scientifico della Fondazione dott. Andrea Maroè, attualmente nei Balcani per ricercare l’abete bianco più grande del mondo, “ma il mare, del resto, è fatto di gocce”.
Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Tempesta_Vaia
Giornalista pubblicista, appassionata di tutto ciò che è natura, arte, cultura e musica, amo raccontare i territori attraverso le emozioni che evocano ed alle sfumature delle persone che li abitano, contribuendo a preservarne ed a diffondere il loro valore intrinseco