En travesti rituale – Cos’è il Naven
4 min readEn travesti rituale – Il travestimento che scambiando i ruoli mantiene intatta la società
Il naven è un rito di travestimento collettivo (En travesti rituale) con il quale gli Iatmul, una popolazione che vive in Papua Nuova Guinea composta da circa 10000 persone, celebrano la prima azione di un certo rilievo compiuta da un giovane. Lo studioso antropologo Gregory Bateson (https://costellazionifamiliariesistemiche.it/teoria/gregory-bateson-e-lapproccio-psicologico-relazionale/), per scelta metodologica, analizza prevalentemente il rituale condotto per bambini o ragazzi maschi, sebbene vi siano naven anche per ragazze.
La struttura della cerimonia è estremamente variabile: da una soluzione più semplice che coinvolge solo lo zio materno del ragazzo (wau), fino a un rito complesso che assorbe la quasi totalità degli abitanti del villaggio. Il rito varia a seconda dell’importanza dell’azione celebrata, come ad esempio la prima pesca, ma potrebbe anche trattarsi dell’uccisione di un nemico. Così come accade che vi possane essere differenze a seconda della situazione del villaggio.
Figura centrale è il WAU, il quale si traveste da donna vestita di stracci che tutti chiamano “madre”.
Lo scopo è mettere in scena una caricatura dall’effetto eccessivo e smisurato per il nipote che viene chiamato LAUA, al quale il Wau dà cibo e dal quale riceve doni rituali. Inoltre il Wau strofina le natiche sulla gamba del Laua simulando un rapporto sessuale.
Solitamente alcuni parenti come la sorella del padre del giovane e la moglie del fratello maggiore si travestono invece da uomini utilizzando gli abiti più belli, e picchiano violentemente il ragazzo. Anche la sorella si traveste da maschio, mentre la madre del ragazzo si denuda.
Il rito mette in scena, invertendola, questa struttura della parentela, e al tempo stesso evoca, anch’esse invertite ed esagerate in modo caricaturale, le emozioni assegnate al genere maschile e femminile.
Qual è lo scopo di questi rituali di en travesti rituale?
Bateson nei suoi studi individua inizialmente due tipologie di spiegazione: strutturale e funzionale/pragmatico.
Nel primo caso la spiegazione è data da una serie di “identificazioni” nelle categorie familiari degli Iatmul: fratello e sorella, figlio e padre, in misura minore moglie e marito.
Così il wau, cioè chi si traveste, si identifica con la propria sorella, madre del ragazzo, portandone i valori con fierezza; i doni che vengono dato al wau sono il simbolo di un regalo fatto che paga una dote.
Wau e laua sono simbolicamente quindi come marito e moglie, da cui deriva l’atteggiamento sessuale.
La seconda spiegazione è che il naven cioè il travestimento è come un meccanismo che contribuisce a mantenere la coesione della comunità. Esso infatti unisce la discendenza patrilineare del ragazzo con quella dello zio materno.
Resta cruciale nei riti come questi il carattere drammatico ed emozionale, e le esagerazioni caricaturali di ogni atteggiamento sono cruciali nel naven.
I comportamenti risultano falsi e sono evidentemente comici, lo tramite si mettono in scena gli stereotipi delle figure sociali.
Nel naven, quindi, gli individui si immedesimano nel comportamento e nel carattere dell’altro sesso, con ironico disprezzo degli uomini e fiera vanità delle donne.
Mentre nelle società moderne o «complesse» appartenenze di classe e di genere, ruoli professionali, livelli di istruzione diversi definiscono peculiari forme di comportamento, di carattere e di apparenza, oltre che di forma e di idea, nella società Iatmul tutto ruota attorno a un’unica grande differenziazione, quella tra il maschile e il femminile.
La società “semplice” degli Iatmul si definisce per contrasto degli uni verso gli altri, uomini e donne.
Quell’insieme di interazioni tra individui o gruppi che dà origine a divisioni tra i gruppi o gli individui stessi viene definito “schismogenesi”.
In Naven vengono individuate due modalità di schismogenesi: complementare e simmetrica. La prima vede due parti che modificano il proprio comportamento in direzioni diverse e complementari, ad esempio sottomissione e dominazione, tendendo a spingere i due comportamenti verso gli estremi. Quella simmetrica invece porta le due parti a competere nella stessa direzione, ad esempio la violenza in una faida, e porta a un progressivo rafforzamento reciproco del comportamento.
Sempre Bateson, nel ‘58, ipotizza che i comportamenti simmetrici di rivalità e complementari di sottomissione non siano casualmente di segno opposto nel mantenere l’equilibrio tra laua e wau, ma siano una risposta adattiva alla necessità di stabilità: il laua con l’impresa compie un atto simmetrico e il wua invece di rispondere simmetricamente fa un gesto di esagerata sottomissione, una caricatura di un atto complementare. Gli individui sono stati socialmente addestrati ad attivare processi che salvino l’integrazione quando essa rischia di essere compromessa. È un En travesti rituale a tutti gli effetti.
Mi sono laureata in Lettere con indirizzo antropologico-geografico presso l’Università di Salerno. Ho conseguito due master: in Marketing presso lo IED di Milano e in Logistica Internazionale presso l’Università di Firenze. Ho fatto della Antropologia e della Etnografia una passione ed un lavoro. Attualmente sono docente di italiano nella scuola secondaria di primo grado, occupandomi di antropologia sociale e culturale della preadolescenza. Leggere è la mia passione, scrivere il mio impulso irrefrenabile.