Dicembre 21, 2024

Fossil Hunter: Mary Anning e la sua eredità nella paleontologia

6 min read
Sconosciuta a molti, Mary Anning emerge come una figura fondamentale nella storia della paleontologia, sfidando convenzioni e contribuendo in modo significativo alla nostra comprensione del passato attraverso i suoi eccezionali ritrovamenti fossili.

Nel 1865 Charles Dickens scriveva “La figlia del carpentiere si è conquistata un proprio nome e lo ha meritato” in un saggio dal titolo “Mary Anning, the Fossil Finder”. Una frase che per la prima volta celebrava l’intelletto e il ruolo di spicco all’interno della comunità scientifica di una donna, a vent’anni dalla sua scomparsa, in un’epoca in cui la scienza era appannaggio esclusivo delle classi privilegiate e le donne non avevano accesso a nessun circolo o associazione scientifica.

Ad oggi, invece, la figura per molto tempo dimenticata di Mary Anning è considerata una personalità di spicco della paleontolgia e diverse opere anche moderne, tra libri e film, sono ispirati alla sua storia.

La donna dei fossili

Mary Anning nasce il 21 maggio 1799 a Lyme Regis, un piccolo paese della contea del Dorset, in Inghilterra.

Ritratto di Mary Anning

La sua educazione scolastica si limitò all’apprendimento della lettura e della scrittura presso la scuola cristiana e congregazionalista del luogo. Importante per la sua vita fu, però, il contributo del padre, Richard Anning, che associava al suo lavoro di falegname la ricerca, nelle zone attigue, di fossili da rivendere, poi, ai turisti in visita nella città.

Furono infatti le spedizioni sulle scogliere e sulle spiagge locali insieme al padre e al fratello maggiore Joseph a riempire le giornate di Mary, che in poco tempo sviluppò un talento per la ricerca di fossili.

Un talento così grande da diventare una vera e propria professione, anche se molto pericolosa e spesso dallo scarso guadagno.

La sua ricerca, nel tempo, portò a scoperte eclatanti, divenute poi delle vere e proprie pietre miliari della storia paleontologica inglese e mondiale.

La vita della Anning, però, attraversò diversi periodi difficili dovuti non solo alla minore richiesta di fossili da parte del pubblico, ma soprattutto dall’irregolarità di ritrovamenti importanti.

Purtroppo il 9 marzo 1847, a soli 48 anni, la Anning morì a causa di un cancro al seno nella stessa Lyme Regis, dove è tutt’oggi sepolta.

Anche se l’eredità lasciata da Mary resta indubbia, ci sono voluti molti anni prima che venisse riconosciuta la sua figura all’interno della comunità scientifica. Ma nel 2010 la Royal Society ha finalmente incluso la Anning tra i “Local Heroes”, riconoscendo il suo contributo scientifico e rendendola, a tutti gli effetti, la prima paleontologa al mondo.

Una vita di scoperte

La prima grande scoperta della Anning è legata all’iniziale ritrovamento ad opera del fratello Joseph nel 1811 del primo cranio completo di ittiosauro, lungo più di un metro e con circa 200 denti.

In seguito, nel 1812, a soli pochi mesi dal ritrovamento effettuato dal fratello, Mary, appena quattordicenne, trovò il torso dello stesso esemplare: si tratta di uno scheletro avente una colonna vertebrale intatta e ben 60 vertebre.

I resti di ittiosauro trovati da Joseph e Mary Anning nel 1811 e nel 1812

L’animale venne inizialmente identificato come un coccodrillo ed entrambi i pezzi furono poi venduti dalla madre dei due ragazzi, Molly Anning, per la modica cifra di 23 £ al lord del luogo, Henry Hoste Henley, che a sua volta vendette il fossile al London Museum of Natural History di William Bullock, collezionista di curiosità naturalistiche.

Il fossile fu poi comprato dal British Museum e appartiene tutt’ora alla collezione del Museo di Storia Naturale di Londra, ormai diventato indipendente.

È proprio al British Museum che l’animale riceve il nome scientifico Ichthyosaurus platyodon, datogli dal naturalista Charles Konig. Successivamente tale nome venne cambiato in Temnodontosaurus platyodon, in quanto l’esemplare venne identificato e inserito nel genere Temnodontosaurus istituito da Richard Lydekker nel 1889.

Lo stesso esemplare fossile fu descritto anche nel 1814 dal professor Everard Home, che scrisse di fatti la prima pubblicazione scientifica dedicata ad un ittiosauro.

Il cranio di ittiosauro rinvenuto da Joseph Anning nel 1811

L’esemplare del 1811-1812 non fu però l’unico ad essere ritrovato dalla Anning, che anzi negli anni a venire ne trovò diversi, più o meno completi.

Nel 1820, anni dopo la scoperta del fratello, Mary trovò il primo scheletro incompleto di plesiosauro e, solo due anni dopo, vi fu il ritrovamento da parte della stessa di un nuovo scheletro della stessa creatura, stavolta completo.

Lo schelotro completo di un plesiosauro ritrovato da Mary Anning nel 1822

Il primo ritrovamento, però, non rese la vita di Mary facile, anzi la complicò.

L’animale ritrovato, infatti, era così strano da sembrare falso: in particolare il numero di vertebre del collo era ritenuto molto inconsueto essendo molto elevato – parliamo di circa 35 vertebre solo del collo – e non era mai stato osservato nulla di simile in un organismo vivente.

Ciò scatenò, dunque, la nascita di perplessità legate all’autenticità del reperto: in particolare uno dei più scettici a riguardo fu il naturalista e anatomista francese Georges Cuvier, un’autorità assoluta all’epoca nel campo dei reperti fossili e che tutt’ora è considerato il padre dell’anatomia comparata e della paleontologia dei vertebrati.

Non è quindi difficile pensare che i sospetti di falsificazione di Cuvier circa il ritrovamento della Anning significassero guai. In particolare, tale accusa, anche se non comprovata, avrebbe potuto compromettere l’attività di commercio degli Annings, privando di credibilità i loro ritrovamenti e, dunque, la loro merce.

Fortunatamente, con lo scheletro completo trovato relativamente poco tempo dopo il primo, Mary riuscì ad ottenere l’appoggio della Geological Society e tutti i sospetti di Cuvier relativi alla creatura vennero ritirati.

Ad oggi, il plesiosauro fossile scoperto dalla Anning ha anch’egli un nome scientifico ufficiale: Plesiosaurus dolichodeirus.

Oltre ai due rettili marini, nel 1828 Mary Anning effettuò anche il ritrovamento, sebbene incompleto, del primo rettile volante mai rinvenuto in Inghilterra, identificato successivamente come Dimorphodon macronyx: l’esemplare ritrovato consiste in uno scheletro parziale e disarticolato, privo di cranio.

Resti fossili di Dimorphodon macronyx rinvenuto da Mary Anning nel 1828

Si tratta di uno pterosauro, il cui ordine tassonomico estinto include tutti i rettili volanti vissuti durante il Mesozoico (circa 230-65 milioni di anni fa)

Con ali formate da una membrana di pelle, muscoli e altri tessuti estesi dal quarto dito della mano alla caviglia, gli pterosauri sono noti per essere i primi vertebrati adatti al volo battente. Inoltre, sebbene spesso vengano considerati nell’immaginario comune come dinosauri – così come avviene per gli ittiosauri, i plesiosauri e i mosasauri – tutti questi ordini non sono dinosauri bensì rettili, rispettivamente volanti e marini.

La Anning scoprì inoltre varie nuove specie di fossili di pesci, tra cui figura anche la prima Squaloraja, ritrovata nel 1829.

Resti fossili di Squaloraja

Lyme Regis: un’affascinante finestra sul passato

La città inglese di Lyme Regis, nel Dorset, è stata più volte utilizzata come ambientazione letteraria: non solo da Tracy Chevalier nel romanzo del 2009 “Strane Creature” – basato, tra l’altro, proprio sulla figura di Mary Anning – ma anche da Jane Austen per il suo ultimo romanzo, “Persuasione”, del 1816.

Lyme Regis | Dorset | Inghilterra

Questa stessa città, però, come è facilmente intuibile dalla storia di Mary Anning, è nota anche per i molti fossili di notevole importanza che sono stati ritrovati nei dirupi e nelle spiagge limitrofe, e fa parte della Heritage Coast (nota, per questo motivo, anche come Jurassic Coast). Proprio per questo motivo la città è diventata un sito UNESCO patrimonio dell’umanità.

Le rocce che si trovano lungo questa costa risalgono infatti al Triassico, al Giurassico e al Cretaceo e, tra queste, una delle più importanti è il Blue Lias: si tratta di una formazione rocciosa deposta nel tardo Triassico e all’inizio del Giurassico (circa 195-200 milioni di anni fa) famosa proprio per i suoi fossili.

Tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 la città di Lyme Regis trovò la sua fortuna nel turismo, divenendo una località molto apprezzata dalla nobiltà e dal ceto medio inglese. Ciò comportò la ricerca sulle scogliere e sulle spiagge locali e il commercio di piccoli fossili – solitamente ammoniti e belemniti – da rivendere ai turisti come souvenirs.

Alla sua cittadina più illustre la città ha dedicato un festival relativo ai fossili e una festività annuale – il Mary Anning Day, che si festeggia ogni 17 di maggio – per celebrare la vita e le scoperte della donna, una dei primi paleontologi al mondo.

In città è presente anche il Lyme Regis Philpot Museum, il miglior luogo dove poter ripercorrere la storia della città e riscoprire personaggi del passato. E forse, perché no, magari scoprire qualcosa di più anche su Mary Anning.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.