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Febbraio 24, 2025

Giano Bifronte e il potere delle scelte

3 min read
In quanto dio della scelta, Giano Bifronte, con il suo doppio volto, ricorda all'uomo che ha sempre due possibilità, basta solo prendere una decisione.

Parlando in generale di mitologia, il pensiero è solito spostarsi direttamente sulla mitologia di stampo prettamente greco, pochi però sanno che esiste anche una mitologia latina-romana non derivata dalle coste greche. Tra queste figure interne alla mitologia latina spicca Giano Bifronte, Creatore, Procreatore, Padre e altri infiniti epiteti a lui attribuiti.

Giano è un individuo particolare: quando Saturno venne cacciato da Zeus, solamente dopo che il titano ebbe vomitato tutti i suoi, il dio latino lo accolse in Italia, a Giano dell’Umbria precisamente, e infine nella sua casa, che da qui prese il nome di Gianicolo. Tramite il collegamento tra Saturno e Giano attuato in questo modo, ebbe inizio la presenza della mitologia greca in Italia. Da questo, Giano, ha preso il nome di dio degli inizi, portatore dell’età dell’oro a Roma, protettore delle nuove iniziative e in seguito dei commerci e degli affari.

Ma Giano è conosciuto soprattutto come dio della scelta: si può notare questo suo enorme potere persino dalle iconografie; lo si trova, infatti, con due volti, rivolti verso due direzioni opposte. Alcuni credono che i due volti siano profondamente diversi, si dice che siano rispettivamente un uomo e una donna, a rappresentare la dicotomia del maschile-femminile tanto cara agli antichi (basti guardare il profeta Tiresia). Altri credono invece che i due volti siano entrambi di sesso maschile, ma con diverse età: uno giovane e uno vecchio, a definire questi due passaggi della vita, due percorsi inevitabili da prendere, la nascita e la crescita, ed infine la morte in vecchiaia.

Infine, per molti altri ancora, Giano ha due volti identici, ad indicare che ogni scelta che si prende porta a due percorsi, ma chi compie la scelta, per quanto possa essere modificato dalle azioni, rimarrà sempre la stessa persona. I percorsi variano, le scelte variano, ma il soggetto è invariabile.

Giano veniva spesso posizionato, come statua, sopra le porte delle case o dei luoghi comuni in generale: in quanto dio della scelta, la porta è il suo simbolo più coerente: da una porta si può entrare o uscire, basta sceglierlo.

Gli altri valori aggiunti in seguito a Giano sono merito della sua nazionalità solamente romana e di successive specificazioni date proprio dalla sua natura ambivalente e iniziatica: arriverà a diventare, infatti, protettore dei viandanti, come coloro che compiono una delle scelte più difficili, l’allontanarsi e camminare, andare lontano, lasciare tutto quello che si ha per cominciare di nuovo. Non è forse anche questa, appunto, una scelta? Una presa di posizione?

I cancelli da varcare verso una nuova opportunità sono sempre infiniti, ma in conclusione si riducono sempre a due percorsi, mai prestabiliti: “sì” e “no” sono le chiavi delle risposte di Giano.

Per molti Giano è il dio della doppia faccia, doppiogiochista, falso: in realtà è un’opinione erronea, data dalla sua fisicità in quanto effettivamente dotato di due volti. Giano lascia semplicemente una libertà di scelta, e con l’idea che i due volti siano identici, la libertà posta in atto è assolutamente non condizionata.

A volte quel che viene scelto porta inevitabilmente ad errori e cadute rovinose, farsi male è inevitabile, ma il percorso di Giano rimane immutabile, ed è giusto ricordarsene.

Sul valore della scelta moltissimi autori hanno speso parole e infinite trattazioni: fra questi Kierkegaard ha deciso di fare della scelta motivo portante della sua poetica nel passaggio tra stadio estetico, etico, morale. Per questo motivo vorrei concludere la trattazione della tematica con una frase di questo autore:

“Per l’uomo arriva un momento in cui non ha più la libertà della scelta, non perché ha scelto, ma perché non l’ha fatto, il che si può anche esprimere così: perché gli altri hanno scelto per lui, perché ha perso se stesso.”

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