Il viaggio morale dell’uomo con Kohlberg
7 min read
La vita umana può essere considerata una serie di “fasi” o “tappe” volte allo sviluppo e, nell’ottica ottimale, al miglioramento dell’individuo e della società. Non solo acquisiamo nuove capacità via via sempre più complesse, sia fisiche sia intellettive, ma maturiamo anche nuove concezioni sul nostro ruolo all’interno del mondo e rispetto alla società in cui viviamo. Oltre alle teorie sul progresso fisico e mentale dell’uomo, ci sono teorie che indagano i processi di maturazione morale.
La morale viene intesa come un sistema di principi che guidano il comportamento sulla base del concetto di giusto e sbagliato. L’applicazione di questi concetti alle proprie scelte sembra essere unicamente sviluppato nella nostra specie. Infatti, le nostre riflessioni morali si estendono oltre le decisioni pratiche e immediate, e includono concetti più complessi come la giustizia, l’uguaglianza, i diritti e il bene comune. Questi sistemi morali sono spesso influenzati dalla società, dalla cultura e da riflessioni filosofiche.
Molte correnti filosofiche hanno tentato di dare un preciso significato al concetto di morale e alla sua applicazione nelle situazioni reali. Per definirla lo psicologo americano Kohlberg, basandosi sulla teoria dello sviluppo cognitivo attraverso stadi successivi di Piaget, ha formulato una teoria dello sviluppo morale.
Lo sviluppo morale
Kohlberg intende lo sviluppo morale come una successione di stadi evolutivi. Secondo la sua teoria ogni stadio rappresenta un sistema strutturato e specifico di pensiero, è qualitativamente diverso dagli stadi successivi o precedenti e tutti gli stadi si susseguono secondo la stessa sequenza; infatti, nessuno stadio evolutivo può essere evitato.
Premettendo che ciascuna cultura ha un proprio sistema di valori, lo sviluppo morale deve essere definito in relazione alle trasformazioni che affronta il pensiero del singolo: la morale cambia relativamente alla forma del pensiero dell’individuo. Le strutture del giudizio morale sono perciò universali e si sviluppano indipendentemente dalle strutture culturali. Quindi la sequenza dello sviluppo morale è universale per tutti gli individui e quindi per tutte le culture: la morale riguarda la modalità con cui gli individui risolvono le questioni morali man mano che crescono e sviluppano un senso di giustizia.
Dilemmi morali e concetto di giusto e sbagliato
Lo strumento alla base della ricerca scientifica di Kohlberg ruota intorno ai dilemmi morali, ossia situazioni proposte a individui di età diverse che devono prendere una decisione tra le opzioni possibili, spesso in conflitto le une con le altre e che comportano conseguenze per il singolo e per la società. Attraverso i dilemmi morali e le soluzioni adottate lo psicologo riesce a inquadrare i diversi stadi evolutivi dell’uomo.
L’aspetto fondamentale da prendere in considerazione per la valutazione dello sviluppo morale non risiede nel prendere la decisione migliore ma nella motivazione alla base della risposta dell’individuo al dilemma morale proposto. La motivazione, infatti, racchiude in sé il ragionamento morale che corrisponde allo stadio evolutivo in cui si trova il soggetto.
Tra i dilemmi morali, viene proposto il dilemma morale di Heinz: la moglie di Heinz rischia di morire a causa di una malattia molto grave e un medico riferisce a Heinz che la guarigione è possibile solo grazie a un farmaco innovativo che è in possesso di un solo medico. Quest’ultimo si arricchisce grazie alla vendita del farmaco e chiede ad Heinz una somma per lui inarrivabile. Heinz propone di pagare parte della medicina sul momento e saldare nel tempo il suo debito, ma a seguito del rifiuto del dottore, decide di rubare la medicina per salvare sua moglie. E qui nasce il dilemma: ha fatto bene Heinz a rubare il farmaco?
In base alla motivazione fornita, seguendo la teoria di Kohlberg, il soggetto viene inserito in uno dei tre livelli principali, ognuno dei quali è suddiviso in due stadi differenti, per un totale di sei stadi.
Stadi dello sviluppo morale
Livello preconvenzionale caratteristico dei bambini tra i 4 e i 10 anni
Il bambino ha la consapevolezza delle regole culturali attraverso le quali giudica azioni e comportamenti come positivi e negativi, ma i suoi ragionamenti di fondano esclusivamente sulle conseguenze fisiche per una determinata scelta, ossia le eventuali sanzioni o ricompense. L’obbedienza è sottomessa al potere fisico e si focalizza sul rispetto delle regole per evitare punizioni o ottenere ricompense.
Nello stadio 1 il bambino sceglie in base alle conseguenza fisiche delle sue azioni ed è quindi influenzato dalla paura della punizione. Si obbedisce all’autorità essenzialmente per paura, ma non vi è un particolare significato morale nella scelta: Heinz non deve rubare altrimenti verrà condannato e portato in prigione.
Nello stadio 2 il bambino considera le azioni giuste come quelle che soddisfano i propri desideri e talvolta anche quelli di altri individui. Le scelte sono condotte dalla possibilità di avere qualcosa in cambio e non da un vero e proprio senso di giustizia, gratitudine o lealtà. La ricerca della condizione più favorevole o conveniente per l’individuo stesso è la motivazione principale della scelta: Heinz potrebbe rubare la medicina perché, anche se in pigione, potrebbe comunque rivedere sua moglie ed essere felice, oppure non dovrebbe rubarla perché in prigione vivrebbe solo e triste tanto quanto nell’eventualità della morte della moglie.
Livello convenzionale per adolescenti e adulti
A questo livello l’individuo inizia a percepire che è moralmente opportuno perseguire gli obiettivi di un gruppo con il quale condivide la sua esistenza. Nasce così il sentimento di appartenenza e il conseguente desiderio di conformarsi a questo ordine precostituito e indentificarsi con il gruppo. La motivazione è data dalla ricerca di approvazione di chi circonda al soggetto: quest’ultimo rispetta le regole per mantenere l’ordine sociale e guadagnarsi l’approvazione degli altri.
Nello stadio 3 l’individuo sceglie un determinato comportamento perché incontra l’approvazione degli altri e quindi è socialmente accettato. Tende a conformarsi ad alcuni stereotipi e identifica un comportamento morale con un’azione che aiuta la collettività e che riscuote il consenso del gruppo, evitando la disapprovazione. In questo stadio la scelta morale sul dilemma è la seguente: Heinz dovrebbe rubare la medicina perché un buon marito deve essere disposto a tutto per la moglie oppure non dovrebbe rubarla perché il gesto creerebbe disapprovazione da parte delle persone che circondano Heinz, la sua comunità non potrebbe accettare questo comportamento.
Nello stadio 4 l’individuo considera moralmente giusto un’azione o un comportamento che riesce a garantire e sostenere l’ordine sociale, le regole e l’autorità riconosciute dalla collettività. La morale implica svolgere il proprio dovere rispetto all’autorità e al mantenimento dell’ordinamento sociale. In questo caso Heinz non dovrebbe rubare la medicina perché è un’azione proibita dalla legge e non dovrebbe agire in maniera contraria all’ordine sociale oppure Heinz dovrebbe rubare la medicina per salvare la moglie e accettare la sentenza che ne consegue. Entrambe le scelte ruotano intorno alla legge e all’ordine precostituito.
Livello post convenzionale
Premettendo che non tutti raggiungono questo livello, esso consiste nel superamento dell’autorità precostituita nell’ottica di trovare nuovi valori morali e nuovi principi ancora più generali rispetto a quelli forniti dalla società. Quindi l’individuo adotta principi morali universali, come la giustizia e l’uguaglianza, che tuttavia possono entrare in conflitto con le leggi o le norme sociali della comunità di appartenenza.
Nello stadio 5 il soggetto ha piena comprensione del relativismo dei valori e delle opinioni personali: cerca un consenso generale su una nuova soluzione che garantisca i diritti di tutti i singoli che possa essere comunemente accettata dalla società. In quest’ottica si possono cambiare le leggi e le regole per migliorarle in termini di utilità sociale: Heinz dovrebbe rubare la medicina perché ognuno ha il diritto di vivere. Si tratta di una morale che supera le regole vigenti ma è comunemente accettata poiché possiede con fondamento logico.
Nello stadio 6 l’individuo sceglie in base a principi che egli stesso pone e che percepisce come universali, logici, completi e coerenti. Sono principi astratti che si fondano sull’idea che l’uomo deve essere il fine di ogni azione e non il mezzo per uno scopo. Secondo questi ragionamento, Heinz dovrebbe rubare la medicina perché nella scala dei valori universali il diritto alla vita viene prima del diritto alla proprietà oppure non dovrebbe rubare la medicina perché così la sottrae a una persona che ne ha bisogno e che può anche pagarla; in quest’ultimo scenario sarebbero soddisfatti il diritto alla vita, quello di proprietà e, in più, quello del riconoscimento, nello specifico il compenso, del lavoro del medico.
Secondo voi, quale sarebbe la soluzione migliore a questo dilemma? Heinz dovrebbe rubare la medicina o non dovrebbe farlo? Ovviamente essendo un dilemma morale che implica non solo considerazioni pratiche ma anche valutazioni personali e influenze culturali, la risposta non sarà mai univoca. La teoria di Kohlberg in ogni caso ci fornisce uno spunto di riflessione per analizzare le nostre scelte e comprendere in maniera più completa quelle delle persone che ci circondano.
Kohlberg, L. The Philosophy of Moral Development: Moral Stages and the Idea of Justice (1981)

Sono laureata in traduzione e interpretariato con specializzazione in inglese e in russo. Adoro viaggiare per entrare in contatto con culture diverse e comprenderne gli usi e i costumi, infatti ho vissuto per un certo periodo a San Pietroburgo. Tra i miei maggiori interessi ci sono lo studio delle lingue, il cinema e la danza.