La bandiera della Sicilia
3 min readLe origini della bandiera della Sicilia sono alquanto remote nel tempo, da ricercarsi orientativamente nel XIII secolo, rendendola la quarta più antica al mondo ed una delle più caratteristiche e consolidate nell’immaginario collettivo.
Di Myriam Thyes / Klone123 – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19634515
Il 26 febbraio 1266, a Benevento (Campania), l’esercito guelfo di Carlo d’Angiò di Francia sbaragliò quello ghibellino filo-imperiale di Manfredi di Sicilia, l’ultimo sovrano della casata sveva, assumendo il controllo della regione. Si ritiene che lo sfondo rosso e giallo simboleggi l’unione dei colori comunali di Palermo e Corleone, che, secondo quanto riporta il cronista medievale Bartolomeo di Neocastro nella sua Historia Sicula, per primi unirono le forze per ribellarsi allo strapotere della dinastia degli Angioini. Di seguito la popolazione autoctona, stanca di vedersi imposto un fisco del tutto iniquo e di essere mortificata nelle sue tradizioni folkloristiche, decise di insorgere in quella che divenne la ben nota rivolta dei Vespri siciliani (1282). E’ proprio in occasione di tale evento che viene adottato per la prima volta un vessillo siciliano non troppo dissimile da quello odierno.
Lo sfondo accoglie la trinacria, simbolo e denominazione storici della Sicilia, costituita da tre elementi fondamentali:
La triescele, che raffigura un essere dotato di tre gambe o per estensione un qualsiasi oggetto con tre protuberanze (ad esempio delle spirali) a simmetria rotazionale. Si tratta di un simbolo di origine preistorica e riscontrabile in molteplici varianti nell’araldica di altre civiltà come quella celtica, quelle mesoamericane o persino indiane;
Il gorgoneion, vale a dire il capo della Gòrgone più celebre, Medusa. Le Gorgoni sono tre personaggi legati mitologia greca, le sorelle Steno, Euriale e, appunto, Medusa, d’aspetto orrorifico e in grado di pietrificare chiunque le guardasse direttamente negli occhi. Anche in tal caso si tratta di una simbologia assai diffusa: traendo ispirazione dalla loro fisionomia era d’uso forgiare pendenti apotropaici (in grado di scongiurare gli influssi maligni) o le egide reali;
Le spighe di grano, ad indicare la lussureggiante fertilità della terra siciliana, che fu la prima provincia ed il “granaio” di Roma, “la nutrice al cui seno il popolo romano si è nutrito” (secondo la definizione del politico ed oratore romano Catone il Censore).
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Nell’immagine in evidenza un suggestivo scorcio della Valle dei Templi (Agrigento), parco archeologico protetto dall’UNESCO quale patrimonio dell’umanità. Nella fattispecie si tratta del Tempio della Concordia, ritenuto, insieme al Partenone, l’edificio d’ordine dorico con il miglior stato di conservazione al mondo. In primo piano la statua di Icaro, donata alla regione dall’artista polacco Igor Mitoraj.
Ho conseguito la maturità classica nel 2015, la laurea di primo livello in Ingegneria Chimica presso il Politecnico di Milano nel 2019 e la laurea magistrale nel 2021 in Chemical Product Engineering con particolare enfasi per i bioprocessi industriali e le tecnologie di formulazione farmaceutica e cosmetica. Traggo la mia linfa vitale da interessi poliedrici, tra cui la filosofia e l’antropologia, e da una inclinazione naturale alla speculazione teorica al servizio di risvolti concreti nella quotidianità.