Novembre 17, 2024

LA CODIFICAZIONE A DIRITTO COSTANTE

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La codificazione a diritto costante è un’attività di riordino normativo effettuata con sistematicità e costanza nel tempo.

Il termine codificazione è, nella sua interpretazione massimalistica, la sistemazione ordinata e coerente di norme e regole. Secondo una lettura minimalistica del termine, più elaborato è il modo in cui codifichiamo un’informazione al momento dell’apprendimento, più robusto è un ricordo. 

Le figure preposte ad applicare e far applicare le leggi, si trovano in difficoltà se devono navigare in una giungla di norme mal organizzate. Similmente, se l’attenzione che il cervello rivolge ad un determinato stimolo non è sufficientemente alta, meno elaborato sarà il modo con cui l’informazione sarà appresa e conservata. Il risultato è che spesso, ad esempio in un Paese come il nostro, una ristretta casta di sacerdoti conosce le mappe per districarsi in tale giungla.

In Francia il processo di codificazione a diritto costante ha condotto finora l’emanazione di una settantina di codici che raccolgono disposizioni di natura legislative e regolamentari ha fatto in modo che la parte codificata del diritto sia ormai quantitativamente superiore a quella non codificata.

All’alba del nuovo millennio, la concorrenza fiscale tra Stati spinge la leva fiscale al ribasso. I paradisi fiscali, agevolati da una burocrazia troppo snella e da legislazioni locali favorevoli, sono un disincentivo all’equità fiscale.  Si tratta di un disincentivo pericoloso, perché già si assiste ad una crescente deterritorializzazione delle attività economiche. Il numero delle stateless firms nel mondo è oggi stimato intorno a 250 mila unità. Sono le imprese che hanno basi in più Stati, danno lavoro al 10% circa degli occupati a livello mondiale (quasi 80 milioni di addetti).

Un ulteriore disincentivo consiste nella difficoltà di fare impresa. La Banca Mondiale pubblica annualmente il rapporto “Doing Business”. Viene elaborato un indice globale della “facilità di fare impresa”. I parametri tenuti in considerazione sono ad esempio: avvio di un’attività, accesso al credito, commercio internazionale, fisco, registro dei titoli di proprietà, tutela di chi investe.  I primi posti in classifica (al 2016) sono occupati da Nuova Zelanda, Singapore, Danimarca. La Francia è al 29^ posto, l’Italia al 50^, l’India al 130^.

E’ ormai accertata l’esistenza di una spinta verso maggiori dimensioni del potere pubblico. Essa tende a concretizzarsi in una prima ondata di armonizzazione dei mercati ed in una successiva ondata di armonizzazione degli interventi statali. Non solo in Europa si assiste allo spostamento di molte decisioni dagli Stati alle autorità continentali. 

In Francia, nel 1989 venne istituita la Commission Superieure de codification e venne rilanciato in grande stile un processo di codificazione generale a diritto costante tesa a raccogliere e classificare entro dei codici tematici l’insieme delle leggi in vigore. L’idea di un diritto permanentemente codificato aveva condotto già nel 1948 all’istituzione di un organo ad hoc incardinato nella struttura costituzionale. 

La codificazione è considerata funzionale ad un più ampio obiettivo di semplificazione normativa. Il disordine normativo può derivare da un problema di stock e/o di flusso. Può accadere cioè che nascano troppe leggi, e (oppure) che ne muoiano troppo poche. In assenza di un’esplicita abrogazione le leggi rimangono in vigore a tempo indeterminato.

Oggi abbiamo bisogno di una filosofia della scienza, ma anche di una filosofia della tecnologia, che consenta una gestione più intelligente del sistema. Bisogna avere sì tecnologie a misura d’uomo,si è detto anche uomini e donne a misura di tecnologia, ma anche un sistema di produzione normativa che tenga il passo del progresso. Abbiamo un urgente bisogno di una filosofia della tecnologia che studi tutte le contraddizioni del progresso sempre più veloce e ci aiuti a trovare regole più stringenti. E a farle osservare.

I codici (O Testi Unici) intesi come raccolta di fonti normative spesso consacrano una pluralità di diritti positivi corrispondenti a singoli gruppi di rapporti giuridici – basti pensare al codice dell’industria cinematografica o al codice della proprietà intellettuale – o a categorie di soggetti individuati in base ad un determinato status – come nel caso del codice dell’artigianato o dei vari codici di deontologia professionale. 

L’aggregazione delle norme in Testi Unici, il più delle volte avviene troppo in ritardo rispetto all’avanzare del progresso tecnologico? Secondo Wikipedia in Italia esistono 35 Testi Unici. Il Testo Unico della radiotelevisione è stato finalizzato, ad esempio, nel 2005.

La corrispondente attività di codificazione a livello comunitario si è realizzata lo dicembre 2021 con il “Testo unico dei servizi audiovisivi e Codice delle Comunicazioni elettroniche”, in attuazione della Direttiva UE 2018/1808. La codificazione normativa è indispensabile ed in continua costruzione anche a livello comunitario.

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