Ottobre 31, 2024

Una donna che racconta le donne: intervista a “La settima lettera”

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Intervista a Gisella Lombardi aka la settima lettera che ci racconta di come si prepara a rappresentare i suoi personaggi al pubblico di Tik Tok e Instagram.

Il 71,6% degli italiani è iscritto a un social network che nel 2023 sta quasi diventando un ambiente saturo di content creator che sgomitano per prendere il proprio posto nelle varie piattaforme.  

In questo settore trovare contenuti innovativi, che si distaccano un po’ dalla massa fatta dai soliti video demenziali, adv con codici sconto e collaborazioni con brand piuttosto discutibili, non è certo cosa facile. Ma per fortuna la figura mitologica de l’algoritmo mi ha permesso di imbattermi ne “la settima lettera” aka Gisella Lombardi, classe ‘93.

Se si visitano i suoi profili ci si imbatte in una serie di video super curati dedicati a donne, più o meno note, che hanno un posto di rilievo nella storia del nostro paese.

Che percorso di studi hai seguito?

Mi sono laureata in filosofia e scienze culturali nell’università di Berlino e ho proseguito con una magistrale in scienze strategiche a Torino, si tratta di  un corso di studi in collaborazione con l’accademia militare”.

Dove vivi e che lavoro fai?

“Vivo a Roma e faccio la content creator per una azienda”.

Come nasce l’idea di questo progetto?

Ho cominciato a sviluppare l’idea su Tik Tok, una delle poche piattaforme che al tempo ha catturato la mia attenzione e proprio ispirata da un video di una ragazza canadese ho pubblicato un primo video dedicato alle suffragette. Lo step successivo è stato quello di iniziare un approfondito studio storico e dedicare 4 video a personaggi italiani”.

Ed è così che delinea il panorama italiano a partire dall’Unità creando contenuti dedicati ad un filone di personaggi che talvolta sono strettamente connessi tra loro.

“Si tratta proprio di una catena in quanto ogni personaggio che racconto è a volte anche legato a quello successivo. Di solito parto raccontandone la storia e sottolineo quel qualcosa che lo ha distinto e volutamente tratto solo donne”.

Quanto impieghi nella creazione dei contenuti?

“La creazione di un singolo video può richiedere anche 2 o 3 giorni di lavoro considerato che curo la parte storica, scenica e i costumi”.

Salta subito all’occhio la coerenza degli abiti che indossi nei tuoi video, da dove vengono?

“Tutti dal mio armadio pieno di capi vintage, alcuni dei quali presi dall’armadio di mia nonna Romea”.

Anche la recitazione è molto curata, hai esperienze in merito?

“Ho studiato recitazione in passato e il mio lavoro è anche ispirato alla pantomima del balletto classico che studio da tutta la vita”.

Come vanno gli highlights dei tuoi canali social?

Pubblico su Tik Tok dove ho 70 mila follower e Instagram dove ne ho 10 mila. Ho anche la pagina Youtube che rappresenta più una valvola di sfogo dove mi esprimo se ho voglia di sviluppare di più un argomento. In realtà non rincorro views o like, faccio un contenuto di nicchia e non posso star dietro ai trend, quello che creo per me ha un valore intrinseco”. 

Se dovessi pensare a uno o più personaggi che ti hanno influenzato e la cui storia ti spinge a continuare questo lavoro, quali citeresti?

Senza dubbio Cristina Trivulzio di Belgiojoso, l’ereditiera più ricca di Milano costretta a scappare a piedi di notte, una rivoluzionaria che contribuisce all’Unità d’Italia e che muore nel ‘71 dopo il completamento della stessa. Poi penso alla Marchesa Casati, emblema della Belle Époque, che fece della sua vita un’opera d’arte. Epocale il suo ingresso ad una festa mezza nuda con ghepardi al guinzaglio e schiavi vestiti d’oro”.

Una anticipazione sulla protagonista del tuo prossimo contenuto?

“Mi vedrete vestire i panni di Artemisia Gentileschi”.

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