La spada nella roccia: tra mito e realtà
4 min readTutti, almeno una volta nella vita, avranno sentito parlare della leggendaria spada nella roccia. La celebre spada che attende di essere estratta dalla roccia nella quale è incastonata per donare forza e potere a colui che possederà le virtù fisiche e morali idonee per sradicarla.
La leggenda della spada nella roccia, di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda, protagonisti del ciclo bretone medievale grazie all’opera di Chrétien de Troyes, che nel suo “Perceval” del 1190 ne racconta le valorose gesta, ha ispirato fiabe e film: dal cartone d’animazione filmato Disney, fino al più recente “King Arthur: Il potere della spada” con Jude Law e Charlie Hunnam, passando per il “Primo Cavaliere” con Richard Gere e Sean Connery nei panni di Re Artù.
L’Abbazia di San Galgano
Ebbene forse non tutti sanno che la spada nella roccia esiste davvero e si trova in Italia. Siamo in Toscana, nella Val di Merse, più precisamente a Chiusdino, un paese a circa 30 km da Siena. E’ in questa zona, circondata dalle colline toscane ed immersa nella natura, che troviamo l’imponente Abbazia di San Galgano. Un viale di cipressi conduce i visitatori di fronte a questa struttura desolata, quasi dimenticata, che dal nulla si erge fiera e melanconica allo stesso tempo.
L’Abbazia, risalente al XIII secolo (1220-1268), porta con sé, inevitabili, i segni del tempo: la copertura, infatti, è ormai solo un lontano ricordo dei secoli addietro, le vetrate e i pavimenti sono andati distrutti, mentre i rivestimenti interni e tutto ciò che una volta ornava l’Abbazia è andato perduto: venduto o saccheggiato. A distanza di secoli, dell’Abbazia cirstencense, in stile romano-gotico, rimangono solo i pilastri e le mura delle navate, ma, nonostante ciò, essa conserva ancora un fascino misterioso e senza tempo.
La spada nella roccia
E’ in questo luogo che, un po’ a sorpresa, è custodita, o meglio incastonata, la spada nella roccia. Percorrendo un breve sentiero, infatti, si raggiunge un’altura su cui è posizionato l’Eremo di Montesiepi. All’interno dell’eremo, di forma circolare, protetta da una teca, una spada confitta nella roccia si rivela dal terreno. A questo punto la domanda sorge spontanea: la spada nella roccia esiste davvero o si tratta solo di una curiosa analogia?
Nessuna delle due ipotesi. Ovviamente non esiste una spada incantata capace di donare poteri magici, ma la spada che si trova in Toscana non è stata messa lì per creare un qualche collegamento con la storia di fantasia che tutti noi conosciamo, anzi verosimilmente è stata proprio Lei a ispirare la leggenda di Re Artù, come afferma Mario Moiraghi, esperto in materia ed autore de “L’enigma di San Galgano”.
La vita di Galgano Guidotti
Secondo fonti storiche documentate, infatti, la spada in questione un tempo appartenne a Galgano Guidotti, un uomo nato a Chiusdino nel 1148. Di Galgano sappiamo che nacque da una famiglia aristocratica e benestante e che, per motivi di nascita, fosse destinato a diventare cavaliere.
Ebbene, Galgano visse una vita dissoluta e spensierata, fatta di piaceri e vizi, fino a quando, secondo la leggenda, all’età di 33 anni, l’Arcangelo San Gabriele non gli apparì in sogno per condurlo a Montesiepi, dove il giovane si convertì al cristianesimo. In segno di fede e di rinuncia alla violenza, in quello stesso punto Galgano conficcò la sua spada nella roccia formando con l’elsa una croce votiva. Un gesto simbolico con cui Galgano abbandonò il suo status di nobile cavaliere per dedicarsi ad una vita da eremita fatta di isolamento, privazione e spiritualità.
L’Eremo di Montesiepi
Ben presto l’esempio e la devozione di Galgano si diffondono, creando proseliti. Passano solo pochi anni dalla sua morte, avvenuta nel 1181, che Galgano viene dichiarato Santo, diventando così protagonista di uno tra i primi processi di canonizzazione storicamente documentati. E’ il 1185 e i suoi seguaci, in segno di devozione, decidono di costruire un Eremo in suo onore.
L’Eremo o Rotonda di Montesiepi, per la sua singolare forma circolare, si compone essenzialmente di una piccola chiesa in cui due sono gli elementi che catturano l’attenzione: la volta, decorata con cerchi concentrici, e la spada del Santo, al centro esatto della cappella. Nel corso dei secoli alla costruzione iniziale, si sono aggiunti altri elementi, tra cui un atrio, una canonica, un campanile ed una cappella laterale impreziosita dagli affreschi del Lorenzetti, uno dei massimi esponenti della tradizione artistica senese del 300.
Le indagini del CICAP
Di San Galgano e della sua figura, a cavallo tra mito e realtà, si è occupata anche il CICAP, Il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze. Nel 2001, infatti, autorevoli esperti, utilizzando moderne tecniche di ricerca, tra cui strumentazioni georadar ed analisi al 14-C, hanno condotto un’accurata indagine del sito facendo risalire al XII secolo non solo la spada in ferro, già fedele per stile a quelle dell’epoca, ma anche i frammenti ossei prelevati dalle c.d. “mani degli invidiosi”, ovvero le spoglie di quei monaci che, secondo la mitologia, avrebbero tentato di estrarre la lama dalla roccia.
In attesa di ulteriori indagini, dunque, è curioso notare come gli esami condotti fino a questo momento non abbiano ancora sconfessato la leggenda di un luogo sempre più affascinante e misterioso.
Ho studiato a Siena dove ho conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e poi la laurea magistrale in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni. Appassionato di storia e attualità, sono molto curioso, mi piace esplorare posti e scoprire cose nuove. Amo guardare film e scattare foto, meglio se in formato polaroid.
Una leggenda in cui religione, simbologia e numerologia non mancano. Da raccontare con un bicchiere di vino in mano, guardando il cielo sopra le navate di San Galgano.
Ciao Andrea, hai ragione, sarebbe perfetto in un luogo affascinante come questo.
Grazie per il tuo commento, hai colto nel segno. Continua a seguirci!!