La superstizione e la religione
2 min readL’etimologia della parola superstizione (dal latino superstitio -onis, comp. di super– e tema di stare «stare») rimanda a qualcosa che va collocato al di sopra dei fatti e delle conoscenze umane. Proprio per questo, la superstizione è inevitabilmente correlata alla religione. Difatti, per definizione, nasce dalla volontà di soddisfare delle esigenze in contrasto con il culto dominante. Nella maggior parte dei casi, sono un residuo di religioni preesistenti. Risulta evidente nei gesti di alcuni riti, che non detengono più alcun significato propriamente religioso.
Il risultato della repulsione da parte della religione ufficiale nei confronti della superstizione ha portato a un inglobamento di questi gesti “pagani”. Il cristianesimo è un esempio perfetto di questo processo, considerando il fatto che la stragrande maggioranza delle festività sia collocata in concomitanza con quelli che erano spesso riti propiziatori.
Per la Chiesa fanno parte della superstizione anche la divinazione e la magia.
Le diverse concezioni della superstizione
Al di là della religione dominante di riferimento, le superstizioni possono scaturire da una concezione animistica (secondo la quale entità magiche in forma di spiriti, demoni, geni, folletti, fate ecc. interverrebbero a inclinare la sorte e al cospetto dei quali va sempre osservata una certa condotta), oppure da una concezione magica. Sono emblema di questa seconda visione le fatture, i riti propiziatori, l’attribuzione di capacità sovrannaturali e facoltà particolari (indovini, streghe ecc.).
La scaramanzia
Alla seconda concezione si ascrivono anche tutte le pratiche scaramantiche, ossia tutte quelle pratiche «che hanno lo scopo di respingere supposti influssi negativi attribuiti a situazioni, ambienti o addirittura a individui, per proteggersi dai quali vengono utilizzati rituali, scongiuri, formule magiche, nonché amuleti.». La realizzazione di questi riti è spesso legata in qualche modo a una o più parti del corpo, che vengono nominate o riprodotte. Queste, però, sono caratterizzate da un valore fortemente ambiguo, che le rende foriere di poteri benefici e apotropaici (come quello di allontanamento del maligno, di protezione) e di valenze negative, come il simbolo dell’occhio nelle varie religioni.
https://www.treccani.it/enciclopedia/scaramanzia_%28Universo-del-Corpo%29/
Ho conseguito la laurea di primo livello in lettere moderne e contemporanee presso l’università di Macerata e la laurea magistrale in Italianistica presso l’Almamater Studiorum di Bologna. Attualmente frequento un master sui DSA presso l’università di Urbino Carlo Bo. Credo nella necessità della trasmissione della cultura e del sapere come forma di riscatto sociale e come unica arma valida contro l’egoismo dell’essere umano.