Settembre 19, 2024

Maria, la diva divina della lirica mondiale

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Un nome, un'icona: la vita di Maria Callas tra successo, dolori e ombre.

C’è chi conosce Maria Callas come soprano di fama internazionale. Chi la conosce per la sua travagliata vita privata. Ma c’è anche chi la conosce e basta, perché é impossibile non farlo. 

Cenni biografici 

Maria nasce a New York nel dicembre del 1923: i suoi genitori sono greci, ed infatti il suo nome di battesimo è Maria Anna Sofia Cecilia Kalos. Già in tenera età inizia a mostrare un talento precoce per la musica, iniziando a mettere insieme le prime melodie al pianoforte e ad ascoltare brani operistici tra i tre e i quattro anni. 

Nel 1928 succede un evento che può considerarsi come di svolta nella vita della piccola Maria. Viene investita da un’auto mentre sta attraversando di corsa la strada per tentare di raggiungere la sorella, intravista dall’altra parte della strada. A seguito di questo fatto, Maria starà in coma per ben 22 giorni. Al suo risveglio, la sua personalità e il suo carattere risultano essere cambiati: diventò la donna ostinata e ribelle che tutti conosceranno.

Siamo nel 1931, e la Callas inizia a prendere le prime lezioni di canto -ma anche di pianoforte-. La sua insegnante, tale “signora Sandrina”, usa sia il metodo italiano che quello francese. Il risultato fu che Maria era abile nel cantare sia arie prettamente da mezzosoprano sia arie destinate ai soprani di coloratura (ossia quando la cantante è abile nel produrre virtuosismi vocali al massimo della sua agilità). 

Nel 1937 si trasferisce in Grecia a seguito della separazione dei suoi genitori. Durante i suoi anni in Conservatorio, fu seguita dal soprano italiano Maria Trivella: ella scoprì la facilità di esecuzione da parte della Callas di registri acuti. Un paio di anni dopo, Maria Callas fa il suo debutto ufficiale sulle scene come protagonista. 

L’inizio della 2° guerra mondiale non la fermò. Spinta dalla passione per il canto, Maria trovò comunque il modo di esibirsi a tal punto che imparò il tedesco appositamente per alcuni ruoli: voleva infatti portare leggerezza in quel clima teso, drammatico.  

Negli anni successivi provò, senza successo, a diventare una figura di spicco nel panorama lirico negli Stati Uniti (dove di fatto era nata e aveva trascorso la sua infanzia). Tutto cambia con il suo arrivo in Italia, nel 1947. 

Da questo momento in poi, inizia la consacrazione della Callas, che si forgerà man mano dell’appellativo “Divina”. Ciò che attrae i teatri e le compagnie a scrittturarla come protagonista nelle più svariate opere è la sua vocalità unica, unita alla sua presenza scenica teatrale, drammatica. 

Dal 1951 al 1957, in particolare, è la stella del Teatro alla Scala. Al contempo, inizia anche ad incidere le opere che porta sul palcoscenico con le case discografiche Cetra ed EMI-Voce del Popolo. 

In questo lasso di tempo si colloca anche quella che viene definita come la “trasformazione” della Divina. Perse infatti 36 chili e cambiò anche il suo stile, ispirandosi in modo palese all’attrice americana Audrey Hepburn. Questo cambiamento ebbe anche delle ripercussioni sul suo essere una cantante lirica. Da un lato diminuì la sua potenza vocale, ma dall’altro si perfezionò ancora di più. Il suo modo di cantare divenne infatti più morbido, più legato (ossia riuscì ancora di più a cantare due frasi di seguito senza inserire tra le due un respiro) e più colorato (alternando ancora meglio gli alti e i bassi). 

Tuttavia, da qui inizia il lento e inesorabile declino del soprano: sempre più affaticata vocalmente (anche a causa dell’alto numero di opere eseguite nel corso della sua carriera) e con una vita privata sempre più turbolenta, Maria iniziò a diradare esponenzialmente gli impegni in teatro.

Negli ultimi anni della sua vita si dedicò al cinema, provando a intraprendere un percorso come attrice, e all’insegnamento, tenendo una serie di masterclass alla Juilliard School di New York. Si ritirò poi nel suo appartamento parigino fino alla sua scomparsa, sopraggiunta nel 1977. 

Maria Callas e l’amore 

Che rapporto ebbe la Callas con l’amore? Inizialmente, Maria fu serena da questo punto di vista. Infatti, in corrispondenza con il suo arrivo in Italia conobbe Giovanni Battista Meneghini, un imprenditore più grande di lei, che sposò nel 1950. Le cose iniziarono a cambiare con la sempre più frequente presenza di Maria nei più svariati jet set mondani, fino ad arrivare al 1957. Nel settembre di quest’anno avverrà l’incontro con la persona che sarà poi considerata come la sua relazione sentimentale più famosa, Aristotele Onassis. L’armatore greco la incontrò infatti a Venezia, e da lì fece partire un corteggiamento che, alla fine, ebbe esito positivo: tra il 1958 e il 1959 Maria divorziò dal marito, il quale si era ormai accorto della situazione. 

Maria Callas e Aristotele Onassis

Maria era veramente innamorata di Onassis: compatibilmente con questo, la sua vita pubblica ebbe un picco, soppiantando la sua carriera in teatro. Si dice che i due ebbero anche un figlio nel 1960, ma il piccolo morì appena nato. Era felice, Maria, a tal punto che rinunciò alla cittadinanza statunitense e alla naturalizzazione italiana per tornare a quella greca: la sua speranza era che Onassis coronasse il loro amore con il matrimonio. Ma purtroppo non fu così, perché nel 1968 l’uomo la lascia preferendole Jacqueline Kennedy, vedova del presidente degli Stati Uniti. E per Maria fu un colpo durissimo: cadde infatti in depressione, che la accompagnerà fino alla morte. 

Maria Callas sarà per sempre ricordata: ciò che la rese unica, oltre alla sua straordinaria capacità interpretativa dei ruoli, fu anche la sua altrettanto straordinaria estensione vocale. Con l’esercizio costante, la Divina fu infatti in grado di coprire tutti e i tre registri che la voce femminile permette di raggiungere (contralto, mezzosoprano, soprano). E grazie a tutto questo -ma anche a causa di Onassis-, vivrà eternamente nel cuore di chi l’ha amata, la ama e ha imparato ad amarla.

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