Novembre 17, 2024

Napoleone Bonaparte

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Stratega, tiranno, innovatore. Breve ritratto del Napoleone riformatore illuminista.
Napoleone_Bonaparte

Sull’onda del nuovo film di Ridley Scott, incentrato sulla celebre figura di Napoleone Bonaparte, noi di Antropia abbiamo indagato sui lasciti del noto condottiero corso. Se, tanto nella finzione quanto nella realtà, il personaggio, nel film magistralmente interpretato da Joaquin Phoenix, risulta a ben vedere divisivo, il suo impatto sulla modernità è indubbio. Sotto la guida di Napoleone, infatti, vennero introdotte in Francia prima e in Europa poi una serie di innovazioni destinate a cambiare la società. Napoleone, dunque, non fu solo un abile stratega militare, un conquistatore e un dittatore, ma anche un riformatore illuminato.

Il Codice civile napoleonico

Figlio della rivoluzione francese del 1789, Napoleone Bonaparte si impegnò nel mettere nero su bianco le conquiste ottenute dai francesi col sangue. Stiamo parlando naturalmente del Code Napoléon del 1804, un testo essenziale a livello normativo (formato da 2281 articoli, divisi in tre libri), tuttora alla base del sistema civilistico francese. Per la prima volta il Code Napoléon riunì, in un unico testo scritto, tutte le leggi dell’impero, citandole in maniera chiara e puntuale. Il neonato codice civile francese sostituì tutte le concessioni e le consuetudini esistenti nel paese, spesso differenti tra loro anche tra località vicine, e impose ai francesi un’unica legge, valida per tutti. Un’immane opera di risistemazione e uniformazione del diritto civile al cui interno troviamo dei veri e propri cardini della modernità.

Vennero riconosciuti principi come la separazione tra Stato e Chiesa, il carattere laico dello Stato e la libertà religiosa. Sulla scia della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, vennero inoltre sanciti i principi di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge e di salvaguardia della proprietà privata, assoluta e inviolabile, oltre al diritto alla libertà individuale e alla libera iniziativa economica.  Privilegi di nascita e diritti feudali vennero aboliti, così come la tortura.  Nacque il matrimonio civile, fu introdotto il divorzio e venne fissata a ventun anni la capacità di agire. Vennero inoltre riviste le modalità relative alla successione, riconoscendo che l’eredità fosse spartita equamente tra i figli e, indipendentemente dal genere, vennero riconosciuti gli stessi diritti ai figli legittimi.

Le riforme dell’età napoleonica

Sul piano delle riforme economico-finanziarie, nel 1800 venne fondata la Banca di Francia a cui venne concessa l’autorità di emettere nuova moneta. Si introdusse un sistema decimale, con il valore del franco agganciato in parte all’oro e in parte all’argento. Nacque anche un apparato catastale per censire i beni e di conseguenza un sistema di riscossione delle imposte. Per promuovere l’economia e favorire il progresso vennero realizzati interventi di bonifica, canali e infrastrutture strategiche. In ambito urbanistico, invece, su impulso di Napoleone si avviò la tendenza a costruire strade e a realizzare grandi viali, ma vennero sanciti anche il divieto di gettare rifiuti in strada e il divieto di seppellire i defunti all’interno delle città, prescrivendo la costruzione di cimiteri al di fuori dei centri urbani. Rilevanti innovazioni si ebbero anche a livello di standardizzazione delle unità misure: per evitare confusione e favorire l’uniformazione, oltre alle mètre, il metro, vennero introdotti il litro e il kilogrammo. Per indebolire la Chiesa, tra le altre cose, le parrocchie vennero private del compito di tenere aggiornati i registri dell’anagrafe, funzione che passò in mano ai municipi, incaricati di recensire nascite, matrimoni e morti.

L’impatto napoleonico sulla struttura dello stato

Nell’ottica di una centralizzazione del potere e di un apparato amministrativo forte e autoritario venne introdotta la figura del Prefetto e si iniziò a strutturare una forma di burocrazia capillare sul territorio. Per garantire l’ordine e avere il paese sotto controllo, anche a livello decentrato, si servì inoltre di corpi di polizia specializzati, ideati per affermare la presenza dello Stato anche al di fuori delle città. Tra le tante innovazioni introdotte da Bonaparte vale la pena ricordare che, durante l’età napoleonica, l’istruzione, in Francia, passò sotto il controllo sostanziale dello Stato. Venne compiuta una corposa riforma del sistema scolastico che introdusse tre gradi di formazione (elementare, secondario e superiore) e operò una netta distinzione tra sapere tecnico e teorico, con la nascita dei licei, destinati a formare la futura classe dirigente del paese. Le riforme e le innovazioni introdotte con Napoleone, specie nel campo del diritto, forse scontate al giorno d’oggi, ma certo non all’epoca, si rivelarono così alla base della configurazione moderna del concetto di stato. Non a caso fu lo stesso Napoleone ad ammettere che:

«La mia vera gloria non è nelle vittorie, ma nel Codice. Il mio Codice è l’ancora di salvezza della Francia, il mio titolo di benemerenza verso la posterità. (…) Ciò che vivrà eternamente è il mio Codice civile».

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