Referendum 2 Giugno 1946: Monarchia vs Repubblica
3 min read2 Giugno 1946: esattamente 76 anni fa, l’Italia diventava una Repubblica. A sancire la fine della Monarchia fu il voto popolare espresso tramite un libero referendum, il primo dopo la Guerra ed il fascismo, a cui partecipò quasi il 90% della popolazione. Un referendum dal valore enorme, passato alla storia per la sua importanza. Segnò il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, certo, ma fu anche il primo in Italia in cui le donne poterono esprimere la propria opinione.
Il Referendum Istituzionale e l’Assemblea Costituente
Le elezioni, le prime a suffragio universale, si svolsero su due giornate, tra domenica 2 e lunedì 3 Giugno. Oltre a scegliere tra Monarchia e Repubblica, italiani e italiane furono chiamati a votare anche per l’elezione di un’Assemblea Costituente, l’organismo che ebbe l’onere e l’onore di redigere la nuova Costituzione del Paese. Come anticipato, l’affluenza alle urne fu enorme: dei 28 milioni degli aventi diritto, infatti, alle elezioni votarono ben 25 milioni di italiani, l’89% dei cittadini. Per l’Italia quei giorni di Giugno furono fondamentali perché fu proprio da quelle scelte così importanti che scaturì l’impianto istituzionale del nostro ordinamento e, con esso, tutto quell’insieme di principi e valori fondanti che ancora oggi regolano il sistema democratico italiano.
I risultati del Referendum
A distanza di qualche giorno, il 10 Giugno, ecco gli attesi risultati del Referendum, con la vittoria della Repubblica che verrà ufficialmente proclamata il 18 Giugno dalla Corte di Cassazione. Sono giorni confusi, non privi di polemiche e difficoltà, quelli che vedono l’Italia farsi Repubblica. Mentre la dinastia Savoia, ormai esautorata dalla volontà popolare, lascia l’Italia per riparare in Portogallo, in esilio, è De Nicola a ricoprire la carica di Capo Provvisorio dello Stato. Come riporta l’archivio storico del Quirinale, i voti totali, cioè le schede valide conteggiate, furono 23 milioni: la Repubblica ottenne il 54% di voti (circa 12 milioni), mentre la Monarchia ottenne il 46% delle preferenze (circa 10 milioni). Un risultato tutt’altro che scontato o netto se si considera la vicinanza dei Savoia al fascismo, le responsabilità nel conflitto e la condotta del Re nei giorni più tragici della guerra.
La mappa del voto: un Paese spaccato
Per quanto fondamentale, tuttavia, l’esito del Referendum assume un valore diverso se si osserva la distribuzione, lungo la Penisola, delle preferenze referendarie. Guardando la mappa del voto il colpo d’occhio è evidente: più che una distribuzione, abbiamo una polarizzazione degli schieramenti con la Repubblica che prevale al nord e la Monarchia che, invece, domina al sud. I dati elettorali ci dicono che nelle regioni centro-settentrionali la Repubblica ottenne il 64% dei voti (contro il 36% a favore del Re), mentre nelle isole e nelle regioni meridionali, la Monarchia ottenne il 66% delle preferenze (contro il 34% a favore della nuova forma istituzionale dello Stato). Graficamente la mappa testimonia la condizione di profonda spaccatura in cui versa l’Italia nel 1946: logorato da uno scontro duro e sanguinoso come la 2ª guerra mondiale e quasi sull’orlo di una guerra civile, a seguito del ventennio fascista, il Paese, dopo anni di conflitto, si ritrova ancora una volta diviso.
La festa della Repubblica
Come da tradizione le celebrazioni per la nascita della Repubblica, presiedute dal Capo di Stato e dalle alte cariche Istituzionali, avvengono a Roma, tra i Fori Imperiali e l’Altare della Patria, dove hanno luogo la parata militare, l’omaggio al Milite Ignoto e il sorvolo delle Frecce Tricolore. Oggi, a distanza di oltre settant’anni, ricordare il significato e la valenza di una giornata storica come quella del 2 Giugno 1946, è ancora molto importante. Questa ricorrenza, infatti, non serve solo a rafforzare l’unità della Nazione e la sua identità, ma serve anche a non sottovalutare l’importanza di valori cardine, quali libertà e democrazia…perché, come disse il Presidente Sandro Pertini: “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”.
Ho studiato a Siena dove ho conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e poi la laurea magistrale in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni. Appassionato di storia e attualità, sono molto curioso, mi piace esplorare posti e scoprire cose nuove. Amo guardare film e scattare foto, meglio se in formato polaroid.