SHAMSIA HASSANI E IL DRAMMA DELLE DONNE AFGHANE
3 min read“Voglio che i miei graffiti coprano i cattivi ricordi dalle menti delle persone, che i loro colori sgargianti coprano le brutture della guerra”.
A molte persone afghane, dice Shamsia, è interdetta la possibilità di visitare musei o mostre d’arte. La sua è dunque un’arte di strada, povera, radicata nel territorio, un’arte visibile tutti giorni, ogni volta che si esce lungo le polverose vie afghane.
CHI È SHAMSIA HASSANI
Ma partiamo dall’inizio. Shamsia Hassani si presenta come la prima street artist nonché graffitista afgana. E’ nata in Iran nel 1988 da genitori afghani rifugiati e tornata in Afghanistan nel 2005, dove ha studiato pittura e arti visive presso l’Università di Kabul. È entrata nella lista dei 100 migliori global thinkers di Foreign Policy 2014 ed è stata inclusa nel secondo volume di Goodnight Stories for Rebel Girls, una raccolta best-seller di ritratti di donne rivoluzionarie e ispiratrici di tutto il mondo.
La risonanza mediatica di Shamsia Hassani ha raggiunto le stelle nel momento in cui, recentemente, sono arrivati i primi insediamenti dei talebani in Afghanistan che, giorno dopo giorno, hanno conquistato molte province afghane fino a imporsi sul territorio.
I luminari di tutto il mondo ritengono che il ritorno dei talebani corrisponderà all’instaurarsi di un governo simile a quello vigente negli anni ’90, caratterizzato da restrizioni implacabili, misure draconiane e intolleranza nei confronti dei diritti umani. A fare spese di ciò saranno soprattutto le donne. La memoria afghana, viva e palpitante nel cuore di un popolo la cui storia è così saldamente ancorata alla sofferenza, ha spinto fiumi di persone a dirigersi verso gli aeroporti tentando una fuga disperata. Come abbiamo appreso dalle notizie di cronaca, molti di questi non sono riusciti a intraprendere il loro viaggio verso la salvezza, e qualcuno è deceduto precipitando dall’alto di un aereo in volo. Tra questi, ricordiamo anche il giovanissimo Zaki Anwari, il 19enne calciatore della nazionale giovani afgana.
L’ARTE PER LE DONNE
In questo scenario la posizione di Shamsia Hassani è particolarmente delicata poiché lei, oltre ad essere una donna, è anche un’artista. Un lavoro che mal si coniuga con la visione tradizionalista della rigida interpretazione che i talebani danno alla legge islamica. Nelle sue opere Shamsia immortala la grandezza delle donne, la loro forza, la loro determinazione, i loro slanci energici e la loro bellezza, per restituire la dignità alle loro figure e far sì che, soprattutto dall’esterno, possano essere viste con occhio diverso.
Ma non sono mancate le risposte agli attacchi contro i talebani. Shamsia ha infatti realizzato numerose opere per rispondere, attraverso la sua arte, a gruppi estremisti che esaltano la distruzione e hanno provocato tanta sofferenza. Ad esempio ha dipinto una donna afgana sopra la fotografia di un’aula universitaria da Kabul distrutta dalla guerra. O ancora, un graffito che illustra una madre che porta in grembo un bambino, per commemorare un attacco mortale avvenuto nel reparto di maternità di un ospedale.
Studio biotecnologie mediche. Sono un appassionato di scienze e filosofia e amo l’arte in tutte le sue forme. Sono profondamente convinto che la Bellezza debba essere il baluardo che guida ed emoziona il mondo, pertanto è necessario conoscerne le declinazioni culturali e inebriarsene. Membro del Cicap e del circolo scacchistico estense