Taylor Swift: rinascita di una pop star
5 min readÉ passato oltre un mese dall’evento (forse) più atteso dell’anno: i concerti a San Siro della popstar americana Taylor Swift. Da quando questi due eventi sono stati annunciati, l’impatto è stato ingente: oltre centomila biglietti venduti in pochi giorni, boom di prenotazioni di hotel e appartamenti. I telegiornali parlano continuamente di lei, del suo tour, delle sue canzoni, dei suoi album.
Perché la cantante, sulle scene da più di dieci anni, sta avendo così tanta risonanza solo adesso?
Si può dire che per la maggior parte dei suoi fan incarni in qualche modo un modello di self made woman, e a ciò si aggiunge il fatto che la cantante non si esibiva in Italia da 12 anni.
Contratto con la Big Machine Records
Bisogna andare indietro di qualche anno per capire a fondo le motivazioni del perché la Swift viene considerata una self-made woman. Taylor scrive canzoni da sempre e passa anni a cercare di essere scritturata da una casa discografica. È qui che entrano in gioco la figura di Scott Borchetta e la sua Big Machine Records. Sarà proprio Borchetta a mettere la Swift sotto contratto come prima artista della sua casa discografica: l’accordo aveva una durata di 13 anni e dava alla Big Machine Records la proprietà dei master dei primi 6 album della cantante. Saranno proprio sei gli album registrati e pubblicati tra il 2006 e il 2017 e alla Swift rimanevano comunque i diritti di pubblicazione su questi album grazie al suo duplice ruolo di cantante e autrice degli stessi brani.
Il nuovo contratto con Republic Records
In prossimità della scadenza del contratto con la casa discografica nel 2018, attraverso i suoi avvocati richiede che i master siano rivenduti alla sua assistita, ma la risposta non è quella sperata: la Big Machine, infatti, avrebbe accettato la richiesta solo a patto che Taylor rinnovasse per altri dieci anni il contratto con loro, pubblicando più album. Purtroppo, le due parti non riuscirono a trovare un accordo che andasse bene per entrambi. Nel 2018, quindi, il contratto con la Big Machine scade: Taylor Swift cambia casa discografica, sottoscrivendo un contratto con la Republic Records: esso si rivela essere più vantaggioso, poiché la Swift ha il completo controllo sugli album che farà uscire (partendo dal suo settimo album) e ha inoltre delle royalties maggiori rispetto al precedente contratto.
Taylor vs Scooter Braun e Scott Borchetta: lo scontro
Nel 2019 la Big Machine viene acquistata dall’imprenditore statunitense Scooter Braun e, di conseguenza, anche l’intero catalogo della discografia di Taylor Swift. La cantante denuncia subito il fatto, lamentandosi di quello che era accaduto l’anno prima alla sua richiesta di poter avere la proprietà dei suoi master e definendo lo stesso Braun come un “bullo incessante e manipolativo”. L’ uomo avrebbe infatti attuato dei comportamenti decisamente scorretti, orchestrando una specie di campagna denigratoria nei confronti di Taylor. Ad esempio, ha collaborato alla realizzazione di un video di Kanye West – anch’egli sotto contratto dell’agenzia di Braun – Famous, come se fosse un video di revenge porn con protagonista il suo corpo. In questo contesto la Swift ha attaccato anche Borchetta, reo di aver tradito la sua lealtà per questa sua mossa commerciale.
Ciò che si verifica dopo è un susseguirsi di accuse reciproche tra le parti: d’altronde, da entrambi i lati, non ci sarà mai una ammissione di colpevolezza esplicita, ma solamente la volontà di difendersi e far valere le proprie ragioni.
L’apice della vicenda viene raggiunto in occasione degli American Music Awards del 2019 dove Braun e Borchetta avrebbero fatto in modo di impedire a Taylor di esibirsi con le canzoni provenienti dai suoi primi sei album perché qualsiasi esibizione di questo tipo (come specificato dalla publicist dell’artista), avrebbe violato i termini contrattuali dell’accordo. A ciò si aggiungono milioni di dollari di royalties dovute ma mai corrisposte e la pubblicazione di un album e 4000 vinili senza l’autorizzazione dell’artista.
Dalla Shamrock Holdings a “Taylor’s version”
Nel 2020 Scooter Braun vende i master (con relativi artwork) alla multinazionale Shamrock Holdings, di proprietà della Disney. Prima di essa c’era stato un ennesimo tentativo di accordo tra Braun e Swift, ma anche in questo caso sono mancate le condizioni per poter trovare un compromesso equo e risolvere finalmente la disputa.
L’anno successivo inizia l’era delle cosiddette “Taylor’s version”: ma cosa si intende con questa dicitura? Tra il 2019 e il 2020 Taylor aveva dichiarato di aver trovato una soluzione a tutta questa incresciosa situazione. Questa soluzione consisteva nella re-incisione dei suoi album in una versione che fosse il più possibile vicina all’originale -non poteva registrarle uguali per i termini del contratto con la casa discografica- in modo tale da poter avere il controllo totale dei master e fare ciò che preferiva con ogni canzone. Proprio per evitare di dover affrontare altre questioni giudiziarie, al titolo originale dell’album verrà aggiunto “Taylor’s version”.
Braun, dal canto suo, non ha preso seriamente le parole di Swift, pensando stesse solo provando a minacciarlo e che questo annuncio non facesse altro che spingere gli stream e le vendite dell’album.
Impatto mediatico della vicenda
La disputa tra Scooter Braun e Taylor Swift ha generato uno dei maggiori impatti mediatici del ventunesimo secolo, scatenando i social e creando due diverse fazioni di supporto. I fan della cantante e un buon numero di celebrities erano dalla sua parte, mentre alcuni clienti di Scooter Braun con altre celebrities avevano deciso di supportarlo e difenderlo. Anche alcuni politici e critici musicali hanno deciso di esprimere la loro opinione, lodando in un certo senso la cantante per aver deciso di portare a galla e combattere il problema della possessione dei diritti musicali da parte dei cantanti. Grazie a questa mossa, infatti, l’industria musicale ha subìto un cambiamento: i cantanti hanno voluto seguire l’esempio di Swift e far valere i loro diritti di artisti. Alla vicenda, inoltre, è stato anche dedicato un documentario.
Ecco spiegato perché, agli occhi dei fan, la loro beniamina sia diventata una specie di paladina della giustizia, facendone aumentare ancora di più la popolarità (ma anche le critiche, come ogni celebrity).
Sono Sara, studentessa di lingue e culture per il commercio internazionale presso l’Università di Verona. Amo scoprire nuove culture e tradizioni attraverso il viaggio, grazie al quale mi sono appassionata alle lingue straniere, ed in particolar modo all’inglese e allo spagnolo. Tra le mie passioni figurano la danza e il canto, due discipline che mi accompagnano sin da piccola e attraverso le quali riesco ad esprimere me stessa, così come la lettura di libri, trascorrere il tempo ascoltando musica e guardare film e serie TV. Uso inoltre la scrittura (creativa e non) come valvola di sfogo per fuggire dalla realtà quando mi ci sento intrappolata. Se mi chiedessero cosa è per me la comunicazione al giorno d’oggi potrei tranquillamente dire che è uno dei vettori su cui si basa la società moderna, ed è perciò di fondamentale importanza veicolarla correttamente