Novembre 21, 2024

Ulisse Aldrovandi e le illustrazioni: storia naturale attraverso l’arte.

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La nascita dell'illustrazione scientifica: l'arte al servizio della scienza.
Ulisse Aldrovandi e l'illustrazione scientifica

Locandina L'Altro Rinascimento, Ulisse Aldrovandi - Bologna

Botanico, matematico, naturalista, illustratore scientifico. Queste sono solo alcune delle anime di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), scienziato del secondo ‘500, vera e propria figura di transizione tra antico e moderno, fautore di rinnovamento nello studio della natura grazie alle illustrazioni scientifiche.

A chi non è capitato di vedere sui libri di medicina, scienze, anatomia, su semplici sussidiari, sui poster negli studi medici, illustrazioni di parti del corpo in sezione, organi oppure immagini di piante officinali. Questa è l’eredità lasciataci da Ulisse Aldrovandi. Fino alla seconda metà del ‘500, i compendi medici, i testi scientifici erano dotati di sole descrizioni di organi, piante e animali, la dissertazione era pressoché concettuale. D’altro canto, erbari e bestiari non avevano carattere scientifico ma moraleggiante, si affiancavano alla proposizione di temi biblici1. Grazie al rivoluzionario apporto dell’Aldrovandi, alle mere descrizioni furono via via affiancate le illustrazioni a carattere scientifico. Questa novità permise a chi si approcciava allo studio delle scienze, una maggiore comprensione e visualizzazione del mondo animale e vegetale.

Nel 2022 la città di Bologna ha celebrato il cinquecentenario della nascita dello scienziato con mostre, conferenze ed eventi. La città deve al botanico Aldrovandi anche la fondazione2 del Museo di Storia Naturale e del primo Orto Botanico in Europa (1568), già precedentemente immaginato da Luca Ghini. All’interno della sua moltitudine di opere, emergono in particolare l’Erbario e la sorprendente Monstrorum historia.

L’Erbario: illustrazioni della flora

L’Erbario non è altro che una vasta collezione di piante essiccate, insieme a descrizioni e illustrazioni, perfettamente integrata nella tradizione degli horti picti medievali. Iniziato nel 1552 e portato avanti per il resto della vita di Ulisse Aldrovandi e, collettivamente, dalla sua bottega, l’opera consta di tre parti: erbe, arbusti e alberi. Ogni sezione è formata da diverse centinaia di pagine sulle quali sono incollate le piante. Il corpus arriva a comprendere più di 5000 esemplari. L’eccezionalità di quest’opera, ciò che la differenzia dagli esempi precedenti, sta nel fatto che il botanico aveva annotato con perizia la provenienza di ogni pianta essiccata: questo ne permette, ancor oggi, lo studio scientifico utile per l’approfondimento delle biodiversità. È possibile esplorare questo splendido esempio di cura e passione visitando questo link: http://botanica.sma.unibo.it/

Erbario Ulisse Aldrovandi

Astragalo, Erbario, vol.10, Ulisse Aldrovandi, Orto Botanico Bologna

È interessante notare come nelle illustrazioni del botanico Ulisse Aldrovandi manchi l’ombra, quell’elemento essenziale che denota e cristallizza il momento artistico, il qui e ora del gesto artistico. Nelle illustrazioni dello scienziato invece il disegno è un mero modello, l’animale o la pianta è un oggetto generale che non ci aspettiamo di vedere fisicamente: è concepito solo per essere visto con l’occhio della mente3.

Monstrorum Historia: il cosiddetto Bestiario

Passando al mondo animale (o quasi!), l’illustratore ci ha regalato un’altra opera sorprendente, la Monstrorum Historia (pubblicata per la prima volta nel 1642), un trattato universale sui mostri e i prodigi della natura, una riflessione sul ‘fantastico’. È in questo testo che esplode la duplicità dell’autore: a cavallo tra due secoli, ancorato alla mitologia dei mostri ma abbastanza scettico per metterla in discussione con spirito critico. Il testo – destinato a Ferdinando II de’ Medici – parte da un’indagine sull’essere umano in quanto tale e sulle sue curiosità, vizi e virtù, per poi calare l’attenzione sul concetto di mostro. Naturalmente parliamo di ciò che si catalogava come tale nel ‘500, con tutte le limitazioni e gli ostacoli del caso: l’elenco riporta creature strane ed ‘anomale’, personaggi vivi solo ‘nel sentito dire’ e prova a individuare le cause (possibili e impossibili) che le avevano originate, fossero esse eventi miracolosi, astrologici o divini.

Le xilografie

La rassegna esplora personaggi, anche mitologici, come satiri, mostri marini, centauri, giganti, sileni, chimere, arpie. Ciò che ci interessa di più sono le splendide xilografie realizzate da Aldrovandi, “…essendo il dissegno e la pittura sorelle…”4, che fanno da corredo a ogni descrizione mostruosa. Le immagini, come per l’Erbario, hanno un certo rigore, diversamente da quanto avveniva normalmente nei testi dell’epoca. Anch’esse senza ombra, perché modelli di riferimento e non realtà osservabile, le xilografie ricordano molto le sculture e i bassorilievi presenti nelle chiese medievali, i dettagli sono disegnati con attenzione e cura, fanno pensare con inquietudine a un’umanità che si allontana da sé e che ancora non sappiamo cos’è5. Oltre alle figure mostruose, Aldrovandi dedica una parte di questo testo alla descrizione di alcuni fenomeni per l’epoca inspiegabili: comete, rifrazioni e descrizioni dello scompiglio che questi avvenimenti creavano in chi si trovava a osservarli.

Mostro rapace Aldrovandi

Mostro cornuto e alato con zampa di uccello rapace, Monstrorum Historia, Ulisse Aldrovandi

Dal Florilegio alla natura morta

L’opera dei botanici, dei naturalisti e degli osservatori scientifici nella seconda metà del 500 fu parte integrante di un insolito fil rouge che collegò la botanica con il cliché seicentesco della natura morta.

Questa passione per l’approfondimento naturalistico fu una vera e propria base strumentale utile agli artisti che si cimentarono nella raffigurazione della natura morta, grazie ai Florilegi, raccolte di immagini di soli fiori, la cui diffusione si attesta proprio verso la metà del XVI secolo. I trattati naturalistici con le loro inesauribili e dettagliatissime immagini di piante e fiori furono dei repertori preconfezionati di modelli (quando l’esempio dal vero non era disponibile) per rappresentare cesti di frutta, bouquet di fiori, petali e foglie mangiucchiati da bruchi, lumachine e crisalidi, tutto quel corredo iconografico che conosciamo bene.

È pressoché accertato che alcune nature morte floreali di Jan Brueghel siano state dipinte grazie a questi compendi naturalistici, vista l’impossibilità di reperire nello stesso momento fiori e piante aventi tempi di fioritura diversi nell’arco dell’anno e coltivati in luoghi troppo distanti fra loro6.

Natura morta con vaso di fiori, crisalidi e farfalle, Jan Brueghel

Natura morta con vaso di fiori, crisalidi e farfalle, Jan Brueghel, Accademia Carrara Bergamo

Aldrovandi oggi

Tra il 2005 e il 2007 l’Università di Bologna si è occupata del progetto di censimento e catalogazione delle matrici utilizzate da Aldrovandi per le sue xilografie: parliamo di circa 4000 matrici conservate oggi presso il Museo di Palazzo Poggi e la Biblioteca Universitaria di Bologna.

In occasione del cinquecentenario della nascita dello studioso, e per renderne ancora più fruibile e universale l’opera, l’Università di Bologna ha anche messo a punto un gioco chiamato WunderBO Aldrovandi Experience (scaricabile qui). È una simpatica mappa/gioco interattiva per chi si trova a Bologna e vuole esplorare la città con l’ausilio della gamification per scovare i simboli e gli animali raffigurati da Aldrovandi: una sorta di PokemonGo sotto i portici bolognesi.

  1. Intervento della Prof. ssa Annarita Angelini https://www.youtube.com/watch?v=V3qv-2gN3TY ↩︎
  2. https://ortobotanicobologna.wordpress.com/ulisse-aldrovandi-ita/ ↩︎
  3. Intervento della Prof. ssa Annarita Angelini https://www.youtube.com/watch?v=V3qv-2gN3TY ↩︎
  4. Modo di esprimere per la pittura tutte le cose dell’universo mondo“, U. Aldrovandi, p. 923 ↩︎
  5. Il monstrum: un ragionamento sul fantastico”, D. Paolin ↩︎
  6. L’inventario del mondo: catalogazione della natura e luoghi del sapere nella prima età moderna“, G. Olmi, p. 149 ↩︎

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