I borghi abbandonati italiani: un viaggio fantasma
5 min readUn itinerario speciale, condito da brivido e mistero: un viaggio tra i decadenti villaggi fantasma italiani, dove la natura si è ripresa i suoi spazi e il tempo è scandito da un orologio silenzioso.
Prima di diventare il Paese che conosciamo, l’Italia è stata a lungo un luogo caratterizzato da villaggi, piccoli insediamenti e paeselli arroccati sulle colline, con l’immancabile campanile e il castello o palazzo nobile. Tutti questi elementi caratterizzano ancora oggi sia i piccoli borghi abbandonati italiani, sia i paesi fantasma che, come attraverso uno specchio, mostrano un mondo parallelo, dove il tempo si è fermato.
Lucania nascosta: Craco
A 50 km da Matera, si trova Craco (provincia di Matera), un piccolo borgo che si staglia su una collina di argilla, ventosa e silenziosa. La cittadina abbandonata è visitabile solo con una guida autorizzata (sarà necessario firmare una liberatoria e portare un elmetto protettivo) poiché il percorso comprende anche delle viuzze in un’area non propriamente sicura.
Craco, insediamento di origini normanne, è stata evacuata nel 1963 a causa di una grossa frana che provocò grandi dissesti allora considerati insanabili. La popolazione si spostò a valle dando origine alla nuova Craco Peschiera.
Il percorso di visita dura circa un’ora e si snoda tra vicoli acciottolati (è possibile riconoscere le stradine in salita… sono proprio quelle riprese da Mel Gibson nel film La passione di Cristo), la Torre Normanna e il monastero di San Pietro, insieme alla Chiesa Madre.
Preparate l’obiettivo per mille scatti e provate a immortalare l’atmosfera sospesa nel tempo di questo angolo di Lucania.
Craco (foto di Joshua Kettle – Unsplash)
Il Barocco dimenticato: Canale Monterano
Arrivare a Canale Monterano (provincia di Roma) è come fare un vero tuffo nel passato. A circa 60 km da Roma sorge questo borgo di origine etrusca, poi diventato capoluogo episcopale in epoca alto medievale. L’accoglienza del luogo è demandata alla classica austerità di un tratto di acquedotto romano ancora in piedi.
Canale Monterano deve la sua fama alle linee barocche di Gian Lorenzo Bernini, le strutture che ancora oggi si possono scorgere sono state ridisegnate dal grande architetto e scultore nel XVII secolo: la Chiesa di San Bonaventura con la sua antistante fontana ottagonale e il convento sono le protagoniste della passeggiata in questo luogo fermo nel tempo. All’interno della chiesa si può ammirare un albero di fico, considerato il Genius Loci (spirito del luogo), sacro ad Atena e a Dionisio. Si narra che qui antichi sacerdoti praticassero la sicomazia, un tipo di divinazione che avveniva attraverso le foglie di Fico.
Gli eventi che hanno reso Canale Monterano una città fantasma si sono avvicendati durante il ‘700: un’epidemia di malaria e le rivolte giacobine portarono la popolazione a lasciare il pianoro per trasferirsi nella vicina Montevirginio.
Anche qui sono state girate alcune scene di famosi film quali Il Marchese del Grillo, Brancaleone alle Crociate e il colossal Ben-Hur.
Meraviglie sommerse: le fabbriche di Carregine
Vale la pena discostarsi di poco dalla tipologia “borghi abbandonati” per parlare di questo luogo magico vicino Lucca, in zona Garfagnana: le Fabbriche di Careggine. L’insediamento operaio ha origine nel XIII secolo, inizialmente abitato da una comunità di fabbri provenienti dalla città di Brescia, nel nord Italia.
Nel 1948, a causa della costruzione di una diga idroelettrica, il paesino scomparve: fu sommerso per fare spazio al lago artificiale di Vagli. Da allora fino al 1994 il lago è stato prosciugato quattro volte per lavori di manutenzione della diga, facendo riemergere il borgo.
Stando ad alcune fonti locali, il 2026 dovrebbe essere l’anno fortunato in cui sarà possibile rivivere la magia: l’invaso sarà svuotato e si potrà di nuovo scorgere il paesello che riemerge dalle acque dopo più di 30 anni, con la sua chiesa di San Teodoro e il ponte a tre arcate sul fiume Edron.
Il villaggio che respira ancora: Poggioreale
Sotto il sole dorato della Sicilia, il borgo abbandonato di Poggioreale (provincia di Trapani) sorge non lontano da Mazara del Vallo, nell’entroterra dell’isola. Poggioreale è tristemente famosa perché devastata dal terribile terremoto di magnitudo 6.4 che colpì il Belice il 15 gennaio del 1968. La nuova cittadina è stata ricostruita non distante dai ruderi spettrali che si stagliano sulla collina.
Passeggiando nelle stradine del borgo, insieme a una guida autorizzata (a meno di farsi multare dall’autorità locale…), è possibile vedere i resti della Chiesa Madre, una bella fontana decorata ancora in funzione, nonostante tutto, e le casupole e gli slarghi dove un tempo si udivano le risate dei bambini.
Il borgo è oggi censito tra i Luoghi del Cuore dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).
L’arte che risveglia: Bussana Vecchia
Questa piccola carrellata tra i borghi abbandonati italiani si chiude con un luogo che ha avuto la fortuna di rinascere in tempi non troppo lontani, la ligure Bussana Vecchia (provincia di Imperia). Semidistrutta da un violento terremoto avvenuto il mercoledì delle Ceneri del 1887, il paese arroccato sulla collina fu abbandonato dai suoi abitanti, i quali si trasferirono qualche km più a valle, a Bussana Nuova.
Come sempre in questi casi, per decenni il paesello smise di vivere e, anche qui, la natura ha fatto il suo corso, riprendendosi i suoi spazi. Nel corso degli anni ’50 però Bussana Vecchia divenne oggetto di interesse di un gruppo di artisti italiani che trasse ispirazione dalle atmosfere e dai colori del luogo. Nel 1959 fu fondata la “Comunità Internazionale Artisti”, con tanto di Costituzione siglata presso un notaio della vicina Sanremo. Nel 1968 la comunità contava circa 40 persone, alcuni edifici furono rimessi in sesto e oggi Bussana Vecchia è un borgo visitabile, con una bella vocazione turistica e artistica, con ristoranti e bistrot che accolgono avventori e i curiosi. È anche possibile visitare (solo dall’esterno) la Chiesa di Sant’Egidio dove sono ancora conservati gli stucchi originali.
Bussana Vecchia (Foto di Elizabeth Kokkoni su Unsplash)
Altri luoghi come questi, e con storie tuttavia diverse, popolano l’Italia. Non ci resta che scoprirli e raccontarli perché rappresentano un’immagine cristallizzata del nostro Paese, in più momenti della sua storia, che vale la pena si ricordare.
Laureata in Lettere con indirizzo Artistico nel 2008 presso l’Università degli Studi di Bari. Mi sono occupata a lungo di CRM e in seguito di Revenue Assurance per una grande azienda pubblicitaria. Nel 2022 ho dato una svolta alla mia carriera scegliendo la scrittura: oggi scrivo contenuti web, mi occupo di Copywriting nel settore Arte e Design e sono alle prese con un master in Web Content Management. Amo viaggiare, i gatti, il Giappone e la letteratura fantasy. Credo nel potere della gentilezza e dell’apertura al mondo, penso che siano essenziali nei rapporti interpersonali e nella conoscenza di sé.