Novembre 16, 2024

Vinili “sulle costole”: quando la musica incontrò le radiografie

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In Unione Sovietica la musica straniera fu vietata e le radiografie trovarono un nuova ragion d'essere: nacquero i vinili "sulle costole".

Può sembrare molto strano pensare a una canzone mentre si tengono in mano delle radiografie, tuttavia, esse rappresentarono un vero e proprio mezzo di diffusione musicale in Unione Sovietica tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando i vinili tradizionali erano troppo cari e prima che le registrazioni su cassetta fossero a buon mercato.

A partire dagli anni Trenta, sotto il regime di Iosif Stalin, salito al potere nell’aprile del 1922, il processo isolazionistico dell’Unione Sovietica si intensificò ulteriormente. I già allora pochi vinili per grammofono importati dall’Europa diventarono sempre meno diffusi, quasi fino a scomparire. La politica di Stalin si fondava sull’ostilità verso lo straniero percepito come rappresentate di valori negativi e contrari alla mentalità sovietica. Qualunque tipo di rapporto con gli stranieri era considerato un atto ostile alla realtà sovietica stessa. In questo clima di chiusura e, in un certo senso, di ignoranza dell’altro, si era formata una visione strabica della vita dei giovani occidentali nell’immaginario dei coetanei sovietici.

I generi musicali occidentali, in prevalenza di origine americana come il jazz e il rock’n’roll, erano considerati la musica del nemico e per questo ne era vietata la diffusione sul territorio sovietico.  Ciononostante, a partire dagli anni Cinquanta, il forte desiderio, soprattutto delle nuove generazioni, di conoscere un mondo diverso da quello sovietico diede origine a una pratica decisamente originale per produrre vinili di musica “vietata”: si diffuse, infatti, la produzione di dischi clandestini incisi sulle lastre delle radiografie.

Le immagini di crani, arti e costole trovarono nuova vita e proprio per questo tali produzioni artigianali vengono chiamate пластинки “на рёбрах” (plastinki na rёbrach) o пластинки “на костях” (plastinki na kostjach), ossia vinili “sulle costole” o vinili “sulle ossa”. La diffusione di questo peculiare prodotto fu particolarmente ampia per tre motivi. Innanzitutto, le lastre radiografiche erano disponibili in grande quantità e facilmente reperibili, spesso gratuitamente, poiché, in seguito a diversi incendi, una legge vietava agli ospedali di conservare i materiali infiammabili per un lungo periodo. In secondo luogo, alle lastre era praticato un foro centrale, veniva data la classica forma circolare, il vinile veniva registrato e poteva essere ascoltato con un qualsiasi grammofono. I vinili contenevano di solito una canzone non più lunga di tre minuti e mezzo e dovevano essere maneggiati con molta attenzione a causa del loro pochissimo spessore. Infine, grazie alla disponibilità gratuita di lastre, il prezzo di vendita di questi dischi artigianali risultava molto basso e la maggior parte della popolazione poteva permettersi di acquistarli.

Alcuni esemplari di vinili “sulle costole”. Fonte: https://www.x-rayaudio.com/

Vi erano dei lati negativi. I vinili, infatti, si consumavano in poco tempo, avevano una bassa qualità del suono e, come se ciò non bastasse, alcuni di essi non contenevano la canzone che si attendeva di ascoltare, bensì insulti verso coloro che ascoltavano musica straniera anziché sovietica. Nonostante ciò, si sviluppò un vero e proprio mercato nero di registrazioni musicali non solo di artisti considerati “nemici” del regime, ma anche di artisti i cui vinili risultavano troppo costosi per il cittadino sovietico medio. I negozi di musica ovviamente non distribuivano questo tipo di materiale e perciò la compravendita avveniva nelle strade secondarie, nei mercatini delle pulci e, perfino, negli androni dei palazzi.

Ruslan Bogoslovskij (1928 – 2003) e Boris Tajgin (1928 – 2008) sono considerati ideatori di questa pratica, entrambi nati a Leningrado e appassionati di musica. Alla fine degli anni Quaranta, Bogoslovskij creò un apparecchio di incisione artigianale e insieme Tajgin e altri soci aprì uno studio di registrazione clandestino a Leningrado, chiamato Золотая собака (Zolotaja sobaka), ossia Il cane d’oro. Per più di tre anni proseguirono la loro attività, ma all’inizio degli anni Cinquanta vennero compiuti una sessantina di arresti nei confronti di coloro che commerciavano clandestinamente in vinili “sulle costole”. Bogoslovskij fu condannato a tre anni, la prima di altre due successive condanne, mentre Tajgin a cinque anni. Le sue apparecchiature vennero confiscate e distrutte, ma i soci dello studio, grazie ai suoi disegni, ricostruirono tutti gli strumenti e ripresero l’attività. In seguito al rilascio, Bogoslovskij continuò la produzione clandestina perfezionando i suoi strumenti e passando dalla registrazione sulle radiografie a quella su dischi di vinile.

Registratore di dischi su lastre radiografiche.
Fonte: https://www.wikipedia.org/

Per molto tempo questa industria sotterranea riuscì a sottrarsi alla censura da parte dell’Autorità, infatti gli sforzi per sopprimere questo tipo di manifestazioni furono vani. Soltanto nella seconda metà degli anni Sessanta, con l’inizio della produzione di registrazioni su cassetta, che garantivano una migliore qualità del suono a un prezzo ragionevole, i vinili “sulle costole” cominciarono ad essere prodotti sempre meno. In questo periodo, questi dischi clandestini venivano incisi soprattutto per diffondere le canzoni di cui la casa discografica ufficiale russa, Мелодия (Melodija), fondata nel 1964, aveva rifiutato di acquistare i diritti per la riproduzione sul territorio sovietico per ragioni politiche e ideologiche.

Questi straordinari dischi, testimonianze del sentimento di ribellione rispetto all’Autorità e dell’amore per la musica, sono stati protagonisti del progetto X-Ray Audio iniziato nel 2012 a cura di Stephen Coates, compositore e produttore musicale, e Paul Heartfield, fotografo ritrattista. Il loro lavoro di ricerca di materiali e testimonianze ha portato alla pubblicazione del libro X-Ray Audio: The Strange Story of Soviet Music on the Bone nel 2015 e alla realizzazione di una serie di documentari, tra cui X-Ray Audio: The Documentary. Inoltre, sono state organizzate molte mostre in diversi paesi, anche a Trieste nel febbraio 2017 presso il Magazzino delle Idee.

Fonti:

https://blatata.com/places/803-ruslan-bogoslovskii.html

https://culture.wikireading.ru/24670

https://russian.rt.com/nopolitics/article/420267-muzyka-na-kostyah-ryobrah

https://www.x-rayaudio.com/ (foto di copertina)

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