Voci dal mondo: Córdoba!
3 min readCosa vi affascina della Spagna, e in particolare di Córdoba?
Ciò che ci affascina principalmente è l’unione delle tre culture religiose (ebraica, musulmana, cristiana) diffusa in tutto il paese, ma principalmente qui nel sud. È visibile nelle diverse architetture della città. Il centro storico, con le sue casette bianche, è uno dei nostri luoghi preferiti. C’è anche un quartiere ebraico che ricorda vagamente Venezia per le sue strade strette. Ma è soprattutto il carattere aperto e solare della gente a farci amare la Spagna.
Quali sono, secondo voi, le principali differenze tra lo stile di vita spagnolo e quello italiano?
Senza dubbio gli orari, il ritmo generale è molto più tranquillo. Il ritardo è all’ordine del giorno, sia da parte degli studenti che dei professori. Ciò non implica meno serietà, ma semplicemente più tranquillità nel vivere. Un’altra differenza è nei luoghi d’incontro: per gli spagnoli la strada è il luogo dove stare in compagnia, a differenza degli italiani.
Trovate che la Spagna sia davvero quel luogo caloroso di cui tutti parlano o è solo un luogo comune?
No, non è solo un luogo comune: gli spagnoli sono più aperti alla socializzazione, fin dal primo incontro. Fin da subito si dimostrano molto più gentili e disponibili rispetto agli italiani, specialmente gli italiani del nord.
È stato difficile ambientarsi alla nuova vita nei primi mesi?
A dire il vero non è stato un grosso problema, grazie soprattutto ad inquilini ed amici per la maggior parte italiani che ci hanno fatto subito sentire a casa. La difficoltà era più di tipo organizzativo: difficoltà nel vivere da sole (è la nostra prima esperienza di vita autonoma), nel gestire contemporaneamente le lezioni e le cose quotidiane come fare la lavatrice o la spesa. Ma dopo qualche tempo tutto diventa più semplice ed automatico.
Affrontare un Erasmus assieme ad un’amica di lunga data vi ha fatto sentire più sicure?
Sì sicuramente, ci si dà costantemente una mano e inoltre rafforza le amicizie già esistenti.
Pensate che la Spagna offra opportunità di studio/lavoro favorevoli alle esigenze dei giovani?
Per quanto riguarda Córdoba, non molte purtroppo: questa città sembra avere una percentuale di disoccupazione piuttosto alta, ma la nostra più grande delusione è stata il sistema universitario. Il livello di insegnamento è più basso di quello italiano e sembra non essere troppo meritocratico.
Cosa vi mancherà di più dell’esperienza Erasmus una volta tornate in Italia?
La città, senza dubbio, ma anche l’indipendenza del vivere da soli, lontani da casa e dalla propria routine. Ma quello che ci mancherà saranno soprattutto le persone conosciute, nonché tutto l’ambiente Erasmus, pieno di studenti internazionali (700 ragazzi Erasmus circa solo qui a Córdoba) e di attività organizzate da ESN. Non ci si annoia davvero mai!
Consigliereste ad altri giovani un periodo nel sud della Spagna?
Assolutamente sì, più come esperienza di vita che per la qualità universitaria. Sicuramente la cultura e lo stile di vita spagnoli devono piacere ancora prima della partenza, per poter apprezzare al meglio l’esperienza. Le città meridionali non sono grandi metropoli, come Barcellona o Madrid, sono più a misura d’uomo, quindi per chi cerca una realtà più piccola e un clima sempre soleggiato, il sud della Spagna è il luogo perfetto.
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Sono laureata in Lingue e Letterature Straniere a Venezia, città da cui ho imparato l’attenzione ai dettagli nascosti dell’esistenza, nonché l’elogio della lentezza (come direbbe Kundera). Ho sempre visto la letteratura, l’arte, la musica e il cinema come i cardini fondamentali della mia vita, le cui correnti mi hanno reso la persona che sono oggi.