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Aprile 18, 2025

Voci dal mondo: Londra!

4 min read
Oggi pubblichiamo la storia di Stefano, italiano trasferito a Londra, che ha trovato in questa grande città la sua nuova casa

Ti va di raccontarci un po’ chi sei e da dove sei partito?

Sono Stefano Padoan mi sono trasferito a Londra da Venezia, nel 2013. Qui lavoro come insegnante di pianoforte part-time e come fotografo e videografo professionista. All’inizio lavoravo di più come musicista e insegnante di musica, occupandomi di fotografia per passione. La passione poi si è trasformata in una professione. Adesso sto anche lavorando come artista. All’inizio ho esposto dei lavori fotografici di nudo che chiamo “Laser Body Painting” dove utilizzo una luce laser per illuminare il corpo delle modelle, adesso mi sto focalizzando sul “”machine drawing” con la mia ultima creazione che ho chiamato “Scribi”. Si tratta di un V-plotter costruito in casa con materiali di riciclo che, grazie ad un algoritmo che ho scritto in Python3, riesce a convertire qualsiasi immagine in un disegno a linea continua.

Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia e perché sei finito proprio a Londra? Ci sono state tappe intermedie prima della tua sistemazione definitiva?

Io ho sempre vissuto Italia e non parlavo una parola di inglese. Un giorno ho deciso di mettermi alla prova e sono andato a lavorare a Berlino. Mi è piaciuta l’avventura di uscire dai confini italiani, scoprire posti nuovi e mettermi alla prova con le lingue. Tornato in Italia, ero alla soglia dei 30 anni e il lavoro stagnava, inoltre il sistema fiscale era veramente assurdo per me. Troppa burocrazia. Volevo ricominciare da capo! Fortunatamente a Venezia avevo conosciuto anche una ragazza che viveva a Londra, è stata la spinta che mi mancava. Semplicemente un giorno ho comprato il biglietto e la settimana dopo sono partito.

Quali erano le tue aspettative prima di partire?

Nessuna! Avevo speranze, non aspettative. Speravo di imparare l’inglese, di essere riconosciuto come artista e di lavorare con la fotografia. 

Qual è il tuo primo ricordo legato al paese in cui sei andato a vivere?

Le volpi per strada! Quasi non ci credevo, mi hanno impressionato tantissimo. Le ho viste la prima volta che sono stato a Londra, per una breve vacanza. Quando poi sono tornato per restare, uno dei primi giorni ho chiesto alla mia coinquilina di prestarmi la bicicletta, volevo esplorare un po’ la città, ma mi sono ritrovato fermo per 5 minuti a ogni incrocio per capire da che parte arrivavano le auto. Sono tornato a casa col mal di testa.
Mi ci è voluto qualche giorno per abituarmi, ma mi sono adattato così bene che la prima volta che ho ripreso in mano un’auto in Italia, sono partito contromano…

Quali sono state le tue sensazioni nei primi giorni di permanenza a Londra e come si sono evolute nel tempo?

Temevo che mi ci sarebbe voluto qualche giorno per abituarmi alla nuova casa e soprattutto al nuovo letto, invece ho dormito benissimo fin da subito. E poi mi è passata l’allegria (non so come sia possibile)! I miei primi coinquilini avevano un gatto, li avevo avvisati che ero allergico…mi sono
ritrovato a dormire con il gatto fin dalla prima notte. Mi sono abituato subito alla mia nuova vita. Londra è diventata la mia casa, con i lati positivi e quelli negativi. Questa città è immensa, ogni giorno scopro un posto nuovo o un locale nuovo, praticamente una scoperta continua.

Hai mai desiderato tornare in Italia per restare?

Sì, quando torno in Italia inizialmente vorrei rimanere con la mia famiglia e i miei amici, a Venezia, ma dopo 12 ore mi passa! Londra è “violenta”, ti mette alla prova in continuazione, gli affitti sono cari, ha un sacco di problemi, ma…è lì che voglio tornare. Questa cosa non mi succede quando viaggio in giro per l’Europa come professionista, non spiegare perché, forse a Venezia mi rilasso troppo.

Hai trovato un’accoglienza calorosa o un ambiente sociale asettico all’inizio?

Ho avuto un’accoglienza amichevole da parte della mia amica Lauren, che è stata mia coinquilina per un anno, e da parte dei suoi amici. Per il resto i londinesi mi hanno dato la sensazione di essere abbastanza asettici, le persone che incontri e gli ambienti lavorativi sono cortesi, ma non c’è empatia. 

Quali sono gli aspetti di Londra più strani per un italiano?

Non mi viene in mente nulla, io mi sono abituato alla nuova città molto velocemente. Sono una persona molto adattabile, in più la vita a Venezia mi stava un po’ stretta, questo può aver contribuito.

Quali sono gli aspetti più belli di Londra? Cosa ti ha spinto a restare?

Gli aspetti che mi spingono a restare sono gli stessi che mi spingerebbero ad andarmene. Ciò di cui mi lamento è anche ciò che mi piace (un po’ sadisticamente). Ad esempio sei sempre circondato da un sacco di gente e un sacco di confusione, mi esaurisce al punto che, ogni tanto, avrei voglia di darmi all’eremitaggio. Però è anche quello che mi piace perché mi spinge a fare in continuazione e a inventarmi sempre qualcosa di nuovo. Quello che mi fa restare più di tutto in assoluto è il riconoscimento che viene dato ad un libero professionista come me. C’è lavoro e ci sono le opportunità che non mai trovato in Italia.

Consiglieresti a un giovane di venire a Londra?

Assolutamente sì, il prima possibile. L’unico rimpianto che ho di essermi trasferito a Londra è di non averlo fatto prima! Consiglierei ai ragazzi di provarci almeno, di scontrarsi con le difficoltà della lingua, la necessità di trovare un lavoro e non avere le proprie comodità. Ci sono sempre avventure nuove! 

Ringraziamo Stefano Padoan per averci concesso l’intervista.

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