Dicembre 21, 2024

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Sthira-Sukham Asanam - Come raggiungere equilibrio e armonia nella pratica dello yoga e nella vita.

Sthira-Sukham Asanam“. Cosรฌ recita uno dei passaggi chiave dello YOGASUTRA di Patanjali.

Lo yoga รจ una disciplina antica che ricerca con la sua metodologia di esercizio lโ€™unione tra corpo, mente e anima. Armonia dunque dellโ€™Essere, affinchรฉ lโ€™Essere si riveli nella sua portata piรน intima e naturale a guadagno della consapevolezza incondizionata del sรฉ autentico.

I principi dello yoga sono enunciati in numerosi testi. I piรน autorevoli per origine antropologica e culturale si riconducono agli albori della filosofia induista. Un caposaldo letterario della cultura yogica, ampiamente riconosciuto da chiunque pratichi la disciplina non accontentandosi della sua mera fisicitร , รจ lo Yogasutra del saggio Patanjali, la cui elaborazione si ritiene possa risalire a circa duemila anni fa.

Tra i cento novantasei filamenti di cui si compone lโ€™elaborata tessitura dello Yogasutra (filamento รจ una possibile traduzione del termine sanscrito โ€œsutraโ€), ve nโ€™รจ uno di particolare interesse per la pratica di questa affascinante disciplina: โ€œSthira-Sukham Asanamโ€ (Capitolo 2 โ€“ Il Sentiero della Pratica Iniziatica โ€“ Verso 46). La traduzione del sutra 2:46 puรฒ essere: โ€œle posizioni (corporee) devono essere stabili e confortevoliโ€1.

Mentre โ€œAsanaโ€ sta per posizione, postura o posa, โ€œSthiraโ€ e โ€œSukhaโ€ significano, rispettivamente, rigiditร  e flessibilitร  oppure, se preferite, durezza e morbidezza, anelasticitร  ed elasticitร , stabilitร  e agio, ma anche contrazione e rilassamento, chiusura e apertura, controllo e libertร , volontarietร  e spontaneitร , contrazione e rilascio, possesso e abbandono.

Nella contrapposizione dei due termini vi รจ una chiave di lettura fondamentale del messaggio benefico e trasformatore dello yoga.

Analizziamo con maggior attenzione โ€œSthiraโ€ e โ€œSukhaโ€.

Sthira significa stabile o immobile. Puรฒ anche significare fermo, compatto, forte, statico, risoluto e vigile. Se portiamo il significato di queste espressioni sul piano posturale, con riferimento alla struttura scheletrico-muscolare del corpo umano, il termine Sthira si riferisce a tutto ciรฒ che si riveli sollecitato, tonico, contratto. Il valore dellโ€™espressione puรฒ perรฒ allargarsi ad altri piani organici della fisiologia umana. Pensiamo al respiro: lโ€™inspirazione e la ritenzione del respiro al culmine della inalazione ci fanno immaginare a un irrigidimento del complesso e articolato sistema formato dal diaframma, dalla cassa toracica e dai polmoni. Come accade quando gonfiamo un palloncino, la superficie di gomma si tende, la materia si espande e si sollecita al punto da perdere le proprie caratteristiche di morbidezza e di elasticitร . Andando oltre alla fisicitร  dellโ€™organismo ed ampliando la disamina del termine alla dimensione mentale, il termine Sthira riguarda lโ€™esercizio della volontร , cioรจ la fermezza nel non abdicare a un intento o la capacitร  di non cedere alla fatica e di non rinunciare al compimento di un progetto. Allargando ancor piรน il senso di Sthira alla sfera etica del comportamento, il temine esprime la determinazione nel tener fede alla parola data o il rispetto che si nutre verso taluni dettami morali o religiosi. La parola Sthira, comunque la si analizzi, implica lโ€™idea di impegno e di sacrificio.

Sukha, al contrario, significa comodo, tranquillo o buono. Puรฒ anche significare morbido, aperto, gioioso, delizioso, calmo, facile, gradevole o virtuoso. Tornando allโ€™organismo umano, possiamo dunque pensare al rilassamento, cioรจ al rilascio della tensione muscolare, e quindi a una posizione del corpo che non porti all’irrigidimento di alcuna parte di esso. Nel ciclo respiratorio, lโ€™atto che meglio rappresenta il termine Sukha รจ quello della espirazione: il diaframma torna in posizione neutra donando spazio agli organi addominali e la cassa toracica ripristina il proprio punto di equilibrio. Anche nel palloncino lโ€™aria รจ rilasciata verso lโ€™esterno, la materia gradualmente si ammorbidisce ritornando alla plasticitร  della forma originaria. Sul piano etico e morale, Sukha significa abbandono, non osservanza, rinuncia a principi predefiniti, quindi autonomia di scelta, non conformismo, spontaneitร  e naturalezza.

Abbiamo inteso come il principio di Patanjali racchiuso nel sutra 2:46 “Sthira-Sukham Asanam” possa, per estensione rispetto alla mera pratica posturale, trovare ambiti di applicazione diversi da quello fisico. Dโ€™altronde lo yoga ci dice che lโ€™Essere รจ circoscritto da cinque involucri chiamati โ€œkoshaโ€. Vi รจ sรฌ quello fisico, che potremmo immaginare come il piรน esterno del complesso sistema esistenziale che definisce lโ€™essere, ma poi vi sono quello neuro-plastico/energetico, quello mentale, quello intellettuale e, infine, quello spirituale. Tutti gli involucri sono ugualmente importanti e alcuni sono considerati piรน nobili o virtuosi in quanto piรน rarefatti, cioรจ meno facilmente percettibili attraverso i sensi fisici. Come per gli strati o per le parti di un bulbo vegetale, all’interno, spesso al centro, si trova il cuore del germoglio, ma tutte le componenti sono ugualmente necessari per permettere e per preservare lo sviluppo organico della pianta (se ci riferiamo ai kosha, lโ€™involucro della spiritualitร  รจ al centro del sistema e di quest’ultimo ne rappresenta l’elemento piรน rarefatto e sottile).

Ecco, allora, che il sutra โ€œSthira-Sukham Asanamโ€ va applicato non solo alla pratica fisica delle posizioni dello yoga, quando ci accomodiamo sul tappetino del nostro ashram2 di casa o presso qualche palestra, ma anche alla gestione dellโ€™energia vitale, attraverso il controllo del respiro e nel ricorrere ad azioni che mai rinuncino alla temperanza e alla moderazione. Poi vi รจ la gestione dei flussi mentali, dei quali occorre riconoscere la transitorietร  e l’impermanenza, ma anche lโ€™esercizio intellettuale, animato dal rigore della ricerca e, al tempo stesso, dai sensi della perfettibilitร  e della precarietร , e, infine, vi รจ la pratica spirituale, nell’osservanza dei principi etici e morali cui ci affidiamo per educazione e per credo, ma anche nell’esercizio, nei confronti degli altri e di noi stessi, della compassione e del perdono.

Pratichiamo dunque il principio โ€œSthira-Sukham Asanamโ€, poichรฉ solo nel radicamento della flessibilitร  risiede la vera forza.


  1. Patanjali YOGASUTRA, Leonardo Vittorio Arena, BUR Rizzoli, Ed.2014, p.64. โ†ฉ๏ธŽ
  2. Ashram: luogo isolato, dedicato e curato che favorisce la meditazione e la ricerca del proprio โ€œioโ€ spirituale. โ†ฉ๏ธŽ

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