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5 min read“Sthira-Sukham Asanam“. Cosรฌ recita uno dei passaggi chiave dello YOGASUTRA di Patanjali.
Lo yoga รจ una disciplina antica che ricerca con la sua metodologia di esercizio lโunione tra corpo, mente e anima. Armonia dunque dellโEssere, affinchรฉ lโEssere si riveli nella sua portata piรน intima e naturale a guadagno della consapevolezza incondizionata del sรฉ autentico.
I principi dello yoga sono enunciati in numerosi testi. I piรน autorevoli per origine antropologica e culturale si riconducono agli albori della filosofia induista. Un caposaldo letterario della cultura yogica, ampiamente riconosciuto da chiunque pratichi la disciplina non accontentandosi della sua mera fisicitร , รจ lo Yogasutra del saggio Patanjali, la cui elaborazione si ritiene possa risalire a circa duemila anni fa.
Tra i cento novantasei filamenti di cui si compone lโelaborata tessitura dello Yogasutra (filamento รจ una possibile traduzione del termine sanscrito โsutraโ), ve nโรจ uno di particolare interesse per la pratica di questa affascinante disciplina: โSthira-Sukham Asanamโ (Capitolo 2 โ Il Sentiero della Pratica Iniziatica โ Verso 46). La traduzione del sutra 2:46 puรฒ essere: โle posizioni (corporee) devono essere stabili e confortevoliโ1.
Mentre โAsanaโ sta per posizione, postura o posa, โSthiraโ e โSukhaโ significano, rispettivamente, rigiditร e flessibilitร oppure, se preferite, durezza e morbidezza, anelasticitร ed elasticitร , stabilitร e agio, ma anche contrazione e rilassamento, chiusura e apertura, controllo e libertร , volontarietร e spontaneitร , contrazione e rilascio, possesso e abbandono.
Nella contrapposizione dei due termini vi รจ una chiave di lettura fondamentale del messaggio benefico e trasformatore dello yoga.
Analizziamo con maggior attenzione โSthiraโ e โSukhaโ.
Sthira significa stabile o immobile. Puรฒ anche significare fermo, compatto, forte, statico, risoluto e vigile. Se portiamo il significato di queste espressioni sul piano posturale, con riferimento alla struttura scheletrico-muscolare del corpo umano, il termine Sthira si riferisce a tutto ciรฒ che si riveli sollecitato, tonico, contratto. Il valore dellโespressione puรฒ perรฒ allargarsi ad altri piani organici della fisiologia umana. Pensiamo al respiro: lโinspirazione e la ritenzione del respiro al culmine della inalazione ci fanno immaginare a un irrigidimento del complesso e articolato sistema formato dal diaframma, dalla cassa toracica e dai polmoni. Come accade quando gonfiamo un palloncino, la superficie di gomma si tende, la materia si espande e si sollecita al punto da perdere le proprie caratteristiche di morbidezza e di elasticitร . Andando oltre alla fisicitร dellโorganismo ed ampliando la disamina del termine alla dimensione mentale, il termine Sthira riguarda lโesercizio della volontร , cioรจ la fermezza nel non abdicare a un intento o la capacitร di non cedere alla fatica e di non rinunciare al compimento di un progetto. Allargando ancor piรน il senso di Sthira alla sfera etica del comportamento, il temine esprime la determinazione nel tener fede alla parola data o il rispetto che si nutre verso taluni dettami morali o religiosi. La parola Sthira, comunque la si analizzi, implica lโidea di impegno e di sacrificio.
Sukha, al contrario, significa comodo, tranquillo o buono. Puรฒ anche significare morbido, aperto, gioioso, delizioso, calmo, facile, gradevole o virtuoso. Tornando allโorganismo umano, possiamo dunque pensare al rilassamento, cioรจ al rilascio della tensione muscolare, e quindi a una posizione del corpo che non porti all’irrigidimento di alcuna parte di esso. Nel ciclo respiratorio, lโatto che meglio rappresenta il termine Sukha รจ quello della espirazione: il diaframma torna in posizione neutra donando spazio agli organi addominali e la cassa toracica ripristina il proprio punto di equilibrio. Anche nel palloncino lโaria รจ rilasciata verso lโesterno, la materia gradualmente si ammorbidisce ritornando alla plasticitร della forma originaria. Sul piano etico e morale, Sukha significa abbandono, non osservanza, rinuncia a principi predefiniti, quindi autonomia di scelta, non conformismo, spontaneitร e naturalezza.
Abbiamo inteso come il principio di Patanjali racchiuso nel sutra 2:46 “Sthira-Sukham Asanam” possa, per estensione rispetto alla mera pratica posturale, trovare ambiti di applicazione diversi da quello fisico. Dโaltronde lo yoga ci dice che lโEssere รจ circoscritto da cinque involucri chiamati โkoshaโ. Vi รจ sรฌ quello fisico, che potremmo immaginare come il piรน esterno del complesso sistema esistenziale che definisce lโessere, ma poi vi sono quello neuro-plastico/energetico, quello mentale, quello intellettuale e, infine, quello spirituale. Tutti gli involucri sono ugualmente importanti e alcuni sono considerati piรน nobili o virtuosi in quanto piรน rarefatti, cioรจ meno facilmente percettibili attraverso i sensi fisici. Come per gli strati o per le parti di un bulbo vegetale, all’interno, spesso al centro, si trova il cuore del germoglio, ma tutte le componenti sono ugualmente necessari per permettere e per preservare lo sviluppo organico della pianta (se ci riferiamo ai kosha, lโinvolucro della spiritualitร รจ al centro del sistema e di quest’ultimo ne rappresenta l’elemento piรน rarefatto e sottile).
Ecco, allora, che il sutra โSthira-Sukham Asanamโ va applicato non solo alla pratica fisica delle posizioni dello yoga, quando ci accomodiamo sul tappetino del nostro ashram2 di casa o presso qualche palestra, ma anche alla gestione dellโenergia vitale, attraverso il controllo del respiro e nel ricorrere ad azioni che mai rinuncino alla temperanza e alla moderazione. Poi vi รจ la gestione dei flussi mentali, dei quali occorre riconoscere la transitorietร e l’impermanenza, ma anche lโesercizio intellettuale, animato dal rigore della ricerca e, al tempo stesso, dai sensi della perfettibilitร e della precarietร , e, infine, vi รจ la pratica spirituale, nell’osservanza dei principi etici e morali cui ci affidiamo per educazione e per credo, ma anche nell’esercizio, nei confronti degli altri e di noi stessi, della compassione e del perdono.
Pratichiamo dunque il principio โSthira-Sukham Asanamโ, poichรฉ solo nel radicamento della flessibilitร risiede la vera forza.
- Patanjali YOGASUTRA, Leonardo Vittorio Arena, BUR Rizzoli, Ed.2014, p.64. โฉ๏ธ
- Ashram: luogo isolato, dedicato e curato che favorisce la meditazione e la ricerca del proprio โioโ spirituale. โฉ๏ธ
Ho un trascorso di servizio nellโEsercito Italiano di circa 42 anni. Sono stato Ufficiale degli Alpini e pilota militare di elicottero. Ho avuto l’onore di comandare lโAviazione dellโEsercito. Ho partecipato a diverse missioni: operazione “Antica Babilonia” in Iraq, missione UNIFIL in Libano e operazione “Resolute Support” della NATO in Afghanistan. Ho inoltre lavorato in Libano quale Addetto per la Difesa presso lโAmbasciata Italiana, negli Stati Uniti, quale Rappresentante dellโEsercito presso lโUS Army Aviation Center e presso lo US Central Command, e in Olanda nello staff del NATO Joint Force Command di Brunssum. Ho lasciato il servizio attivo lโ1 gennaio 2023. Appartengo alle Forze della Riserva dellโEsercito Italiano con il grado di Generale di Corpo dโArmata. Sono insegnante di Yoga (Alliance Yoga Registry).